Nei primi nove mesi dell’anno sono state formalmente chiuse in Italia 781 operazioni di m&a, in calo del 14% rispetto alle 906 operazioni dei nove mesi 2021, per un controvalore complessivo di circa 56 miliardi di euro, a sua volta in calo dai 71 miliardi dei primi nove mesi 2021, su cui incideva però la conclusione dell’operazione Stellantis per circa 19,8 miliardi di euro. Lo calcola KPMG (si veda qui il comunicato stampa), rilevando quindi una conferma del trend già rilevato nei primi mesi dell’anno, quando erano state concluse 537 operazioni (-13% dalle 616 operazioni dei sei mesi 2021) per un controvalore di circa 30 miliardi di euro, dai 52 miliardi del primo semestre 2021 su cui incideva però l’operazione Stellantis pari a 19,8 miliardi (si veda altro articolo di BeBeez).Nel primo trimestre, invece, le operazioni concluse erano state 239 operazioni (-20% rispetto alle 298 operazioni del gennaio-marzo 2021) per un controvalore pari a circa 17 miliardi di euro (da 30,2 miliardi)(si veda altro articolo di BeBeez).
Detto questo, vista la situazione di incertezza geopoitica e il forte rallentamento economico in atto, si tratta ancora di numeri soddisfacenti. Per Max Fiani, partner KPMG e curatore del rapporto, infatti, “la chiusura di importanti deal nel corso del terzo trimestre ha mitigato il rallentamento registrato a metà anno in termini di controvalori, mentre risulta confermato un calo dei volumi a seguito dello scenario macroeconomico e geopolitico che ha portato gli operatori, soprattutto industriali, a rallentare/posticipare numerose operazioni. Confermano il primato i fondi di private equity: cinque delle prime dieci operazioni per controvalore nei primi nove mesi sono state portate a termine da investitori finanziari”.
Nel terzo trimestre 2022, le principali operazioni concluse in termini di controvalore sono state: l’acquisto da parte del gruppo francese di mutua assicurazione, Covea, del riassicuratore globale, PartnerRe, per un controvalore totale di 8 miliardi di euro da Exor; l’acquisto dell’americana Welbilt, che produce macchine per ghiaccio, forni professionali e purificatori d’aria, per 3,4 miliardi di euro da parte di Ali Group, azienda leader nelle apparecchiature per la ristorazione; e la cessione a un consorzio di investitori guidato da Ardian di un’ulteriore quota del 41% della holding Daphne 3, che detiene una partecipazione del 30,2% in Inwit, operatore del settore delle infrastrutture per le telecomunicazioni mobili, per 1,3 miliardi di euro.
Persiste il trend positivo di investimento da parte di operatori esteri sul territorio nazionale già evidenziato nel primo semestre. Si registrano 272 operazioni (+1,5% rispetto ai 9 mesi 2021) per un controvalore di oltre 24 miliardi di euro positivamente influenzato dalla chiusura delle già citate Covea-PartnerRe, Consorzio Ardian-Daphne 3 oltre che dall’acquisizione della maggioranza del capitale di Affidea, gruppo sanitario della famiglia Bertarelli, leader paneuropeo del settore della diagnostica, da parte della holding finanziaria belga Groupe Bruxelles Lambert, per un controvalore totale di circa un miliardo.
Peraltro più in generale i principali attori esteri del mercato m&a italiano restano i fondi di private equity. Qui però bisogna tener conto del peso di una singola operazione, cioè l’acquisto di Autostrade per l’Italia da parte di Cdp Equity, Blackstone e Macquarie, chiusa nel primo semestre del 2022 e che da sola vale circa 9,3 miliardi di euro. Ricordiamo poi l’investimento di Permira in Kedrion e la successiva fusione con la briannica Bio Products Laboratory, entrambe aziende biofarmaceutiche specializzate nella produzione di farmaci plasmaderivati, L’operaazione è stata condotta in collaborazione con la famiglia Marcucci e con il supporto dei co-investitori Abu Dhabi Investment Autority, Ampersand Capital Partners, CDP e FSI. Kedrion è stata valutata circa 2 miliardi di euro,
Tra le altre operazioni si segnala anche l’acquisizione della maggioranza di Biofarma, società specializzata nel mercato degli integratori alimentari, e dei dispositivi medici e dei cosmetici da parte del fondo francese Ardian che ha rilevato l’azienda dal fondo WhiteBridge Investments e dagli investitori privati Germano Scarpa e Gabriella Tavasani, per una valutazione complessiva pari a circa 1,1 miliardi di euro.
