TIM ha confermato di essere il partner tecnologico e finanziario di Dazn per i diritti tv delle partite di Serie A (si veda qui il comunicato spa). Dazn infatti sta partecipando alla gara in concorrenza con Sky: la prima ha offerto circa 840 milioni annui per 7 partite in esclusiva a cui si aggiungerebbero altri 70 milioni da parte di Sky per tre in contemporanea, per un totale di 910 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez); per contro Sky ha offerto 750 milioni di euro per 10 partite non in esclusiva e 70 milioni per la creazione del canale di Lega Calcio.
Tuttavia, all’offerta di DAZN si aggiunge a questo punto anche la potenza di fuoco di TIM, che secondo Bloomberg, vale ulteriori 340 milioni annui, per un impegno totale quindi di TIM che supera il miliardo di euro nel triennio. TIM nella sua nota ha chiarito di non essere tra i partecipanti alla gara per l’assegnazione dei diritti tv per il triennio 2021-2024, ma di aver “sottoscritto un’intesa volta a integrare l’accordo di distribuzione già in essere, anche nei termini economici, condizionata all’aggiudicazione a Dazn della gara”. In base all’accordo, TIM si qualificherebbe come operatore di telefonia e Pay Tv di riferimento per l’offerta dei contenuti di Dazn in Italia, nonché per la partnership tecnologica. La collaborazione partirebbe da luglio 2021 e comprenderebbe tutta l’offerta di contenuti sportivi live e on demand di Dazn. L’alleanza ha l’obiettivo di interrompere il lungo regno di Sky, in un mercato complessivo dei diritti tv che già uscirà rivoluzionato dall’arrivo di Amazon per alcune partite di Champions League (e ampliato dal ritorno di Mediaset, sempre per una quota di eventi pay per view, oltre che per alcune partite in chiaro). Il prossimo 26 febbraio l’ad della Lega Luigi De Siervo dovrebbe chiarire i vari dubbi dei presidenti.
L’accordo avrebbe anche una valenza industriale/strategica. La partnership tecnologica con Tim consentirebbe a Dazn, secondo quanto riporta La Stampa di superare i problemi di streaming soprattutto nelle aree periferiche del Paese, patiti negli ultimi anni, che avevano portato i club minori della Serie A a osteggiare l’offerta di Dazn provocando una spaccatura tra i club riuniti nella Lega Calcio.
Ricordiamo che la partita per i diritti tv ha fatto slittare l’approvazione da parte di Lega Calcio dell’operazione con la cordata dei private equity CVC, Advent e FSI, spostata a data da destinarsi (si veda altro articolo di BeBeez). Si è trattato dell’ennesimo slittamento della riunione con i fondi, dopo quelli del 27 gennaio e del 4 febbraio 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). Dietro i continui rinvii si celano anche le difficoltà nel raggiungimento di un accordo tra la cordata di private equity e la Lega Calcio di Serie A: sarebbero contrari all’intesa alcuni presidenti (come Claudio Lotito della Lazio, Aurelio De Laurentiis del Napoli, Maurizio Setti del Verona e Luca Percassi dell’Atalanta) e sono indecisi Juventus e Inter a causa dei vincoli dei private equity alla Super Lega (la competizione europea che alcuni grandi club europei, come il Real Madrid e la Juventus, avrebbero in mente di lanciare). I club inoltre sarebbero preoccupati sugli eccessivi poteri di governance assegnati ai fondi e sull’entità economica complessiva dell’offerta (si veda altro articolo di BeBeez): gli 1,7 miliardi di euro messi sul piatto da CVC, Advent International e FSI per il 10% della media company (si veda altro articolo di BeBeez) sottovaluterebbero infatti il valore dei diritti tv della Serie A, assicurando una plusvalenza eccessiva ai fondi.
L’interesse dei fondi di private equity sulle varie leghe calcio europee si spiega con il fatto che un simile investimento comporta una diversificazione del rischio, visto che così facendo si investe nei diritti tv di un ampio paniere di squadre (si veda qui Beez Peak dell’11 gennaio 2021). Su un’operazione simile a quella sulla Lega Calcio Serie A, cioé lo scorporo dei diritti tv in una media company la cui minoranza può essere ceduta ai fondi, sta lavorando dallo scorso novembre anche la Bundesliga tedesca (si veda qui Sportspromedia). In quel caso il deal è più piccolo: si parla di un investimento dei fondi per 200-300 milioni di euro su un valore complessivo della newco di poco più di un miliardo. L’elenco degli interessati citato da Bloomberg, FT e vari altri media internazionali in queste ultime settimane è praticamente la lista dei principali fondi di private equity mondiali: Advent International, Apax, Ardian, Apollo, Bain Capital, BC Partners, BDT Capital, Blackstone, Bregal, Bridgepoint, Carlyle, Centerbridge, Cinven, CVC Capital Partners, Endeavor (insieme a Silver Lake), General Atlantic, Goldman Sachs Principal Investment, IGC, HIG, KKR, Nexicap, Permira, Searchlight, Silverlake, TPG .
Sulla scrivania dei fondi c’è anche il dossier della Ligue 1 francese: il presidente Vincent Labrune ha infatti annunciato che la lega sta studiando a sua volta il progetto di creare una newco che ne gestisca i diritti commerciali. Mentre la Liga spagnola ha già creato la sua newco LaLiga Tech che gestirà la commercializzazione dei diritti media digitali e che viene valutata 450 milioni di euro. Il presidente Javier Tebas ha confermato di essere in trattative con molti noti fondi di investimento, tra i quali si citano CVC e Bruin Sports Capital (si veda qui Sportspromedia)