E’ attesa per inizio settembre l’offerta vincolante da parte del fondo infrastrutturale australiano Macquarie per il 50% di OpenFiber spa di proprietà di Enel. Lo ha scritto Il Sole 24 Ore nei giorni scorsi.
Enel aveva confermato lo scorso giugno le indiscrezioni di stampa circa un’offerta da parte del fondo Macquarie Infrastructure Real Asset per la quota posseduta dal gruppo energetico nell’operatore tlc a banda larga (si veda altro articolo di BeBeez). Si trattava di un’offerta non vincolante e riguardava tutta o parte della quota del 50% del capitale di Open Fiber posseduta da Enel.
OpenFiber è oggi controllata pariteticamente da Enel e Cdp Equity e già lo scorso novembre si diceva che vari fondi infrastrutturali internazionali avessero recapitato manifestazioni di interesse non solo per Open Fiber, ma anche per Flash Fiber (joint venture tra Telecom, che la controlla all’80% e Fastweb, che detiene il restante 20%) e per gli asset FTTH (Fiber to the Home, ossia fibra fino a casa) di Tim (si veda altro articolo di BeBeez). Il tutto nell’ambito di una complessa operazione con l’obiettivo di creare un unico grande player italiano nel settore della fibra ottica.
Come noto, lo scorso 27 agosto un vertice di Governo e maggioranza ha dato il via libera al percorso per la creazione di una società unica per gestire la rete a banda ultralarga, dando supporto al percorso individuato nel frattempo da Cdp e TIM per la costituzione della società che gestirà le infrastrutture della rete unica con la fibra ultra veloce.
Oggi il Cda di TIM darà il via libera all’offerta di KKR nell’ambito del Progetto FiberCop relativo alla rete secondaria di TIM (dagli armadi delle strade alle abitazioni), che, oltre a coinvolgere KKR e Fastweb, potrebbe anche allargarsi a Tiscali e includere appunto anche OperFiber (si veda altro articolo di BeBeez).
FiberCop è il veicolo di nuova costituzione, in cui sono previsti il trasferimento della rete secondaria di TIM, la partecipazione del fondo KKR Infrastructure e le attività di FlashFiber, oggi controllata all’80% da TIM e al 20% da Fastweb. In occasione della presentazione della semestrale, lo scorso 4 agosto, TIM aveva spiegato che l’operazione prevede l’acquisto da parte di KKR Infrastructure per 1,8 miliardi di euro del 37,5% di FiberCop sulla base di un enterprise value di circa 7,7 miliardi di euro (equity value 4,7 miliardi di euro con Fastweb che avrebbe invece il 4,5% del capitale di FiberCop (si veda altro articolo di BeBeez).
TIM e Tiscali hanno annunciato, sempre il 27 agosto, di aver sottoscritto un Memorandum of Understanding per definire i termini di una partnership strategica avente ad oggetto lo sviluppo del mercato ultra-broadband attraverso la partecipazione commerciale di Tiscali al progetto di coinvestimento FiberCop. TIM e Tiscali, inoltre, verificheranno successivamente, la possibilità di un eventuale ingresso di Tiscali nell’azionariato di FiberCop attraverso il conferimento di apposito ramo d’azienda, secondo modalità da concordarsi.
Detto questo, va ora capito in che modo FiberCop e OpenFiber si integreranno e se sarà KKR ad aumentare il suo peso nel deal, rilevando il 50% di OpenFiber in mano a Enel, o se invece sarà Macquarie. Quanto alla cifra, nizialmente si parlava di un valore degli asset di Open Fiber di almeno 3 miliardi di euro, ma addirittura già a giugno uno studio di Mediobanca, commissionato da Enel, forniva per Open Fiber una valutazione di 8 miliardi, di cui 2 miliardi di sinergie. Quanto a TIM, secondo Reuters, avrebbe valutato l’asset 5-6 miliardi.