Ne è un ulteriore esempio il recente accordo tra il fondo australiano IFM e la famiglia Garrone su ERG, in base al quale San Quirico spa, società con la quale le famiglie Garrone e Mondini controllano ERG spa, ha costituito una newco alla quale è stato trasferito il 62,5% di ERG. Di questa nuova holding, IFM ha acquisito il 35% per un investimento di oltre un miliardo di euro.
I fondi di private equity sono stati anche spesso protagonisti di operazioni di delisting da Borsa Italiana. Da inizio anno ben 10 società hanno lasciato il listino. Oltre alle note Cerved, Flack Renewables, LaDoria, Cattolica Assicurazioni e Banca Carige, nell’ultimo trimestre hanno lasciato il listino anche Assiteca, Giorgio Fedon, CoimaRes, Piteco e Costamp Group. È stato inoltre annunciato da parte della famiglia Della Valle, l’avvio della procedura di offerta pubblica di acquisto sul 22,5% del capitale sociale di TOD’S per un controvalore di 338 milioni. Mentre è stata finalizzata lo scorso 26 settembre l’acquisizione da parte di Engineering del 43,2% del capitale di Be Shaping the Future, a seguito della quale lancerà un’offerta pubblica di acquisto sempre finalizzata al delisting.
Con riferimento ai mercati borsistici, la situazione di incertezza e forte volatilità ha influito sulle operazioni di quotazione. Nonostante nell’ultimo trimestre le ipo siano quasi raddoppiate (dalle 10 del primo semestre a 19 matricole), la raccolta di queste ultime nove operazioni ammonta a soli 60 milioni di euro, su una raccolta totale pari a 1,5 miliardi nei primi 9 mesi dell’anno. Tra le ultime quotazioni ricordiamo Energy che offre sistemi di accumulo per l’energia da fonti rinnovabili, e l’insurtech Yolo che offre servizi assicurativi digitali. Quanto a Eni, a seguito della forte volatilità sui mercati azionari, ha invece ufficialmente congelato la quotazione di Plenitude.
Tornando all’intera attività di m&a, a livello settoriale, il consumer e l’Industrial market è il maggior contributore a numero di operazioni, circa 410 che rappresentano circa il 52% delle transazioni concluse, per un controvalore pari a 12,2 miliardi di euro, tra le quali risulta particolarmente interessante nell’ultimo trimestre l’acquisto da parte di Exor del 10% del capitale sociale di Institut Mérieux, gruppo francese attivo in diversi ambiti del settore sanitario, con un investimento di 833 milioni di euro; segue poi il settore TMT, con circa 150 operazioni, che rappresenta oltre il 18% del numero di deal ed è caratterizzato da operazioni spesso di piccolo taglio ma di grande valore strategico come l’investimento di CRIF nel restante 75% del capitale di Innolva, leader nella gestione e recupero crediti e fornitura dati ufficiali e immobiliari in ambito corporate e finanziario. I settori Financial Services, Support Services and Infrastructure ed Energy& Utilities rappresentano invece, in termini di controvalore, rispettivamente il 33%, il 20% ed il 17% del mercato totale.
Il Financial Services ha beneficiato dell’attivismo registrato nel comparto assicurativo con la cessione di PartnerRe, con la finalizzazione della procedura di delisting dai mercati borsistici di Cattolica Assicurazioni da parte di Assicurazioni Generali, per un corrispettivo totale di 134 milioni di euro, e con l’acquisizione da parte di quest’ultima del 70% di Axa Affin Life Insurance, del 53% di Axa Affin General Insurance e del restante 51% di MPI Generali Insurance BERHAD, per un controvalore totale di 262 milioni di euro.
