Il private equity internazionale RiverRock European Capital Partners avrebbe finalmente presentato un’offerta vincolante per il 29% di Banca Profilo, restando quindi al di sotto della soglia di opa. Lo riferisce Il Sole 24 Ore.
Rumor a proposito di un interesse di RiverRock per una quota sotto al 30% si rincorrevano dal febbraio 2021 e lo scorso dicembre se ne era tornati a parlare, quando di diceva che un altro 30% potesse essere di interesse di una cordata di imprenditori capeggiata dai fratelli Di Terlizzi, titolari di L&B Partners e di cui farebbe parte anche un esponente della famiglia Moratti, titolare del gruppo petrolifero Saras (si veda altro articolo di BeBeez). Su quest’ultimo fronte non sarebbe ancora arrivata un’offerta formale.
Ricordiamo che l’azionista di riferimento di Banca Profilo, che è Sator Private Equity Fund, con il 62,4% del capitale, da tempo sta cercando di cedere la sua quota, in vista della scadenza del fondo, peraltro già prorogata.
Nel febbraio 2021 Sator aveva rifiutato l’offerta vincolante di Banor sim per rilevare il controllo della banca (si veda altro articolo di BeBeez), erano circolate come detto le prime voci su RiverRock e Banca Finint aveva presentato un’offerta vincolante per l’acquisto della quota di controllo (62,4%) della banca quotata a Piazza Affari (si veda altro articolo di BeBeez). L’offerta consisteva in una proposta mista, in contanti e carta contro carta con un’ipotesi di fusione tra le due banche in modo tale che Banca Finint si sarebbe ritrovata quotata. Tuttavia a inizio marzo era stato chiaro che la proposta di Banca Finint non poteva essere la scelta migliore per Sator perché il fondo, come noto, è in liquidazione e già la sua scadenza è stata prorogata al 2022 rispetto a quella originaria a fine 2020, il che significa che il fondo ha bisogno di contanti in cambio della sua quota. Certo, avrebbe potuto vendere poi sul mercato le azioni del nuovo gruppo, ma evidentemente non ha voluto rischiare che si allungassero i tempi. Per cui la ricerca di un nuovo investitore era ricominciata, mentre Finint ha poi acquisito, lo scorso settembre, la private bank Banca Consulia (si veda altro articolo di BeBeez). Nell’ottobre 2020, erano invece arrivate per Banca Profilo varie altre offerte non vincolanti da fondi italiani ed esteri, tra cui quella di Attestor Capital, che già controlla la private bank torinese BIM. Altre proposte di acquisto si diceva fossero arrivate poi da soggetti bancari come Banco Desio, Lombard Odier e Julius Baer (si veda altro articolo di BeBeez).
Sator aveva annunciato a inizio giugno 2020 di avere posto in vendita Banca Profilo. Contestualmente era stato ventilato il probabile interesse dello stesso Arpe a ricomprarla, così come si diceva potrebbero fare altri investitori del fondo (si veda altro articolo di BeBeez), sempre per agevolare la liquidazione di Sator Private Equity Fund. Nel dettaglio, aveva comunicato Banca Profilo a giugno 2020, in occasione della presentazione del piano industriale 2020-2023, “nell’ambito del più ampio riassetto azionario, il fondo verificherà, alla luce anche di preliminari interlocuzione intercorse, l’interesse di alcuni dei propri quotisti all’investimento diretto nel capitale di Banca Profilo” (si veda qui il comunicato stampa). E i quotisti in questione sono, come noto, in primo luogo la stessa Sator spa, la finanziaria controllata al 67,5% da Arpe, che del fondo detiene il 20% delle quote, ma anche le famiglie Angelini e Brachetti Peretti, Luigi Berlusconi, la Fondazione Roma e la Fondazione Mps.
Banca Profilo ha chiuso il 2021 con: ricavi netti per 65,8 milioni, un utile netto in crescita a 11,7 milioni (+34,5% anno su anno), un margine d’interesse di 17,4 milioni (+13,9%) e una raccolta totale della clientela in crescita del 10,1%, a quota 5,9 miliardi (si veda qui il comunicato stampa). La banca aveva chiuso il 2020 con 57,8 milioni di euro di ricavi consolidati in linea con il 2019, un risultato operativo di 15 milioni (+15%) e un utile netto consolidato a 8,7 milioni di euro (+4%) tenuto anche conto dell’impatto della controllata svizzera Banque Profil de Gestion, allora in via di dismissione. Il tutto con una raccolta totale della clientela in riduzione a 5,4 miliardi di euro escluso la controllata estera (-4,2%) (si veda qui il comunicato stampa).
Una valutazione alta di Banca Profilo aiuterebbe Sator a compensare gli insuccessi degli investimenti in News 3.0, editore de Lettera43 e di LetteraDonna.it, che hanno sospeso le pubblicazioni, ExtraBanca e Banzai (oggi ePrice) e a replicare il successo del disinvestimento in Petrovalves ceduto al family office della famiglia Thyssen. Attualmente Banca Profilo capitalizza 154,29 milioni di euro. Ieri il titolo ha chiuso la seduta borsistica invariato (+0,22%), a quota 0,22 euro per azione.
Il fondo Sator era entrato nel capitale di Banca Profilo nel 2009, sottoscrivendo tramite Private Equity Fund un aumento di capitale riservato da 70 milioni, nell’ambito di una raccolta complessiva di 110 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa di allora). L’operazione aveva permesso alla banca di ripartire dopo le perdite accumulate nella finanza strutturata. Si era trattato del primo caso in Italia di risanamento di una banca in crisi da parte di un fondo di private equity, oltre che il primo caso di esenzione dall’obbligo di promuovere un’opa obbligatoria per il trasferimento di controllo di una banca quotata.