C’è una nuova ipotesi per il nuovo assetto azionario di Banca Profilo, visto che l’azionista di riferimento Sator Private Equity Fund, con il 62,4% del capitale, da tempo sta cercando di cedere la sua quota, in vista della scadenza del fondo, peraltro già prorogata. L’ultima indiscrezione sul tema arriva dal Sole 24 Ore, che parla di una cordata di imprenditori milanesi che includerebbe anche alcuni esponenti della famiglia Moratti, azionista di riferimento del gruppo petrolifero Saras, e cioé da un lato Angelo, figlio di Gian Marco, e dall’altro l’ex presidente dell’Inter, Massimo. In realtà, però, la cordata non rileverebbe l’intera quota oggi in capo a Sator, attraverso la holding Arepo, ma limiterebbe l’investimento sotto il 30%, quindi al di sotto della soglia di opa. Sarebbe quindi necessario l’intervento di altri investitori oppure l’incremento dell’impegno di alcuni degli attuali altri soci.
Ricordiamo che lo scorso febbraio Sator aveva rifiutato l’offerta vincolante di Banor sim per rilevare il controllo della banca (si veda altro articolo di BeBeez) e che sempre a febbraio Banca Finint aveva presentato un’offerta vincolante per l’acquisto della quota di controllo (62,4%) della banca quotata a Piazza Affari (si veda altro articolo di BeBeez). L’offerta consisteva in una proposta mista, in contanti e carta contro carta con un’ipotesi di fusione tra le due banche in modo tale che Banca Finint si sarebbe ritrovata quotata. Tuttavia a inizio marzo è stato chiaro che la proposta di Banca Finint non poteva essere la scelta migliore per Sator perché il fondo, come noto, è in liquidazione e già la sua scadenza è stata prorogata al 2022 rispetto a quella originaria a fine 2020, il che significa che il fondo ha bisogno di contanti in cambio della sua quota. Certo, avrebbe potuto vendere poi sul mercato le azioni del nuovo gruppo, ma evidentemente non ha voluto rischiare che si allungassero i tempi. Per cui la ricerca di un nuovo investitore era ricominciata.
Sempre a febbraio erano circolate voci circa un interesse del fondo RiverRock, che avrebbe depositato un’offerta non vincolante. Tuttavia di quell’offerta non si èpoi più saputo nulla. Nell’ottobre 2020, erano invece arrivate per la banca varie altre offerte non vincolanti da fondi italiani ed esteri, tra cui quella di Attestor Capital, che già controlla la private bank torinese BIM. Altre proposte di acquisto si diceva fossero arrivate poi da soggetti bancari come Banco Desio, Lombard Odier e Julius Baer (si veda altro articolo di BeBeez).
Sator aveva annunciato a inizio giugno 2020 la messa in vendita della sua quota. Contestualmente era stato ventilato il probabile interesse di Matteo Arpe, fondatore di Sator, a ricomprarla, così come si diceva potrebbero fare altri investitori del fondo (si veda altro articolo di BeBeez). Nel dettaglio, aveva comunicato Banca Profilo a giugno 2020, in occasione della presentazione del suo piano industriale 2020-2023, “nell’ambito del più ampio riassetto azionario, il fondo verificherà, alla luce anche di preliminari interlocuzione intercorse, l’interesse di alcuni dei propri quotisti all’investimento diretto nel capitale di Banca Profilo” (si veda qui il comunicato stampa). E i quotisti in questione sono, come noto, in primo luogo la stessa Sator spa, la finanziaria controllata al 67,5% da Arpe, che del fondo detiene il 20% delle quote, ma anche le famiglie Angelini e Brachetti Peretti, Luigi Berlusconi, la Fondazione Roma e la Fondazione Mps.
Banca Profilo ha chiuso i primi nove mesi del 2021 con un utile netto consolidato di 10,2 milioni di euro, in aumento di 3,9 milioni (+62,1%) dal medesimo periodo del 2020, grazie soprattutto alla plusvalenza realizzata dalla vendita della controllata svizzera Banque Profil de Gestion per 2,3 milioni di euro. Al netto di questa plusvalenza, comunque, la crescita dell’utile netto sarebbe sempre del 25%. I nove mesi si sono chiusi inoltre con 48,9 milioni di euro (+21,7% sui 9 mesi 2020) di ricavi netti consolidati, un risultato operativo di 14,1 milioni (+23,1%) e un CET ratio di ben il 27,98%, in crescita di 245 punti base dal dato al 30 giugno (si veda qui il comunicato stampa). La banca aveva chiuso il 2020 con 57,8 milioni di euro di ricavi consolidati in linea con il 2019, un risultato operativo di 15 milioni (+15%) e un utile netto consolidato a 8,7 milioni di euro (+4%) tenuto anche conto dell’impatto della controllata svizzera Banque Profil de Gestion, allora in via di dismissione. Il tutto con una raccolta totale della clientela in riduzione a 5,4 miliardi di euro escluso la controllata estera (-4,2%) (si veda qui il comunicato stampa).
Ai prezzi di chiusura di ieri di 22,05 centesimi per azione, Banca Profilo capitalizza circa 150 milioni di euro. Una valutazione alta di Banca Profilo aiuterebbe Sator a compensare gli insuccessi degli investimenti in: News 3.0, editore de Lettera43 e di LetteraDonna.it, che hanno sospeso le pubblicazioni, ExtraBanca e Banzai (oggi ePrice) e a replicare il successo del disinvestimento in Petrovalves ceduto al family office della famiglia Thyssen.
Il fondo Sator era entrato nel capitale di Banca Profilo nel 2009, sottoscrivendo tramite il fondo Sator Private Equity Fund un aumento di capitale riservato da 70 milioni, nell’ambito di un aumento di capitale complessivo di 110 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa di allora). L’operazione aveva permesso alla banca di ripartire dopo le perdite accumulate nella finanza strutturata. Si era trattato del primo caso in Italia di risanamento di una banca in crisi da parte di un fondo di private equity, oltre che il primo caso di esenzione dall’obbligo di promuovere un’opa obbligatoria per il trasferimento di controllo di una banca quotata.