Infine, per il settore bancario, va segnalata la conclusione dell’opa sulle azioni di Banca Carige da parte di BPER Banca, per un controvalore di oltre 125 milioni, mentre per il comparto Fintech/ digital payment ricordiamo l’ingresso di Poste italiane nel capitale di LIS Holding, azienda paytech leader del mercato italiano dei pagamenti di prossimità, per un controvalore di circa 700 milioni di euro, e l’investimento del fondo FSI da 500 milioni per il 60% di BCC Pay, società di monetica del gruppo bancario Iccrea.
Per il settore Energy&Utilities, in linea con la strategia di crescita, anche a seguito dell’ingresso del Fondo australiano nel capitale, ERG ha acquisito, nell’ultimo trimestre, da Energias de Portugal (EDP), per un controvalore di 420 milioni, un nuovo portafoglio di 14 parchi eolici in Basilicata, Campania e Calabria, per una capacità installata di 172 MW, e, ha investito 128 milioni per il 100% del capitale di MP Solar bv, società di diritto olandese facente capo al fondo ABN AMRO Sustainable Impact Fund PE, che detiene 18 impianti fotovoltaici dislocati in Puglia, Molise, Lazio e Sardegna, con una potenza installata totale pari a 33,8 MW ed una produzione complessiva annua di 46 GWh. Infine, si è conclusa, dopo circa un anno, l’acquisizione di DEPA Infrastructure sa da parte di Italgas, terzo operatore in Europa per la distribuzione del gas naturale, per un controvalore di oltre 700 milioni.
Quanto ai numeri di fine anno, Max Fiani ha ricordato che “a oggi la pipeline m&a prevista in chiusura per il fine anno è composta da operazioni medio-grandi che porterebbero a un mercato m&a italiano pari a circa 70 miliardi, valore più alto di quanto registrato nel 2019, ultimo anno pre-pandemia. L’attività del prossimo trimestre sarà impattata dall’aumento dei tassi di interesse, dall’insediamento del nuovo governo e dall’oscillazione dei prezzi delle risorse energetiche e saranno decisive le risposte da parte dei governi e delle aziende in uno scenario 2023 complesso e caratterizzato da una crescita contenuta”.
Tra le operazioni in arrivo, ricordiamo che entro la fine del mese è atteso il closing dell’acquisizione del Gruppo Profilpas, azienda specializzata nella produzione e vendita di profili per pavimenti e rivestimenti e complementi di posa, da parte del Gruppo Mapei. Il prossimo 10 ottobre partirà poi l’opa su Atlantia da parte di Schema Alpha, società partecipata al 65% da Edizione e al 35% da Blackstone, per un controvalore complessivo pari a 12,7 miliardi di euro. E per il 31 ottobre è attesa la presentazione di un’offerta per la Rete Unica, a seguito del memorandum firmato a maggio tra TIM, CDP, Open Fiber e i fondi KKR e Macquarie, al fine di creare un solo operatore infrastrutturale nelle reti di telecomunicazioni.
Edizione ha inoltre annunciato la sottoscrizione di un accordo strategico con Dufry, finalizzato alla creazione di un gruppo globale nel settore dei servizi di ristorazione. L’assemblea dei soci di Dufry ha dato il via libera all’offerta pubblica di scambio/acquisto su Autogrill, per un controvalore totale pari a circa 2 miliardi di euro. Al termine dell’operazione, previsto nel secondo trimestre 2023, Edizione deterrà una quota nel nuovo gruppo compresa tra il 20% ed il 25%.
È stato posticipato poi a fine anno il closing dell’acquisto da parte di Cellnex di alcune torri di comunicazione da CK Hutchison, per un controvalore di circa 3,7 miliardi di euro, ed è prevista entro il 31 dicembre 2022 la finalizzazione dell’investimento più grande effettuato da Ariston nel capitale della tedesca Centrotec Climate Systems, per 703 milioni di euro in contanti e circa 41,4 milioni di azioni Ariston.
Tra le ultime operazioni annunciate segnaliamo infine l’accordo tra Investindustrial e gli attuali azionisti di Eataly, che prevede per Investindustrial un investimento di 200 milioni di euro in aumento di capitale e di altri 140 milioni per l’acquisto di quote, conil fondo che arriverà così a detenere il 52% del capitale di Eataly con l’obiettivo di supportarne la crescita a livello internazionale.