E’ arrivata ieri in serata l’attesa offerta non vincolante per l’infrastruttura di rete fissa di TIM da parte di CDP Equity e il private equity infrastrutturale australiano Macquarie Infrastructure and Real Assets Europe, già socio di CDP al 40% in Open Fiber (si veda qui il comunicato stampa).
L’offerta non vincolante riguarda nel dettaglio “l’acquisto del 100% della costituenda società coincidente con il perimetro gestionale e infrastrutturale della rete fissa, inclusivo degli asset e attività di FiberCop, nonché della partecipazione in Sparkle“.
L’offerta, che scade il 31 marzo 2023, sarà portata all’attenzione del Consiglio di Amministrazione di TIM, ove possibile nella riunione già programmata per il 15 marzo o in un’altra data da definire.
La data del 31 marzo è la stessa data entro la quale TIM si aspetta di ricevere una proposta migliorativa della precedente offerta depositata da KKR a inizio febbraio e con scadenza 24 marzo (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che al momento entrambe le offerte valuterebbero la NetCo attorno a 20 miliardi di euro, di cui 2 miliardi in caso di via libera da parte della UE al progetto di integrazione TIM-Open Fiber, ma si dice che l’offerta di CDP e Macquarie sarebbe migliore per TIM sul fronte della quota in contanti per 1,5-2 miliardi di euro. Detto questo, ricordiamo anche che KKR sarebbe disposto a mettere sul piatto altri 7 miliardi per investimenti per sviluppare l’infrastrutturazione a banda ultralarga e che per questo nelle scorse settimane i rappresentanti di KKR hanno incontrato i tecnici del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) che potrebbe decidere di muoversi a sua volta insieme a KKR (si veda altro articolo di BeBeez).