Blackstone, Permira e JC Flowers (che in Italia ha appena acquisito Eurovita, si veda altro articolo di BeBeez) sono i nomi degli operatori di private equity esteri che hanno già sul tavolo il dossier Sace, il gruppo specializzato in assicurazioni del credito all’export controllato da Cassa depositi e prestiti. Senza contare l’immancabile Fondo Strategico Italiano, che potrebbe affiancare uno dei fondi oppure uno dei soggetti industriali interessati. In Germania l’azionista di riferimento dell’assicuratore del credito Euler Hermes è il primo gruppo assicurativo del Paese, Allianz, che non a caso è uno dei nomi che girano tra i potenziali interessati a Sace; mentre la Sace francese, Coface, è partecipata da Natixis, che riunisce le casse di risparmio e le banche popolari del Paese. In Italia è sembrato subito naturale che il pretendente ideale potesse essere Generali, ma Trieste ha puntualizzato che il gruppo in questo momento è concentrato sul maxi piano di dismissioni da 4 miliardi di asset non strategici, da chiudere entro il 2015. Come dire che a Sace non ci pensano proprio.
Lo scorso 27 novembre la Cassa Depositi e Prestiti ha annunciato ufficialmente di aver avviato la valutazione delle modalità per la privatizzazione di Sace (si veda il comunicato di Cdp) e di Fincantieri e per l’apertura del capitale di Cdp Reti a investitori terzi. In particolare, si legge in una nota, il Cda ”ha deliberato l’avvio di tutte le attività propedeutiche alla valutazione dell’opportunità e delle possibili modalità di ingresso di soci terzi nel capitale di Sace spa e di Fincantieri spa, inclusa la quotazione in Borsa, nel contesto di crescita e valorizzazione delle società, favorite dall’ingresso di nuovi investitori”.
In questi giorni è partito il cosiddetto beauty contest tra le banche d’affari per la scelta degli advisor. Solo un anno fa Cdp aveva acquistato dal Tesoro il 100% di Sace per 6 miliardi. Come riferito lo scorso 23 novembre da MF-Milano Finanza, il ministro del Tesoro Fabrizio Saccomanni ha fatto sapere che il governo vuole cedere il controllo della società. L’intenzione sarebbe collocare il 60% degli asset, tenendo fuori dalla partita Sace Bt e Sace Factoring.
Sace è un gruppo che macina risultati: dal 2004, con l’arrivo di Alessando Castellano al comando, ha generato utili per 3,6 miliardi, di cui 2,5 girati all’azionista. Sace ha chiuso i nove mesi del 2013 con un utile netto di 327,1 milioni, in aumento del 52,7% dai 214,2 milioni al 30 settembre 2012 e con premi lordi a di 207,6 milioni (+3,7%), in forte crescita dai 114,5 milioni al 30 giugno 2013 (scarica qui il comunicato di Sace). Inoltre, tra gennaio e settembre Sace ha assicurato 5,2 miliardi di euro di nuove operazioni di investimento, export e internazionalizzazione, con il portafoglio di operazioni assicurate che è così salito a 34,4 miliardi dai 33,8 miliardi del 30 settembre 2012.