Dopo i rumor dello scorso settembre (si veda altro articolo di BeBeez), è arrivata la conferma ufficiale: Intercos, gruppo specializzato nella produzione di cosmetici per conto terzi, controllato dall’imprenditore Dario Ferrari e partecipato da L-Catterton, Ontario Teachers Pension Plan e il fondo sovrano di SIngapore GIC, sbarcherà in borsa. Lo ha annunciato ieri l’azienda con una nota, precisando che la quotazione dovrebbe avvenire entro fine ottobre sul segmento MTA di Borsa Italiana (si veda qui il comunicato di Intercos).
L’ingresso di GIC nel capitale di Intercos con una quota del 9% era stato annunciato nel dicembre 2020 (si veda altro articolo di BeBeez), mentre L-Catterton, è presente nel capitale dal 2014 con una quota di circa il 35% attraverso CP7 Beauty Luxco sarl e Ontario Teachers Pension Plan (Otpp) dal 2017 con una quota di circa il 20%, attraverso The Innovation Trust (si veda altro articolo di BeBeez). L-Catterton era entrato nel capitale di Intercos nel dicembre 2014, in staffetta con Tamburi Investment Partners, che invece ne era uscito (si veda altro articolo di BeBeez).
L’offerta prevede l’emissione di nuove azioni a servizio di un aumento di capitale fino a un massimo di 60 milioni di euro e la vendita di azioni ordinarie da parte di alcuni degli attuali azionisti e in particolare da CP7 Beauty LuxCo sarl e da The Innovation Trust. Si prevede inoltre che il ceo e presidente Dario Ferrari (attualmente primo azionista con il 44%) manterrà il controllo della società a seguito dell’offerta, anche attraverso l’adozione di un meccanismo di voto maggiorato.
Nell’ambito dell’offerta, BNP Paribas, Morgan Stanley, UBS e Jefferies sono stati nominati joint global coordinators, con BNP Paribas che agisce anche da sponsor. Rothschild & Co è l’advisor finanziario di Intercos, mentre Cornelli Gabelli e Associatiè l’advisor finanziario degli azionisti di controllo. White & Case, Maisto e Associati, Studio Legale Giliberti Triscornia e Associati sono infine gli advisor legali di Intercos, mentre Linklaters affianca sul piano legale i joint global coordinator.
Non è certo la prima volta che il gruppo brianzolo cerca di sbarcare a Piazza Affari. Infatti già nell’ottobre del 2019 era già tutto pronto per il collocamento, affidato sempre a UBS, BNP Paribas, Morgan Stanley e Jefferies, che avrebbero dovuto collocare a inizio 2020 circa il 50% del capitale in un’operazione stimata in 1,5 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Poi però lo scoppio della pandemia da Covid 19, il cui arrivo in Italia fu preceduto da una forte volatilità sui mercati mondiali, convinse azionisti e banche collocatrici a soprassedere e a inizio dicembre 2020 era stato appunto annunciato l’investimento del fondo di Singapore GIC per il 9% del capitale (si veda altro articolo di BeBeez).
Ma c’era stato un tentativo di ipo ancora precedente, risalente al 2014 quando, sempre in ottobre, il gruppo si apprestava a collocare circa il 44% per una capitalizzazione compresa tra 320 e 411 milioni di euro. Operazione che fu poi accantonata per le turbolenze scoppiate sui mercati finanziari. Tra l’altro proprio in quella occasione per sostenere il collocamento Tamburi Investment Partners (TIP) sottoscrisse circa 3,4 milioni azioni, che si aggiungevano a poco più del 17% di Dafe 4000, una delle holding con cui Dario Ferrari controlla circa il 44% del gruppo (si veda altro articolo di BeBeez). Alla fine del 2014, TIP uscì dall’azionariato cedendo come detto le sue azioni a L Catterton (si veda altro articolo di BeBeez).
Intercos ha risentito dell’impatto del Covid-19 chiudendo chiuso il bilancio consolidato 2020 con un fatturato in calo a 606,5 milioni di euro, 86,95 milioni di ebitda e un debito finanziario netto di 194 milioni (si veda qui il bilancio consolidato 2020). Il 2019 si era invece chiuso con circa 713 milioni di euro di ricavi, 116 milioni di ebitda rettificato e un debito finanziario netto di 182 milioni, in calo dai 213 milioni di fine 2018 (si veda qui il bilancio consolidato 2019). Il debito a fine 2019 includeva i 120 milioni di euro di bond emessi nel 2015 e in scadenza nel 2025 che sono stati poi rimborsati in anticipo nel marzo 2020 (si veda qui il comunicato stampa).
Lo scorso agosto Intercos si è assicurata un doppio finanziamento da 30 milioni di euro ciascuno da parte di Intesa Sanpaolo e Unicredit, entrambi con Garanzia Italia di SACE e della durata di 18 mesi (si veda altro articolo di BeBeez)