Il Consiglio di amministrazione dell’Organismo Italiano di Contabilità (OIC) che si è riunito a Roma lunedì 25 settembre, ha approvato una lettera di commento da inviare all‘European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG), che sta prendendo parte alla richiesta di informazioni relative alla Post Implementation Review dello standard IFRS 9 , avviata dall’International Accounting Standards Board (IASB) in tema di Expected Credit Loss (si vedano qui il comunicato stampa e qui il testo della lettera). I commenti vanno recapitati entro oggi.
La lettera dell’OIC sottolinea nel complesso il buon funzionamento delle nuove regole introdotte dalla IFRS 9 in tema di svalutazione sulle perdite attese su crediti, ma sottolinea che nel contesto italiano, dove i principi contabili internazionali si applicano anche al bilancio d’esercizio, resta da risolvere la problematica dell’applicazione del modello di impairment dell’IFRS 9 ai crediti intercompany.
Sul punto l’OIC osserva che l’applicazione dell’Expected Credit Loss model può essere costoso per i redattori del bilancio e di limitata utilità per gli utilizzatori del bilancio stesso. Infatti, la controllante può modificare i termini di pagamento del credito o convertirlo in capitale. Peraltro tali crediti possono essere subordinati al soddisfacimento degli altri creditori e sono quindi simili a investimenti in capitale. Per tali ragioni l’OIC suggerisce di escludere i crediti infragruppo dall’applicazione del modello di impairment dell’IFRS 9, analogamente a quanto avviene nei principi contabili statunitensi.
Ricordiamo che l’IFRS9 nel 2018 ha sostituito il vecchio standard contabile IAS39 e che si è trattato di una vera rivoluzione per le banche, perché ha cambiato il modo di valutare i crediti in bilancio. In particolare, il nuovo standard contabile ha imposto alle banche accantonamenti basati sulle perdite attese e non più su quelle effettivamente registrate. In pratica, mentre prima le perdite si dovevano rilevare solo al verificarsi di specifici eventi (impairment test), oggi le banche sono chiamate ad anticipare la rilevazione delle perdite ai primi segnali di deterioramento (approccio forward looking), dotandosi di strumenti valutativi volti a misurare la probabilità di default dei crediti erogati lungo tutta la loro vita contrattuale (si veda altro articolo di BeBeez). L’entrata in vigore del nuovo IFRS9 ha introdotto anche una nuova macro-categoria di crediti, quella dei crediti sub-performing (cosiddetti Stage2 o underperforming), cioé dei crediti in bonis che per qualche motivo danno adito a pensare che possano trasformarsi presto in deteriorati e per questo pesano di più sul fronte dell’assorbimento di capitale delle banche. Con la conseguenza che aumenta il patrimonio di vigilanza da accantonare.
Nel 2020, lo IASB ha poi iniziato la revisione post-implementazione dell’IFRS 9, a partire dalla revisione dei requisiti di classificazione e valutazione. Nel luglio 2022, lo IASB ha deciso di iniziare la revisione post-implementazione anche dei requisiti di riduzione di valore previsti dall’IFRS 9. Oggi si chiude la fase di consultazione, vedremo quindi nei prossimi mesi se ci saranno modifiche alle norme, che potranno impattare sul mercato dei crediti deteriorati.