Si è quotata oggi all’Aim la multinazionale della meccatronica Comer Industries, società specializzata nella progettazione, produzione e commercializzazione di sistemi avanzati di ingegneria e soluzioni di meccatronica per la trasmissione di potenza, che sono venduti a imprese operanti in Italia e all’estero nella costruzione di macchine per l’agricoltura e l’industria quali componenti di tali macchine (si veda qui il Documento di ammissione).
L’operazione è avvenuta in seguito all’accelerated business combination della società con Gear 1, la Spac promossa da Arnaldo Camuffo, Maurizio Cozzolini e Matteo Nobili, che ha raccolto 30 milioni di euro dagli investitori e 500 mila euro dai promotori. Nel dettaglio, sono state collocate agli investitori 3 milioni di azioni ordinarie Gear 1, a un prezzo di sottoscrizione fissato a 10 euro per azione ordinaria, a cui sono stati abbinati gratuitamente i warrant Gear 1 in ragione di un warrant ogni 10 azioni ordinarie.
L’operazione si differenzia dalle consuete operazioni di business combination realizzate da altre Spac in quanto le assemblee di Gear 1 e Comer Industries hanno approvato la fusione, prima della quotazione delle azioni ordinarie e dei warrant, rispettivamente il 30 ottobre 2018 e il 29 ottobre 2018. Ciò implica che l’operazione non ha previsto l’attribuzione di alcun diritto di recesso in favore degli investitori che hanno sottoscritto le azioni ordinarie di Gear1 nell’ambito del collocamento privato. Gear 1 aveva presentato domanda di ammissione all’Aim il 20 febbraio scorso (si veda il comunicato stampa) e Comer il 5 marzo, aa seguito dell’atto di fusione (si veda il comunicato stampa).
La liquidità della Spac è stata usata tutta per sottoscrivere un aumento di capitale di Comer, che, al netto dei costi di quotazione, è stato di 29,345 milioni di euro per il 14,87% del capitale. Il che significa un equity value di circa 197 milioni di euro post-aumento di capitale e un enterprise value di circa 237 milioni, tenuto conto del debito finanziario netto a fine giugno 2018 di 40 milioni di euro. La società aveva chiuso il 2017 con 342 milioni di euro di ricavi, un ebitda di 29,8 milioni e un debito finanziario netto di 40,7 milioni.
“Il primo giorno di quotazione per noi non rappresenta un traguardo, ma solo l’inizio di una nuova bellissima avventura che ha come primo obiettivo la nostra futura crescita”, ha commentato l’amministratore delegato di Comer, Matteo Storchi. EnVent Capital Markets Ltd ha agito quale Global Coordinator e Nominated Adviser. Gear 1 è stata assistita da Nctm Studio legale, mentre il Global Coordinator è stato assistito da Pedersoli Studio Legale. La revisione legale dei conti dell’emittente è stata svolta da EY. Si tratta della settima quotazione in Borsa Italiana da inizio anno.
Fondata nel 1970 da Fabio, Fabrizio e Oscar Storchi, Comer Industries ha sede a Reggiolo (nella Bassa reggiana) ed è presente direttamente, con i propri stabilimenti produttivi o le proprie filiali commerciali, in 8 Paesi ed esporta i propri prodotti in 54 Paesi. In particolare, il Gruppo Comer Industries ha 8 stabilimenti produttivi, di cui 5 in Italia, 2 in Cina e 1 in India. Ulteriori filiali, con compiti prevalentemente commerciali, sono presenti in Regno Unito, Brasile, Stati Uniti d’America, Francia e Germania. Società commerciali sono presenti anche in India e in Cina.
Nel corso del 2017 è stato formalizzato il pieno passaggio generazionale e il controllo del Gruppo Comer Industries è stato trasferito da Finregg spa ad Eagles Oak (società controllata pariteticamente da Matteo Storchi, Marco Storchi, Cristian Storchi, Annalisa Storchi), che, prima dell’operazione di fusione con Gear1, deteneva l’85% delle azioni di Comer Industries, avendo acquisito nel frattempo le quote di minoranza detenute precedentemente da investitori finanziari, mentre a Finregg continuava a far capo il restante 15%. Nel corso del 2017, inoltre, è nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione, che vede la seconda generazione della famiglia Storchi alla guida dell’azienda: Matteo presidente e CEO e Christian alla vicepresidenza. La società ha chiuso il 2018 con un utile netto di 15,72 milioni di euro, in crescita del 38,3% rispetto agli 11,37 milioni contabilizzati nel 2017, ricavi per 379,03 milioni di euro, in aumento del 10,8% rispetto ai 342,06 milioni realizzati nell’esercizio precedente. A fine 2018 l’indebitamento finanziario netto era sceso a 36,7 milioni di euro, rispetto ai 40,7 milioni di inizio anno.