Per Intercos si torna a parlare di Borsa. Lo riferisce Il Sole 24 Ore, precisando che le banche global coordinator potrebbero essere scelte nei prossimi mesi. Il gruppo specializzato nella produzione di cosmetici per conto terzi, con la sua controllata Cosmint, acquisita a metà 2017 (si veda altro articolo di BeBeez). ha chiuso il primo semestre 2019 con 346,9 milioni di euro, 46,3 milioni di ebitda e unaa debito finanzario netto di 205 milioni, dopo aver chiuso il bilancio consolidato 2018 con 691,6 milioni di ricavi, un ebitda rettificato di 100,5 milioni e un debito finanziario netto di 184 milioni.
Intercos ha una lunga storia di rapporti con gl investitori di private equity. L’ultima operazione risale all’agosto 2017, quando Ontario Teachers’ Pension Plan Board, il più grande fondo di previdenza professionale del Canada, ha comprato il 20,588% del capitale del gruppo dal fondatore Dario Ferrari e dal fondo L Catterton, affiancandoli nel capitale (si veda altro articolo di BeBeez). Quest’ultimo, un operatore di private equity nato dalla fusione di L Capital (il fondo di private equity sponsorizzato da LVMH) con l’operatore Usa Catterton Partners, era entrato nel capitale di Intercos nel dicembre 2014, in staffetta con Tamburi Investment Partners, che invece ne era uscito (si veda altro articolo di BeBeez). Giusto un paio di mesi prima il gruppo aveva ritirato l’annunciata quotazione a Piazza Affari (si veda altro articolo di BeBeez).
Nell’estate 2016 erano circolate voci che riferivano di un incarico a Samsung Securities per organizzare la quotazione a Seul entro i successivi 12 mesi della holding Intercos Asia Holdings creata ad Hong Kong a fine 2015 (si veda altro articolo di BeBeez). Allora si parlava di un’ipo da 230 milioni di sterline, in riferimento a un flottante che sarebbe potuto essere del 40-50%, tenuto conto del fatto che quando Intercos aveva tentato di quotarsi a Piazza Affari nell’ottobre 2014, il flottante sarebbe dovuto essere del 44%.