Eureka!, società di venture capital specializzata in deep science investment e digital tech investment, ha investito 500 mila euro nei due nuove progetti PoC (proof of concept) “Reflex” e “Bloxy” promossi rispettivamente dall’Istituto per i Polimeri, Compositi e Biomateriali (IPCB) del CNR e dall’Università di Bologna. L’investimento è avvenuto attraverso il Fondo Eureka! Fund I – Technology Transfer, avviato nel 2020 con una dotazione iniziale di 30 milioni (si veda altro articolo di BeBeez), per investire in proof-of-concept (PoC), spin-off, startup e imprese che si occupano dellavalorizzazione dei risultati nell’ambito della Scienza ed Ingegneria dei Materiali (si veda qui il comunicato stampa).
Nell’operazione Eureka! è stata assistita dallo Studio L&B Partners Avvocati Associati.
Più nel dettaglio, Reflex si propone di sviluppare un adesivo per la realizzazione di film accoppiati, che abbia un’elevata barriera ai gas e che permetta una facile deaminazione e separazione degli strati per favorire il riciclo del film multistrato. L’imballaggio, infatti, prevede l’uso di materiali diversi per formare la struttura di una confezione, mentre la plastica utilizzata come monomateriale è completamente riciclabile.
Il team del progetto Bloxy ha invece sviluppato e brevettato un materiale attivo e sostenibile che, utilizzato per l’imballaggio, protegge gli alimenti e bevande sensibili all’ossigeno dai processi ossidativi, preservandone la qualità per periodi molto lunghi.
La tecnologia usata da Reflex e Bloxy è potenzialmente destinata ad applicazioni di imballaggio non solo alimentare, ma anche cosmetico e farmaceutico.
Andreas Lesch, PI del progetto Bloxy e professore associato presso Università di Bologna, ha commentato: “Il packaging sta vivendo una enorme rivoluzione, al fine di ridurre gli sprechi di cibo e i rifiuti di imballaggi e per fornire alimenti di alta qualità a costi ragionevoli. Siamo convinti di dare un contributo fondamentale a questo sviluppo, trasferendo la fabbricazione ed i test del nostro materiale dalla scala di laboratorio verso la scala industriale”.
Giovanna G. Buonocore, responsabile del PoC Reflex, ha aggiunto: “Il materiale proposto nel PoC Reflex è relativo ad una tematica su cui, soprattutto attualmente, c’è una forte attenzione di istituzioni, filiera e consumatori. Il tema della sostenibilità ambientale ha portato aziende produttrici e utilizzatrici di imballaggi a rivalutare alcune scelte in un’ottica di riduzione degli impatti. L’adesivo proposto nel PoC Reflex potrà essere di particolare interesse sia per le aziende operanti nel settore di riferimento perché può portare vantaggi competitivi di rilievo, sia per i consumatori sempre più consapevoli e attenti al tema del “fine vita” degli imballaggi”.
Anna Amati, partner che ha seguito gli investimenti per Eureka! Fund, ha concluso: “Continua il nostro impegno per far emergere i risultati della ricerca scientifica italiana e per definire le migliori traiettorie di valorizzazione. Questa volta protagonisti sono due team con i quali intendiamo sviluppare soluzioni, anche integrate tra loro, capaci di rispondere ad una delle sfide principali del packaging alimentare, quella della migliore conservazione del cibo”.
Come detto, Eureka! Fund I – Technology Transfer è partito nell’anno della pandemia con un investimento iniziale di 30 milioni da parte della piattaforma ITATech a sua volta finanziata da Cdp e Fei (si veda altro articolo di BeBeez), ai quali poco dopo si sono aggiunti anche gli impegni di altri investitori istituzionali quali la Compagnia di San Paolo, e di società industriali che credono nella open innovation come strumento per fare vera innovazione, come SAES Group, società leader nella produzione di advanced material (quotata nel segmento Star di Borsa Italiana), e Umbra Group, società leader nel settore aerospace (controllata dalla famiglia Baldaccini e partecipata da un club deal di investitori promosso da Azimut Global Counseling ed Electa Ventures, si veda altro articolo di BeBeez). Il fondo è stato sottoscritto anche da investitori HNWI (high net worth individuals).
Il fondo beneficia inoltre del supporto di InnovFin Equity (lo strumento finanziario sviluppato sotto Horizon 2020 e che rappresenta il programma di riferimento della Unione Europea per la Ricerca e l’Innovazione) e dello European Fund for Strategic Investments.
Sino ad ora Eureka! Fund I – Technology Transfer ha effettuato una ventina di investimenti, gli ultimi dei quali hanno comportato lo scorso maggio l’esborso di 1 milione di euro per quattro nuovi progetti che hanno avuto come target i progetti ALICE del CNR ed ENEA, Beyond CrioPurA dell’Istituto per i Polimeri, Compositi e Biomateriali del CNR, ed e-CO2Synt e IliCO2Sep del Politecnico di Torino (si veda altro articolo di BeBeez). Tra i follow-on si menzionano invece Phononic Vibes, attiva sui metamateriali per la riduzione del rumore e delle vibrazioni (si veda altro articolo di BeBeez) e Caracol, azienda lombarda specializzata in servizi avanzati di stampaggio in 3D, che opera con tecnologie di Large Robotic Additive Manufacturing al servizio di industrie quali l’automotive, l’aerospazio e il design, che ha chiuso un round di investimento da 10,6 milioni di euro a cui hanno partecipato, insieme ad Eureka!, CDP Venture Capital sgr, Neva sgr e Primo Space Fund (si veda altro articolo di BeBeez).