Nel Decreto Cura Italia c’è una norma che fa piacere agli editori, ma che tutte le imprese dovrebbero preoccuparsi di sfruttare, visto che chiunque bene o male alloca un quota del proprio budget al marketing. Si tratta del bonus pubblicità che viene ampliato per il 2020 in maniera importante e per accedere al quale è stato spostato in avanti il termine di adesione originalmente previsto dal 1° al 30 marzo e ora portato dal 1° al 30 settembre, pur restando valide le comunicazioni telematiche trasmesse a marzo.
Nel dettaglio, l’art. 98 del Decreto varato lo scorso 17 marzo (si veda altro articolo di BeBeez) prevede un credito d’imposta pari al 30% delle spese pubblicitarie sostenute nel 2020, mentre sinora la normativa in vigore introdotta dall’art. 57-bis del DL 50/2017 prevedeva che imprese, lavoratori autonomi ed enti non commerciali potessero beneficiare di un credito di imposta solo per gli investimenti incrementali effettuati su stampa (anche online), radio e tv. Il credito d’imposta spettava nel limite massimo di spesa pari al 75% del valore degli investimenti incrementali effettuati e poteva arrivare al 90% degli investimenti incrementali nel caso di pmi e start-up innovative (si veda qui la sezione apposita del sito dell’Agenzia delle Entrate, che però non recepisce ancora le novità).
L’art. 98 del nuovo decreto prevede invece che il credito di imposta sia riconosciuto in misura pari al 30% di tutte le spese pubblicitarie sostenute nel 2020 e non più per il 75% degli investimenti incrementali. Il tutto entro il tetto massimo di spesa di 27,5 milioni di euro e con un ammontare complessivo dell’investimento che deve superare almeno dell’1% l’importo degli analoghi investimenti effettuati sulla stessa tipologia di mezzo d’informazione nell’anno precedente.
La domanda va inoltrata all’Agenzia delle Entrate in via telematica, compilato un apposito modulo nel quale andrà indicato il costo complessivo degli investimenti pubblicitari effettuati, o da effettuare, nel corso dell’anno.
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