
Zest ha lanciato il primo fondo di investimento alternativo focalizzato sulle Spac quotate sulle borse americane (si veda qui il comunicato stampa). Il nuovo fondo, denominato Zest US Spac Fund, ha l’obiettivo di sfruttare la rivalutazione dei titoli di queste società-veicolo quotate al Nasdaq o al New York Stock Exchange, disinvestendo sistematicamente prima del completamento della business combination tra la Spac e la società acquisita, che, per effetto dell’incorporazione, si ritrova automaticamente quotata in Borsa, senza passare per il lungo e costoso iter di quotazione.
Il fondo Zest US Spac si propone come soluzione d’investimento innovativa per la liquidità, mirando, da un lato, a conservare il capitale e, dall’altro, a generare ritorni caratterizzati da bassa volatilità e decorrelazione dai mercati. Il veicolo è un fondo lussemburghese, qualificato come Raif (Reserved Alternative Investment Fund), destinato esclusivamente, per legge e per natura, a un pubblico di investitori istituzionali e qualificati (well-informed investors). Il fondo prevede un investimento minimo di 125 mila dollari/euro/franchi svizzeri e il pagamento di due commissioni: una di gestione annua pari all’1,2%; una di performance del 15% con clausola high water mark.
Zest è un gestore indipendente sottoposto all’autorità di vigilanza svizzera (Finma), sotto normativa LiCol (Legge sugli investimenti collettivi di capitale). Il fondo ha conseguito con successo il Passport Europeo per la commercializzazione in Italia dei suoi prodotti, distribuiti da Aqa Capital Ltd. Ricordiamo che Zest gestisce anche Héra Zest Npe Fund, fondo alternativo lanciato nel settembre 2019 da Zest Asset Management. Il veicolo ha l’obiettivo di acquistare, da banche o altri soggetti istituzionali, crediti deteriorati garantiti da singoli asset immobiliari, principalmente di tipo residenziale, hotellerie e commerciale, con valore lordo tra uno e 50 milioni di euro, per poi valorizzarli attraverso interventi mirati (si veda altro articolo di BeBeez).
“Dall’inizio del 2021, sono passate per una Spac circa l’80% delle nuove quotazioni negli Stati Uniti, dove oggi si contano 400 Spac attive, per una capitalizzazione complessiva di circa 125 miliardi di dollari. E altre 69 Spac sono in fase di registrazione entro la fine del primo semestre, per ulteriori 17 miliardi. L’obiettivo del fondo è diversificare i propri investimenti in un paniere equi-pesato di Spac quotate, con l’obiettivo di uscire sempre prima della business combination. Quando il valore delle posizioni sarà superiore a quello di rimborso, le azioni delle Spac saranno vendute sul mercato. Mentre in caso di andamento del titolo piatto o negativo, il fondo chiederà il rimborso del capitale investito più gli interessi maturati nel conto segregato”, ha spiegato Antonio Midolo, ideatore e gestore del fondo Zest US Spac.
Tra le business combination con Spac americane in arrivo, ricordiamo quella di Helbiz, società americana ma con anima italiana, che ha lanciato in Europa il monopattino in sharing ed è stata fondata dall’imprenditore seriale italiano Salvatore Palella, che si fonderà con la Spac americana GreenVision Acquisition Corp, grazie a cui potrà sbarcare al Nasdaq (si veda altro articolo di BeBeez).
Negli Stati Uniti in questo inizio di 2021 sono state quotate già 165 Spac per un totale di circa 50 miliardi di dollari, dopo che nel 2020 sono andate in quotazione 248 Spac, un numero impressionante anche per quel mercato (fonte Spac Insider). Si tratta di un numero quasi quadruplo rispetto alle 59 quotazioni di Spac del 2019 e il capitale raccolto è stato di oltre 83 miliardi di dollari contro i soli circa 13,6 miliardi dell’anno scorso e contro un totale di 472 Spac che dal 2009 a oggi hanno raccolto 129,5 miliardi di dollari. Un po’ quello che in Italia, certo con numeri diversi, era accaduto tra il 2017 e il 2018, quando in quotazione, secondo i calcoli di BeBeez Private Data, erano andate 20 Spac, sul totale di 32 quotate dal 2011 a oggi, raccogliendo poco meno di 3 miliardi di euro in quei due anni sul totale di 3,8 miliardi raccolti in tutto il periodo.
Il fatto che negli Usa nel 2020 ci sia stato un boom di Spac è infatti il risultato di una serie di fattori, spiegati molto bene da Deloitte in uno studio pubblicato lo scorso settembre. Secondo Deloitte, c’è molto capitale impegnato in fondi alternativi, ma ancora investito, la cosiddetta dry powder dei fondi di private equity, che a fine dicembre 2019 era stimata da Preqin attorno ai 1500 miliardi di dollari a livello globale, più del doppio dei 686 miliardi di soli 5 anni fa, e che quindi deve essere impiegata, possibilmente in tempi brevi (si veda altro articolo di BeBeez).