Trainato dal mega deal di Scalapay (si veda altro articolo di BeBeez), l’Italia nel 2022 è stato l’unico Paese in Europa in controtendenza con un +46% quanto a investimenti in venture capital, che invece si sono contratti ovunque e in particolare in Germania e in Spagna. Il dato emerge dal secondo Italy Venture Capital Scanner di Bain & Company, presentato ieri a Milano nel corso di un evento tenutosi negli uffici della società di consulenza strategica, a cui hanno preso parte diversi protagonisti del mondo VC italiano (Casavo, Cubbit, Golee, GoVolt, Innovheart, MUGO, newcleo, Planet Farms, Poke House, Scalapay, The Circle, Unobravo, Will) ma anche alcuni investitori (United Ventures ed Eureka! Venture), (si veda qui il comunicato stampa).
Sta di fatto che l’andamento generale si prospetta in calo. Prova ne è che nei primi tre mesi del 2023, il venture capital italiano ha frenato la sua corsa, registrando una contrazione del 16% in termini di volume e del 69% in termini di valore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Per il resto dell’anno, le prospettive del venture capital sono legate a doppio filo al closing di pochi mega-deal su early e late stage, che possono contribuire a stabilizzare il valore complessivo di mercato.
“Da gennaio a oggi abbiamo comunque registrato deal rilevanti e, in un contesto globale di incertezza, questo rappresenta un segnale decisamente positivo. Nella seconda metà dell’anno sarà fondamentale il supporto istituzionale, in particolare la messa a terra delle risorse del PNRR destinate a transizione energetica e digitale. Questa liquidità sarà cruciale per sostenere il volume dei deal, fornire ulteriore spinta a questo mercato e replicare i numeri dello scorso anno”, ha detto Emanuele Veratti, partner e digital practice leader di Bain & Company.
Il 2022 si è rivelato un anno record per i finanziamenti di venture capital in Italia, con investimenti a quota 1,6 miliardi di euro, secondo Bain&Co, che sottolinea però che comunque il suo peso è assolutamente marginale nel panorama europeo, interessando solo il 2%. Il mercato, infatti, è guidato da Regno Unito, Francia e Germania, mercati storicamente più maturi.
Ricordiamo, invece, che, secondo i dati AIFI-PwC gli investimenti di venture capital seed, early stage e later stage condotti soltanto dai fondi sono stati 547 (+47% dal 2021) per un valore di 1,18 miliardi di euro (+101%) (si veda altro articolo di BeBeez). I dati, in entrambi i casi, differiscono da quelli di BeBeez perché BeBeez mappa il valore della raccolta delle startup e scaleup, indipendentemente dal tipo di investitori di venture capital, siano questi fondi, holding di investimento corporate venture capital, banche, business angel o crowd di piattaforme di equity crowdfunding e include il venture debt (non però le cartolarizzazioni). Con questo punto di vista, ricordiamo che BeBeez ha mappato un totale di circa 2,57 miliardi di euro raccolti nel 2022 spalmati su 339 round (si veda qui il Report Venture Capital 2022 di BeBeez, disponibile per gli abbonati a BeBeez News Premium e BeBeez Private Data), contro i 2,9 miliardi, spalmati su 535 round nel 2021 (si veda qui il Report Venture Capital 2021 di BeBeez). L’anno che si è appena concluso, quindi, secondo i dati di BeBeez, ha registrato una frenata nella raccolta di venture capital, che è avvenuta soprattutto negli ultimi mesi, e soprattutto si è vista una grande concentrazione degli investimenti su poche e grandi scaleup. E il trend si è accentuato nei primi 4 mesi del 2023. Soltanto grazie al round da 40 milioni di euro raccolto a fine aprile da Energy Dome (si veda altro articolo di BeBeez), le statistiche degli investimenti di venture capital del primo quadrimestre dell’anno sono salite a quota 245 milioni di euro (si veda qui il Report di BeBeez 4 mesi di Venture Capital 2023, disponibile agli abbonati a BeBeez News Premium e BeBeez Private Data, pubblicato il giorno prima dell’annuncio di Energy Dome, che mappava round per 205 milioni).
