Come ipotizzato a suo tempo da BeBeez (si veda altro articolo di BeBeez), dopo il delisting dello scorso febbraio Massimo Zanetti Beverage Group pensa al supporto dei fondi di private equity, per cedere il 30% del capitale, cioé la stessa quota che costituiva il flottante di Borsa, per accompagnare l’azienda nel suo piano di sviluppo a livello internazionale. Lo scrive NordEst Economia.
Advisor dell’azienda nell’operazione sarebbe BNP Paribas, mentre tra i nomi dei fondi potenzialmente interessati circolano quelli di Carlyle, Advent, Bain Capital, Oaktree e Blackstone. Tutti fondi, però, che di solito comprano la maggioranza delle aziende target.
La famiglia Zanetti controlla il gruppo attraverso M. Zanetti Industries, società lussemburghese posseduta al 70% da Massimo Zanetti e partecipata per il restante 30% da Laura e Matteo Zanetti, figli di Massimo, titolari di una partecipazione paritetica pari al 15%.
Ricordiamo il gruppo, che racchiude al proprio interno una molteplicità di marchi internazionali molto noti, tra cui il caffè Segafredo, è stato delistato lo scorso febbraio a seguito dell’opa lanciata nell’autunno 2020 dallo stesso imprenditore Massimo Zanetti, attraverso il veicolo MZ Holding, sulle azioni in circolazione non in suo possesso e che si è conclusa a dicembre con adesioni che hanno portato MZ Holding a controllare oltre il 94% del capitale del gruppo (si veda qui il comunicato stampa). Successivamente MZ Holding ha poi acquistato sul mercato altre azioni che l’anno portata a oltre il 95% (si veda qui il comunicato stampa), facendo scattare la procedura per l’adempimento dell’obbligo di acquisto delle azioni residue, che si è completata lo scorso 8 febbraio (si veda qui il comunicato stampa).
Il prezzo dell’opa era stato inizialmente fissato a 5 euro per azione e poi portato a 5,5 euro, per un controvalore complessivo dell’opa di circa 52 milioni di euro, ma comunque era rimasto pari a meno della metà di quello di ipo del maggio 2015 (si veda altro articolo di BeBeez), che era stato di 11,60 euro per azione. Allora al gruppo era stato attribuito un equity value di circa 325 milioni di euro, sulla base di ricavi 2014 di 781,5 milioni di euro, un ebitda di 64,6 milioni e di un debito finanziario netto di 243,3 milioni. Il tutto per una valutazione di 9,5 volte l’ebitda.
La valutazione per il gruppo dovrebbe oggi essere molto più elevata, visto che l’anno in corso si dovrebbe chiudere con un giro d’affari pro-forma intorno a 1,2 miliardi di euro, quasi il 50% in più del 2020. L’anno scorso, infatti, si è chiuso con soli 809,2 milioni di euro di ricavi consolidati (da 914,5 milioni nel 2019), un ebitda di 39,7 milioni (da 84,1 milioni) e una perdita netta di 31,9 milioni (da un utile netto di 15,2 milioni), a fronte di un debito finanziario netto di 248 milioni (da 208,1 milioni) (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). Nel corso dell’anno Massimo Zanetti ha condotto una serie di nuove aperturedi caffetterie in giro per il mondo (si vedano qui vari comunicati stampa) e a inizio agosto ha annunciato l’acquisizione di Saicaf, storica azienda barese produttrice dell’omonimo caffé (si veda qui il comunicato stampa), mentre lo scorso aprile ha acquisito Hoja Verde Gourmet Hovgo, con sede in Ecuador, il cui stabilimento produttivo, situato a Cayambe, a 70 chilometri da Quito, produce caffè e cioccolato partendo da materie prime selezionate di primissima qualità garantendo il controllo dell’intera filiera (si veda qui il comunicato stampa).
Come si leggeva nel Documento di offerta, “l’offerente ritiene che la quotazione sul MTA di Massimo Zanetti Beverage Group non abbia permesso di valorizzare adeguatamente il Gruppo MZBG. L’offerente pertanto valuta necessario procedere ad una riorganizzazione dell’emittente, finalizzata all’ulteriore rafforzamento dello stesso, operazione più facilmente perseguibile nello status di non quotata. L’offerente intende continuare a sostenere la crescita dell’emittente, perseguendo strategie future finalizzate al rafforzamento del posizionamento competitivo del Gruppo MZBG, al fine di poter cogliere eventuali future opportunità di sviluppo e crescita in Italia e all’estero, nonché un indirizzo strategico volto alla valorizzazione del business nel medio-lungo periodo”.
Per questo motivo BeBeez allora aveva avanzato l’ipotesi che per fare questo percorso l’imprenditore potesse cercare supporto sul fronte del private equity. Il mondo dei fondi ultimamente ha dimostrato di essere particolarmente interessato al settore.
L’ultima operazione sul caffé è stata condotta lo scorso febbraio dal fondo Taste of Italy 2 su Cellini (si veda altro articolo di BeBeez), mentre l’anno scorso Rhone Capital ha acquisito il 20% di Illy Caffè, la società operativa dedicata al caffè del gruppo Illy (si veda altro articolo di BeBeez) e Mandarin Capital ha comprato prima il caffé Daroma (si veda altro articolo di BeBeez) e poi il 30% di Yespresso, specializzato nella commercializzazione online di capsule di caffè (si veda altro articolo di BeBeez). Entrambe le operazioni sono state condotte da Mandarin con la sua piattaforma dedicata al settore Coffee Holding , che già controllava il caffè Neronobile dal 2019, quando lo aveva rilevato da EOS Private Equity (si veda altro articolo di BeBeez). Nel 2018, invece, Italmobiliare ha comprato il 60% di Caffé Borbone (si veda altro articolo di BeBeez).
Quella del caffè è una delle filiere industriali monitorata da BeBeez Private Data,
il database del private capital di BeBeez
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