La catena di gioiellerie D’Amante cerca nuova finanza per crescere. L’ipo all’Aim è l’opzione preferita, ma anche l’apertura del capitale al private equity è una possibilità così come altre forme di finanza straordinaria, come evidentemente il private debt. Di sicuro l’operazione sarà effettuata attraverso un aumento di capitale in modo che la liquidità incassata vada tutta a sostenere la crescita della società. Lo a detto ieri a MFDowJones Fabio Verdini, presidente e fondatore di D’Amante, nel corso di una conferenza stampa per illustrare il progetto di sviluppo strategico della società.
Con sede a Padova, D’Amante aveva chiuso il 2014 con 25 milioni di euro di ricavi e un margine di ebitda del 10%. D’Amante conta 210 collaboratori e una rete di proprietà di 41 punti vendita in centri commerciali distribuiti sul territorio nazionale all’interno del quale offre una gamma di gioielli realizzati e commercializzati prevalentemente a marchio D’Amante (70%). L’azienda e’ attiva anche nel canale wholesale, con la vendita diretta di gioielli e pietre preziose ad altri operatori del settore. Intanto nel 2015 D’Amante “ha registrato una crescita a doppia cifra”, anche se i conti devono ancora essere chiusi. Il grosso del giro d’affari è realizzato attraverso la rete retail (nel 2014, ad esempio, era il 66% del fatturato, circa 16 milioni).
Verdini ha detto che “l’apertura del capitale per la ricerca di nuova finanza in equity è finalizzata all’accelerazione di un processo di sviluppo il cui driver fondamentale è costituito dal potenziamento della rete retail di proprietà con l’apertura di nuove gioiellerie in Italia e all’estero, l’affiliazione commerciale di punti vendita principalmente nei centri storici, il rebranding dei negozi a marchio Athmosfera in D’Amante, la nuova sfida del web. Intendiamo inoltre cogliere l’opportunità sempre più diffusa del diamante da investimento, nonchè la crescita per linee esterne attraverso operazioni di m&a”. E su quest’ultimo punto Verdini ha precisato: “Abbiamo già contatti con aziende target, si tratta di realta’ simili a noi, con 20-30 negozi”.
“Preferiamo l’Ipo, ma non scartiamo altre forme di equity o di finanza straordinaria”, ha aggiunto il presidente, sottolineando che la richiesta di capitale “va dai 5 ai 10 milioni di euro. il tutto sicuramente entro l’anno, speriamo quindi molto velocemente”.