A conferma delle voci che circolavano negli ambienti finanziari da alcuni giorni, è passata di mano l’intera proprietà di Everli, la scalup che ha sviluppato la piattaforma di shopping che riunisce i migliori supermercati e rivenditori di generi alimentari, consentendo loro di vendere online, offrendo una soluzione di consegna a domicilio (si veda qui il comunicato stampa).
La scaleup, che meno di un anno fa, era stata inserita dal Financial Times nella classifica annuale delle aziende europee in più rapida crescita, versa in situazione di grave difficoltà, come già riferito pochi giorni fa da Sifted.
Ad acquisire la totalità del capitale sociale è Palella Holdings, il family office di Salvatore Palella, l’imprenditore italiano che nel 2015 ha fondato Helbiz, società di sharing di monopattini elettrici che aveva per prima importato questo servizio in Italia, nel 2018, e che è quotata al Nasdaq da agosto 2021 (si veda altro articolo di BeBeez).
L’operazione è stata effettuata mediante un aumento di capitale da 21 milioni di euro, e ha “l’obiettivo di porre le basi per il rafforzamento, la riorganizzazione e il rilancio di Everli, anche attraverso le sinergie e la stretta collaborazione con i nostri partner nella grande distribuzione organizzata”, spiegano le due società sui loro profili Linkedin (si veda qui il post di Everli, e qui il post di Palella Holdings). L’acquirente è stata assistito nella transazione da Deloitte Legal e dallo Studio Legale Rappazzo.
Fra marzo 2021 e aprile 2022 la società era stata protagonista di un round di finanziamento di serie C, in due puntate, nel corso del quale aveva raccolto 122 milioni di euro da investitori di primario rilievo, italiani e internazionali (si veda altro articolo di BeBeez). In quell’anno la società aveva generato 97,3 mlioni di ricavi, con un ebitda negativo per 26,8 milioni, a fronte di un patrimonio netto di 9,7 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Palella Holdings aveva presentato un’offerta vincolante lo scorso 28 gennaio 2024 che Everli aveva ricevuto il 29 gennaio, giorno in cui si era tenuta l’Assemblea Straordinaria dei soci che, fra gli altri punti all’ordine del giorno, aveva deliberato di sanare parzialmente 94,3 milioni di euro di perdite risultanti dalla situazione patrimoniale, economica e finanziaria al 31 ottobre 2023. Lo aveva fatto a carico della riserva sovrapprezzo azioni, mediante suo totale annullamento, per il valore di 86,6 milioni, e mediante azzeramento del capitale sociale sottoscritto di 188mila euro, con conseguente annullamento di tutte le 16 mila e poco più azioni senza valore nominale espresso in circolazione.
Contestualmente era stato deliberato di aumentare il capitale sociale a pagamento per poco più di un milione di euro, oltre a 20,7 milioni a titolo di sovraprezzo, in via inscindibile per 13,3 milioni, e in via scindibile per l’importo residuo da liberarsi mediante conferimento in danaro. Limitatamente alla porzione inscindibile, era da realizzarsi mediante l’emissione di massimo 13,9 milioni di azioni da offrire in opzione ai soci in proporzione rispetto al numero di azioni possedute.
L’obiettivo del neo acquirente è quello di posizionare la società come il leader della spesa online nel mercato italiano. “Sono entusiasta di accogliere questa straordinaria opportunità di rilanciare Everli, una piattaforma che ha già dimostrato un enorme potenziale nel settore della spesa on-line”, ha detto Palella. “La nostra visione è chiara: vogliamo trasformare Everli non solo in un leader indiscusso del mercato italiano, ma anche in un punto di riferimento per l’innovazione e la qualità nel servizio di consegna della spesa a domicilio. La sfida del rilancio di Everli passa per la sua profittabilità nel breve termine e prevede investimenti in tecnologia, nell’interfaccia utente e nelle partnership strategiche per ottimizzare ogni aspetto dell’esperienza di acquisto”. Decisivo per il rilancio dell’azienda, ha sottolineato Palella Holdings, è stato l’accordo siglato da Assogrocery il 19 febbraio con CGIL, CISL e UIL per regolamentare il settore prevedendo un assetto di tutele minime per gli shopper. Per la prima volta in Italia, chi lavora per le piattaforme gode di tutele reali che sono state oggetto di contrattazione collettiva.
Era stato come detto Sifted sei giorni fa a parlare per primo della situazione di grave difficoltà della società. Secondo quanto scritto dal sito l’azienda, un tempo valutata oltre 450 milioni di euro, stava per essere venduta a un acquirente sconosciuto per un euro, dopo aver affrontato una crisi di liquidità e non essere riuscita a raccogliere fondi. Lo riportava un documento di aggiornamento per gli investitori risalente al quarto trimestre 2023, distribuito agli addetti ai lavori la settimana scorsa, secondo il quale, dopo che la posizione finanziaria di Everli si era deteriorata nella seconda metà del 2023, il suo consiglio di amministrazione era stato costretto a prendere in considerazione la possibilità di liquidare la società o di trovare un acquirente disposto ad assumerne le passività e ad investirvi per salvarne le attività.
Che cosa aveva determinato la crisi? Fonti vicine alla società e alla trattativa hanno spiegato a BeBeez che, fra i motivi delle difficoltà, c’era stato anche il cambiamento delle abitudini dei consumatori che, terminati i vari lockdown, avrebbe determinato un calo sostanziale degli ordini e, quindi, dei ricavi. “La pandemia è stata un vero e proprio tsunami”, ha dichiarato a questo proposito a Sifted Federico Sargenti, ceo dal 2016 che si è dimesso a maggio 2023 (si veda qui il post Linkedin). “Il numero di richieste raddoppiava ogni giorno e abbiamo dovuto agire con enorme rapidità su una serie di frontiere, dalla tecnologia alla logistica”.
Secondo Sifted, Everli non era riuscita a raccogliere nuovi fondi quando la società di investimento Verlinvest, con sede a Bruxelles, che avrebbe dovuto guidare un nuovo round di finanziamento, aveva deciso di non sostenerne ulteriormente lo sviluppo. A marzo 2021, era stata proprio la società di private equity belga sponsorizzata dalla famiglia Les Spoelberch, azionista di riferimento del colosso della birra AB-InBev, a guidare la prima tranche del round di serie C da 100 milioni di dollari di cui accennato sopra e a cui avevano partecipato nuovi investitori internazionali tra cui Luxor, DN Capital, C4 Ventures, e Convivialité Ventures oltre ai soci esistenti FITEC, gestito da Fondo Italiano d’Investimento sgr, Cdp Venture Capital sgr, 360 Capital, Innogest sgr e DIP (si veda altro articolo di BeBeez). Poco più di un anno più tardi, c’era stato un ampliamento del round del valore di 22 milioni di euro. I nuovi capitali erano stati investiti da United Ventures attraverso il suo fondo UV T-Growth (si veda altro articolo di BeBeez).
Data gennaio 2023, invece, il round condotto da un solo investitore, Platina Partners, per una somma non resa nota. Prima di quest’operazione, Platina deteneva il 6,03%, mentre primo azionista era il Fondo Italiano d’Investimento sgr (23%), seguito da Verlinvest (17,98%), SImon Fiduciaria spa (9,61%), 360 Capital 2011 Investments sa (9,16%), Innogest sgr (9,14%), United Ventures (9,01%). Con quote superiori al 3% c’erano tre soci, seguiti da diverse partecipazioni meno rilevanti. Si trattava di CDP Venture Capital sgr (3,99%), C4 ventures II slp (3,52%), e DN Capital Global Venture Capital (3%) (si veda qui il database di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).