A fine giugno 2018 (ultimo dato disponibile) il patrimonio in gestione ai fondi di private capital con focus sull’Europa aveva raggiunto quota 1.620 miliardi di euro da 1.545 miliardi di dicembre 2017. In particolare, i fondi di private equity e venture capital avevano 559 miliardi di euro in gestione dai 516 miliardi di sei mesi prima, mentre i fondi di private debt si fermavano a 135 miliardi (da 118 miliardi). Lo calcola Preqin nel suo recente studio “Markets in focus: alternative assets in Europe“.
Sempre a fine giugno 2018, la dry powder (la liquidità disponibile per i deal) dei fondi di private capital con focus sull’Europa stava a livelli record a quota 411 miliardi di euro, con quella a disposizione dei fondi di private equity e di venture capital che ammontava a 211 miliardi.
Con tutti questi capitali a disposizione i fondi di private equity e di venture capital hanno raggiunto il record storico di investimenti nel 2018, rispettivamente con 120 miliardi di euro per i buyout e altri 20 miliardi riferiti al venture capital. E negli ultimi 5 anni sono stati siglati deal di private equity e venture capital per una media di 100 miliardi l’anno. Sono aumentati anche i valori medi dei buyout dai 211 milioni del 2014 ai 328 del 2018. Nel primo trimestre di quest’anno sono già a quota 309 miliardi. Per quanto riguarda il venture capital, la dimensione media delle operazioni è salita da 4,7 a 7,8 milioni nello stesso periodo; nel primo trimestre di quest’anno è a quota 10 milioni. Infine, è aumentato anche il numero di operazioni: 1901 buyout e 2.941 round di venture capital.
Sembra invece essere finito invece il trend ascendente in Europa del private debt, che ha raggiunto numeri record nel 2017. Nonostante i deal per 5,3 miliardi di euro nel 2018 segnalino un mercato in forma, l’incertezza dovuta anche alla Brexit può scoraggiare la ricerca di operazioni interessanti e un utilizzo efficace del capitale. Nel 2018 il maggior numero di operazioni si è registrato nell’Europa dell’Ovest e in UK, ma sono in calo rispetto al record del 2017. Nel primo trimestre di quest’anno il settore è partito molto bene in Gran Bretagna e sembra che la fiducia nelle prospettive inglesi stia crescendo.
Gli investimenti del Pere (Private equity real estate) sono cresciuti negli ultimi anni. Dal risultato del referendum sulla Brexit del 2016, sono scesi i deal in Gran Bretagna e saliti quelli in altri paesi dell’Europa dell’Ovest, al punto che i secondi hanno sorpassato i primi nel 2016 e 2017. Così molti mercati immobiliari piccoli, quali Italia e Spagna, sono cresciuti recentemente, ma sono soprattutto Francia e Germania hanno attratto gli investimenti di tipo Pere. Tuttavia va ricordato che 4 dei 5 maggiori deal dello scorso anno sono avvenuti in Regno Unito. Il segmento del settore immobiliare più interessante per gli investitori è stato quello degli uffici (52,5 miliardi di euro di deal del Pere), seguito dagli immobili commerciali (17 miliardi). Le prospettive per il real estate europeo comunque restano positive.