In ogni caso resta però vero che negli ultimi anni il mercato del venture capital in italia ha registrato un cambio di passo. E Veratti di Bain&Co ha infatti sottolineato: “I risultati registrati nel nostro Paese lo scorso anno confermano il trend di crescita del venture capital, che per il secondo anno consecutivo ha visto investimenti superiori al miliardo. L’Italia continua quindi a giocare un ruolo centrale e pionieristico nel mondo della ricerca, dell’innovazione e dello sviluppo del talento. Tuttavia, c’è ancora molto spazio per una crescita sistemica degli investimenti in startup ed è necessario e urgente accelerare sulla forte frammentazione ancora esistente in termini di investimenti nel Paese: se la Lombardia (ed in particolare l’area di Milano) si conferma l’hub principale in termini di innovazione, seguito da Toscana e Lazio, il resto del Paese continua a mostrare un forte gap”.
La ricerca di Bain&Co evidenzia come, nonostante la contrazione in termini di numeri, lo scorso anno la crescita sia stata guidata dalla dimensione dei deal, con un evidente consolidamento verso mega deal ed early e later stage. In termini di settori, il mondo dei servizi finanziari ha registrato i maggiori investimenti di VC, seguito dalla tecnologia. Sul podio dei più grandi deal in registrati in Italia nel 2022 per valore Bending Spoons, Satispay, Scalapay.
Come anticipato sopra, la Lombardia anche lo scorso anno ha guidato il mercato italiano del Venture Capital italiano, con 1,3 miliardi di euro investiti (circa l’80% del totale). Seguono la Toscana, con 77 milioni di euro investiti (5% del valore totale del mercato) e il Lazio, con il 3% del mercato (56 milioni di euro). Rimangono indietro Sardegna, Sicilia, Calabria e Puglia con poco più di 8 milioni di euro di investimenti complessivi.
Quanto ai tre deal principali per valore, ricordiamo che lo sviluppatore italiano di app Bending Spoons ha raccolto un mega-round da 340 milioni di dollari da investitori internazionali in quella che è stata una delle operazioni più importanti avvenute in Italia negli ultimi anni nell’ambito tecnologico lo scorso settembre (si veda altro articolo di BeBeez).
Quanto a Satispay, la società italiana nei servizi di pagamento su dispositivi mobili ha concluso lo scorso settembre un round serie D da ben 320 milioni di euro raggiungendo così lo status di unicorno, superando il valore di 1 miliardo. La raccolta è avvenuta interamente in equity (si veda altro articolo di BeBeez).
Infine Scalapay. La scaleup fintech milanese ha sviluppato una soluzione di pagamento per terze parti che consente ai clienti, online e offline, di acquistare subito e pagare dopo (buy now pay later o bnpl) senza interessi, in tre rate. A febbraio 2022 ha chiuso un nuovo round di investimento da 497 milioni di dollari, che l’ha portata ad una valutazione superiore al miliardo di dollari e quindi a entrare nella lista degli unicorni (si veda altro articolo di BeBeez). Il round è stato guidato da Tencent e Willoughby Capital, con la partecipazione di Tiger Global e Fasanara Capital (già investitori in round precedenti), Gangwal, Moore Capital e Deimos.
Nel mondo dei top deal per valore ricordiamo anche Casavo. La proptech, piattaforma di nuova generazione per vendere e comprare casa in Europa fondata da Giorgio Tinacci, lo scorso luglio si è assicurata un mega-round di finanziamento di Serie D da ben 400 milioni di euro, tra equity e debito, il più grande finanziamento di sempre nel settore proptech in Europa (si veda altro articolo di BeBeez). Il round ha compreso un investimento di 100 milioni di euro di equity, guidato da Exor, già nel capitale di Casavo dal 2021, a cui si sono affiancati sia nuovi investitori, tra i quali Neva sgr (Gruppo Intesa Sanpaolo), Endeavor Catalyst, Hambro Perks, Fuse Ventures Partners e vari angel investor come Sébastien de Lafond (fondatore di MeilleursAgents); sia i principali investitori già nel capitale della scaleup e cioé Greenoaks, Project A Ventures, 360 Capital, P101 sgr, Picus Capital e Bonsai Partners.
Quest’ultima, però, lo. scorso febbraio ha sorpreso il mercato con un annuncio shock perché in una lettera ai dipendenti pubblicata nel suo blog sul sito internet della società, Tinacci ha annunciato che la società deve ridurre di circa il 30% il team che oggi conta in totale circa 500 persone, per ridurre i costi e accelerare il percorso verso il breakeven di bilancio, evitando il ricorso a nuovi aumenti di capitale e a nuove cartolarizzazioni. Una decisione ritenuta “difficile”, ma “essenziale per il successo a lungo termine di Casavo” (si veda altro articolo di BeBeez).