Si è chiuso lo scontro tra RCS Mediagroup spa e Blackstone il contenzioso relativo all’operazione che nel 2013 aveva portato alla vendita e contestuale locazione del complesso immobiliare di RCS di via Solferino 28-via San Marco 21-via Balzan 3, che include la sede del Corriere della Sera e la sede milanese di Cassa Depositi e Prestiti, per 120 milioni di euro con contratto di riaffitto da 10,4 milioni di euro all’anno (si veda qui il comunicato stampa).
L’accordo raggiunto alla fine della scorsa settimana prevede che RCS riacquisti, al prezzo di 59,9 milioni di euro, l’immobile di Via Solferino, sede storica del Corriere della Sera, parte del complesso immobiliare oggetto della controversia, e comporta inoltre una reciproca rinuncia a tutte le azioni legali, con RCS che corrisponderà un contributo di 10 milioni di euro alle spese sostenute da Blackstone. Nel 2013 l’immobile di via Solferino era stato valutato 30 milioni di euro, mentre quello in via San Marco era passato di mano per 66 milioni e quello di via Balzan per 24 milioni (si veda qui il comunicato stampa di allora).
Ricordiamo che l’acquisizione del complesso immobiliare da parte di Blackstone Real Estate Partners Europe IV e era stata condotta per il tramite di una serie di fondi e in particolare il fondo Delphine gestito inizialmente da BNP Paribas REIM sgr e poi passato nel 2016 sotto la gestione di Kryalos sgr (partecipata da Blackstone dal 2019, si veda altro articolo di BeBeez). Blackstone era poi entrato in trattative nell’estate 2018 per cedere il complesso immobiliare al gruppo Allianz per un prezzo si dice più che doppio di quello pagato a RCS (circa 250 milioni), ma a novembre 2018 la trattativa si era fermata proprio perché Urbano Cairo, nel frattempo subentrato al controllo di RCS (si veda altro articolo di BeBeez), aveva chiesto al Tribunale di Milano un arbitrato per accertare la nullità del contratto del 2013. Il lodo arbitrale era poi arrivato nel maggio 2021 (si veda altro articolo di BeBeez) ed era a favore di Blackstone. RCS aveva quindi fatto ricorso in appello contro l’esito del lodo arbitrale ma lo scorso giugno la Corte d’Appello di Milano lo aveva respinto (si veda altro articolo di BeBeez).
A quel punto la palla era passata alla Supreme Court of the State of New York, che in un’udienza fissata per il prossimo 25 luglio avrebbe dovuto decidere se aveva o meno la giurisdizione per far ripartire negli Usa la maxi-causa di risarcimento del fondo americano da oltre mezzo miliardo di euro contro la società editoriale e lo stesso Urbano Cairo. Ricordiamo infatti che Blackstone nel novembre 2018 aveva citato RCS al Tribunale di New York (si veda qui il filing al Tribunale) dicendo che, qualora Allianz avesse rinunciato all’acquisto, Blackstone era pronta a chiedere danni compensatori e punitivi anche per il danno di immagine subito. Blackstone aveva quindi depositato una memoria di oltre 30 pagine nelle quale si chiedeva un risarcimento danni fino a 100 milioni di dollari. Soglia che sarebbe potuta lievitare ulteriormente (si veda altro articolo di BeBeez), come poi è stato: nel giugno 2021, infatti, all’indomani del lodo arbitrale, Blackstone aveva depositato una richiesta di risarcimento complessiva contro RCS e il suo socio di riferimento Urbano Cairo da 600 milioni di dollari (oltre 560 milioni di euro), di cui 300 milioni di dollari per la mancata rivendita dell’immobile ad Allianz e altri 300 milioni di relativi danni. Il 24 aprile 2019, però, la Corte di New York ha sospeso il procedimento ivi instaurato dai fondi Blackstone, in attesa dell’esito dell’arbitrato in Italia (si veda qui Reuters).
Urbano Cairo, presidente e amministratore delegato di RCS, ha commentato: “Siamo soddisfatti di aver raggiunto un accordo transattivo con Kryalos e Blackstone su tutti i contenziosi in corso e per l’opportunità di riacquistare la sede storica di Via Solferino. Accettiamo le decisioni del Tribunale Arbitrale e della Corte d’Appello, che hanno accertato la correttezza dell’operato di Kryalos e Blackstone e l’assenza di illeciti o malafede in relazione all’operazione del 2013. Conseguentemente, RCS dà atto che Blackstone o Kryalos non hanno posto in essere alcuna scorrettezza e si rammarica per il disagio causato dalla controversia. Infine, ringraziamo il dott. Claudio Calabi per il suo contributo al raggiungimento di questo accordo”.
Paolo Bottelli, amministratore delegato di Kryalos, ha dichiarato “Siamo sempre stati sicuri di aver agito con professionalità e nel miglior interesse dei nostri quotisti, e siamo soddisfatti dalla positiva soluzione di questa controversia”. Blackstone ha dichiarato “Siamo grati al collegio arbitrale di Milano e alla Corte d’Appello di Milano per aver confermato che Blackstone ha operato in modo totalmente corretto in relazione all’acquisto del 2013. Siamo soddisfatti che questa controversia sia ora risolta a beneficio dei nostri investitori”.