Si è concretizzato in una notifica di atto di citazione lo scontento del colosso media francese Vivendi, primo azionista di TIM con il 23,75%, da sempre contrario alla cessione della NetCo a KKR e ai suoi co- investitori a una cifra inferiore ai 31 miliardi che ritiene congrui (si veda altro articolo di BeBeez). Vivendi, infatti, dopo aver minacciato per mesi una battaglia legale per poter portare l’operazione al vaglio dell’assemblea, è appunto ora arrivata ai fatti e ha fatto recapitare lo scorso venerdì al Consiglio di amministrazione del gruppo tlc la notifica di un ordinario atto di citazione, nel quale viene contestata la legittimità della delibera consiliare assunta dalla società lo scorso 5 novembre (si veda qui il comunicato stampa), con cui è stata approvata la cessione della Netco, cioè la società che deterrà il perimetro gestionale e infrastrutturale della rete fissa di telecomunicazioni attualmente posseduta dal gruppo tlc (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che l’offerta vincolante di KKR è stata avanzata attraverso il veicolo controllato Optics Bidco, partecipato da Azure Vista, veicolo che a sua volta fa capo all’Abu Dhabi Investment Authority (ADIA), fondo sovrano di Abu Dhabi con 853 miliardi di dollari in gestione, secondo SWFI. L’offerta assegna alla NetCo un enterprise value di 18,8 miliardi di euro, senza considerare eventuali incrementi di valore derivanti dal potenziale trasferimento di parte del debito a NetCo e da earn-out legati al verificarsi di determinate condizioni che potrebbero aumentare il valore sino a 22 miliardi di euro.
L’offerta in questione esclude però Sparkle, per la quale KKR ha chiesto a inizio dicembre, e ottenuto nei giorni scorsi, una proroga per la presentazione dell’offerta definitiva a fine gennaio 2024 (si vedano qui altro articolo di BeBeez e qui il comunicato stampa). Sparkle è l’operatore internazionale di telecomunicazioni all’ingrosso interamente di proprietà di TIM, che gestisce cavi in fibra che si estendono per oltre 600 mila chilometri, con una rete sottomarina che trasmette informazionic tra i Paesi dell’Europa, del Mediterraneo e delle Americhe. Una società per la quale si dice che TIM chieda circa un miliardo di euro.
Nella sua nota TIM ha sottolineato che “Vivendi non ha formulato alcuna richiesta cautelare, né ha chiesto di inibire in via d’urgenza l’esecuzione della delibera e degli atti negoziali conseguenti. Le attività previste dagli accordi con KKR finalizzate al closing dell’operazione proseguiranno, pertanto, secondo quanto previsto, senza ritardi o interruzioni”.
Proseguono quindi anche le operazioni sul fronte CDP-F2i sgr. Ricordiamo, infatti, che a fine agosto Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha dato il via libera all’ingresso del MEF nel capitale di NetCo, nell’ambito dell’operazione organizzata da KKR, mettendo sul piatto sino a 2,2 miliardi di euro, per una quota quota di NetCo compresa tra il 15 e il 20%, risorse saranno attinte dalla disponibilità del cosiddetto Patrimonio destinato, creato dal decreto legge n.34 del 2020 e pari oggi a 2,525 miliardi (si veda altro articolo d BeBeez). Al termine dell’operazione KKR dovrebbe detenere circa il 65% del capital di NetCo, il MEF appunto il 15-20%, mentre la restante quota potrebbe essere distribuita tra CDP e F2i sgr. A questo proposito Giorgetti aveva detto: “Possibile un coinvolgimento di CDP, tenendo conto di vincoli Antitrust”, riferendosi al fatto che CDP è già azionista di maggioranza di Open Fiber.
Quanto al coinvolgimento di F2i, come noto l’sgr sta raccogliendo un fondo ad hoc per l’operazione NetCo con target un miliardo di euro (si veda altro articolo di BeBeez) per rilevare il 10% della NetCo. Secondo quanto ha riferito MF nei giorni scorsi, tra gli investitori pronti a sottoscrivere quote del nuovo fondo ci sarebbero le fondazioni bancarie che nel complesso dovrebbero versare 300 milioni: in particolare si parla di Fondazione CRT (5 milioni), di Cariplo e Compagnia di San Paolo (insieme 70-100 milioni). Altri 300 milioni dovrebbero arrivare dalle casse previdenziali: in particolare si parla di Cassa Forense (avvocati), Inarcassa (ingegneri e architetti), Enpam (medici) e Cassa dei Geometri.