
Syngenta Crop Protection, colosso svizzero dell’agroindustria che fa capo a ChemChina, e la controllata Valagro, produttore abruzzese di biostimolanti, rinunciano alla contro opa su Sicit, società attiva nel settore agrochimico e industriale ed eccellenza della green e circular economy (si veda qui il comunicato stampa). Quest’ultma di conseguenza ha chiuso la seduta di venerdì scorso a Piazza Affari con uno scivolone dell’1,78% a 16,60 euro. Le due società avevano comunicato a inizio maggio la loro intenzione di lanciare un’opa su Sicit a 17,30 euro, prezzo che non sarebbe stato ridotto dallo stacco del dividendo di 0,55 euro per azione (si veda altro articolo di BeBeez). L’offerta si contrapponeva a quella di NB Renaissance, che il 16 aprile scorso aveva a sua volta annunciato l’intenzione di lanciare un’opa su Sicit finalizzata al delisting a un prezzo di 16 euro per azione, da cui andrà inoltre detratto qualsiasi dividendo eventualmente deliberato e corrisposto prima della data di pagamento del corrispettivo dell’opa (si veda altro articolo di BeBeez).
Ma Valagro e Syngenta si sono tirate indietro, adducendo che “le circostanze emerse da ultimo rendono difficile per Syngenta e Valagro sviluppare un percorso ragionevole di attuazione dell’operazione”. Segnaliamo che l’opa era subordinata all’approvazione da parte del cda di Syngenta, allo svolgimento di una due diligence confirmatoria, all’accesso al senior management della società e all’accesso agli impianti della stessa società.
L’offerta includeva inoltre una proposta di partnership industriale rivolta agli stakeholder della società e in particolare all’azionista di maggioranza Intesa Holding, finanziaria che fa capo a 33 azionisti, per la maggioranza imprenditori conciari, che oggi controlla Sicit al 43,4%. Per convincere Intesa Holding a passare dalla loro parte, Syngenta e Valagro avevano chiesto a Intesa Holding di rimanere azionista di lungo termine della società, ritenendo l’alleanza un “elemento imprescindibile per il successo dell’operazione” e per questo si erano dette pronte a offrire a Intesa Holding “un patto parasociale per condividere la governance”. Evidentemente tutto ciò non è bastato. Ora la decisione di abbandonare lascia campo libero alla società di private equity che fa capo a Neuberger Berman.
Fondata nel 1960 a Chiampo (Vicenza), Sicit trasforma i residui di lavorazione provenienti dalla concia delle pelli in idrolizzati proteici, utilizzati principalmente come biostimolanti per l’agricoltura e ritardanti per l’industria del gesso. Sicit ha chiuso il 2020 con ricavi per 63,2 milioni (+11,5% dal 2019); un utile rettificato di 14,6 milioni (+16%); un ebitda consolidato di 24,1 milioni (+14%); una disponibilità di cassa netta in discesa da 29,3 a 20,5 milioni.
Sicit si era quotata in Borsa sul segmento Aim Italia nel maggio 2019 al prezzo di 10 euro a seguito della business combination con la Spac SprintItaly (si veda altro articolo di BeBeez), per poi passare al segmento MTA nel giugno 2020. Ricordiamo che SprintItaly era stata promossa da Fineurop, Gerardo Braggiotti, Matteo Carlotti e Francesco Pintucci e nel luglio 2017 aveva raccolto 150 milioni di euro dagli investitori (si veda altro articolo di BeBeez). A Sicit in Borsa era stato attribuito un equity value di 160 milioni (corrispondente a un enterprise value di 7 volte l’ebitda del 2017, che era stato di 22,2 milioni). Al momento della business combination, gli azionisti di SprintItaly, con un investimento di 100 milioni, controllavano il 54% della combined entity mentre il resto faceva capo a Intesa Holding. Le restanti risorse raccolte da Sprintitaly in sede di collocamento, ossia altri 50 milioni, erano poi state distribuite agli azionisti di SprintItaly al netto dell’esborso per i recessi (12,5 milioni di euro). Il rimborso era stato quindi di 37,5 milioni (si veda altro articolo di BeBeez) pagato nella forma di un dividendo straordinario di 2,669 euro per azione ai soci della Spac, che non hanno esercitato il recesso.
Valagro dal canto suo è leader nella produzione e commercializzazione di biostimolanti e specialità nutrizionali. Fondata nel 1980 e con sede ad Atessa, in provincia di Chieti, Valagro si impegna per offrire soluzioni innovative ed efficaci per la nutrizione e la cura delle piante, in grado di soddisfare le esigenze dei clienti nell’ottenere raccolti più abbondanti e di migliore qualità, aumentando l’efficienza e riducendo l’impatto ambientale. Valagro mette la scienza al servizio dell’Umanità contribuendo a migliorare il benessere, promuovere una migliore nutrizione e il rispetto dell’ambiente. L’azienda era partecipata al 30% dal fondo Usa Metalmark, che affiancava i due fondatori Ottorino La Rocca e Giuseppe Natale (si veda altro articolo di BeBeez). I tre investitori hanno ceduto l’intero capitale al gruppo Syngenta nell’ottobre 2020 (si veda qui il comunicato stampa).