Sicit Group, azienda attiva a livello mondiale nello sviluppo e nella produzione di biostimolanti dedicati all’agricoltura per migliorare la resa delle colture, controllata con quote paritetiche da NB Renaissance e Intesa Holding (si veda altro articolo di BeBeez), ha acquisito il 51% di Patagonia Biotecnologia sa, società cilena che produce e distribuisce biostimolanti a base di alghe marine (si veda qui il comunicato stampa).
Il presidente di Patagonia, David Hockley, e il ceo,Rebeca Galvez, rimarranno comunque coinvolti nella gestione dell’azienda, con l’attuale management che verrà supportato da Sicit per accelerare la crescita tecnologica e lo sviluppo commerciale.
Sicit è stata assistita da Deloitte come consulente legale, contabile e fiscale, mentre gli azionisti di Patagonia Biotecnologia sono stati affiancati da PPU come consulente legale e da Endeavor come consulente finanziario e mentore per gli imprenditori.
Patagonia Biotecnologia ha sede a Puerto Montt, capitale della regione di Los Lagos, tra Valdivia e l’arcipelago di Chiloe, alle porte della Patagonia cilena. La società si dedica alla produzione di fertilizzanti per il suolo a base di estratti di alghe marine, uniche nelle acque incontaminate della Patagonia cilena, dove il gruppo può contare su numerose concessioni che assicurano il vantaggio competitivo di una grande disponibilità di materia prima. I ricavi di Patagonia Biotecnologia sono cresciuti con un tasso del 40% circa negli ultimi 4 anni, raggiungendo nel 2022 i 5 milioni di euro circa, di cui il 60% da esportazioni in nord e sud America.
Hockley e Gálvez hanno dichiarato: “Siamo entusiasti di entrare a far parte del gruppo Sicit, con il quale sarà possibile dare un forte impulso a Patagonia Biotecnologia a livello globale anche grazie all’utilizzo della tecnologia degli straordinari laboratori di ricerca e sviluppo italiani”.
Fabio Canè, senior partner di NB Renaissance, ha commentato: “Anche grazie al nostro ingresso nel 2021, oggi si compie un altro importante passo: l’ingresso nel settore adiacente dei biostimolanti “plant-based” che amplia in maniera significativa l’ambito di attività dell’azienda facendo leva sulle forti capacità di sviluppo dei propri laboratori e sui canali distributivi esistenti. Questa acquisizione è solo un primo passo verso una presenza nel settore vegetale ed è prodromico all’ingresso in altri settori ad alta tecnologia come quello dei microorganismi oltre che allo sviluppo della produzione in altri siti nel mondo per soddisfare la domanda crescente di biostimolanti di origine animale”.
Rino Mastrotto, presidente di Sicit, ha aggiunto: “Sono soddisfatto per l’acquisizione di Patagonia Biotecnologia che rafforza l’internazionalizzazione di Sicit, un’azienda che ho voluto e ho visto crescere in modo formidabile negli anni. Desidero ringraziare tutte le persone che con un lavoro costante e lungimirante hanno reso possibile il successo di Sicit attraverso l’ideazione incessante di prodotti di eccellenza a supporto dell’agricoltura sostenibile oggi imprescindibile per il futuro del pianeta”.
Sicit è specializzato nella trasformazione dei sottoprodotti della pelle in biostimolanti per l’agricoltura e ritardanti per l’industria del gesso. L’azienda, che ha sede ad Arzignano (Vicenza), offre un servizio di importanza strategica per il settore conciario della zona, ritirando i sottoprodotti a base di collagene trasformandoli attraverso un processo di idrolisi in prodotti ad alto valore aggiunto, totalmente biodegradabili, senza rischi per la salute pubblica e l’ambiente.
Nel 2021 Sicit ha fatturato 81,2 milioni, l’ebitda è stato di 26 milioni e la liquidità netta pari a 23 milioni (si veda qui il report di Leanus dopo essersi registrati gratuitamente).
Proprio nell’estate 2021, a seguito dell’opa promossa da NB Renaissance che ha portato SIcit al delisting da Piazza Affari, Intesa Holding, ex socio di riferimento che aveva aderito all’offerta sin da subito conferendo il proprio 40,47%, nell’ambito di un accordo, ha poi acquisito una partecipazione paritaria con NB Renaissance nel controllo indiretto del gruppo, rimanendo in tal modo azionista industriale di riferimento dell’azienda.
Intesa Holding è la società di un gruppo di imprenditori conciari veneti, che ha per oggetto attività industriali e commerciali nel settore chimico, compresa la produzione di idrolizzati proteici, estratti naturali e prodotti nutraceutici, e attività agricole, anche propedeutiche e funzionali alla produzione di idrolizzati proteici, estratti naturali e prodotti nutraceutici.
A proposito invece di NB Renaissance, ricordiamo che recentemente ha vinto l’asta per acquisire il controllo di U-Power (si veda altro articolo di BeBeez), leader paneuropeo nelle calzature e abbigliamento da lavoro, proprietario anche dei marchi Jallatte, Aimont e Lupos, battendo la concorrenza del gruppo finanziario statunitense Rhone Capital nel processo competitivo, conclusosi a marzo, per aprire il capitale dell’azienda di Paruzzaro (Novara) (si veda altro articolo di BeBeez). Secondo quanto risulta a BeBeez, il controvalore dell’operazione era stato pari a 800 milioni di euro.
NB Renaissance ha in portafoglio dodici aziende con un fatturato aggregato di circa 6 miliardi di euro e 19mila dipendenti. La strategia è diversificata in quattro temi d’investimento principali: digitale, sostenibilità, sanità e industria specializzata, con prodotti intermedi ad alto valore aggiunto. La società d’investimento sostiene imprenditori e manager nei piani di crescita delle loro imprese con un approccio di partnership. Tra le sue ultime operazioni, ricordiamo che lo scorso gennaio ha ceduto il 27% del capitale di RINA allo stesso gruppo, che ha deciso di rilevare azioni proprie acquistandole da Naus spa, il veicolo di investimento che fa proprio capo ai fondi NB Renaissance, oltre che a VEI Capital e VS&L (si veda altro articolo di BeBeez).