Diverse multinazionali del settore alimentare, italiane ed estere, sarebbero interessate a rilevare una quota di Olio Dante, tra i principali produttori di oli alimentari con le più importanti etichette storiche Made in Italy, producendo anche in private label per selezionate aziende della GDO. La valutazione del gruppo, secondo rumors, si aggirerebbe attorno ai 40 milioni di euro.
Secondo quanto scritto nei giorni scorsi da Il Sole 24 Ore, pur non essendo ancora noti i nomi degli acquirenti interessati, Mediobanca avrebbe ricevuto un mandato finalizzato a esplorare le eventuali manifestazioni di interesse per Olio Dante.
A voler mettere in vendita l’azienda sarebbe in primis Oxy Capital, che in tandem con la londinese Attestor Capital nel 2016 aveva rilevato il gruppo campano (si veda altro articolo di BeBeez) tramite una ristrutturazione del debito (per circa 60 milioni) e successive iniezioni di liquidità per circa 20 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). In precedenza, il gruppo Oleifici Mataluni-Olio Dante faceva capo all’omonima famiglia (che a tutt’oggi esprime la presidenza di Olio Dante).
Fondata nel 1935, Olio Dante è oggi tra i più grandi complessi agroindustriali oleari al mondo. L’intero processo produttivo è svolto nel moderno opificio di Montesarchio, provvisto di laboratori all’avanguardia ed un centro di ricerca riconosciuto dal Miur. Dal 2006 ha avviato una strategia di acquisizioni. Sono entrati nel portafoglio della società, quindi, i marchi Topazio ed OiO, oltre a etichette minori originariamente di proprietà delle aziende Chiari & Forti spa; sono state poi acquisiti altri 11 marchi di oli di oliva, tra cui Lupi e Minerva, appartenuti alla famosa azienda ligure Minerva Agricola Alimentare; il marchio Olita nel 2011 è stato rilevato dalla Star, mentre Olio Dante spa era stato rilevato nel 2009 dalla spagnola SOS-Cuetara, che fa capo alla famiglia Salazar Bello, che lo aveva a sua volta acquistato l’anno prima da Unilever.
La società nel 2020 ha fatturato circa 70 milioni di euro, con un Ebitda di circa 3,5 milioni di euro, ma con un debito netto ancora a 67 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Ricordiamo che nel 2018 Olio Dante ha costituito con Sovena, il colosso oleario portoghese, la joint venture Sovena Italia spa, con l’obiettivo di sviluppare le produzioni private label sul mercato internazionale (si veda altro articolo di BeBeez). Mentre Olio Dante si è impegnato per continuare a produrre e commercializzare oli di oliva e di semi con i propri marchi (Dante, Topazio, Olita e Oio), Sovena Italia garantitirà continuità per le produzioni in private label (cioè a marchio del cliente) per le più importanti catene di supermercati italiane ed estere.
Ricordiamo che lo scorso giugno Oxy si era imbarcata in un altro processo di ristrutturazione finanziaria incassando il via libera dal cda di Enertronica Santerno, società quotata su Euronext Growth Milan (ex Aim) e attiva in diversi segmenti della power electronics (elettronica di potenza), alla sua offerta vincolante finalizzata ad accompagnare la società in un processo di risanamento e di rilancio industriale mettendo a disposizione nuova finanza sotto forma di debito fino a un massimo di 22 milioni di euro. Oxy sarà affiancata da una primaria banca finanziatrice, identificata da Oxy stessa nell’offerta (si veda altro articolo di BeBeez).