di Giuliano Castagneto
F&B Investment, società che sviluppa nuovi modelli di ristorazione e titolare del marchio I Love Pokè, sta per lanciare il nuovo brand Almaki al Mapic Italy 2022, in programma a Milano tra il 18 e il 19 maggio (si veda qui il comunicato stampa).
Dopo il successo ottenuto con la catena di punti vendita del celebre piatto hawaiano composto da cereali, pesce crudo e verdure fondata nel 2017 a Milano e di proprietà da Michael Nazir Lewis e della moglie Rana Edwards, F&B Investment aprirà dunque il primo store nel centro commerciale Fiordaliso di Rozzano (MI), all’interno della nuova food court.
Ricordiamo che poco più di un anno fa, I Love Pokè ha raccolto 14 milioni di euro in un round sottoscritto dall’imprenditore bergamasco Francesco Manzi, che in più di 50 anni di esperienza nel settore immobiliare e retail ha stretto partnership con McDonald’s, KFC, Burger King, Decathlon, Aldi, Esselunga. Contestualmente Manzi era entrato nel management di I Love Pokè (si veda altro articolo di BeBeez), con l’obiettivo di espandere i punti vendita della catena sia sul territorio italiano che all’estero.
I risultati non si sono fatti attendere. Nel 2021 I Love Pokè ha visto il giro d’affari esplodere a 40 milioni di euro, dai 10 milioni del 2020, per un margine ebitda stimato superiore al 20%. (si veda qui Pambianco News). Crescita resa possibile dall’apertura di nuovi ristoranti su suolo italiano che lo scorso marzo hanno toccato, con Assago (Mi), quota 100, di cui 80 aperti a partire dallo scorso maggio. Per il 2022, I Love Poké punta a raddoppiare il fatturato grazie all’apertura di nuovi store non solo in Italia, ma anche all’estero in diversi Paesi europei, tra cui Francia, Germania, Inghilterra e Polonia, per un totale di ulteriori cento punti vendita. I nuovi ristoranti comporteranno anche un aumento dell’organico: se già nel 2021 I Love Poke è passato da 100 a 800 collaboratori, nel 2022 si stima l’inserimento di ulteriori 500 persone.
Ora Lewis e Edwards ci riprovano con Almaki, format di ristorazione fast casual che si inserisce nella tradizione culinaria nikkei, che si pone l’obiettivo di coniugare colori e vivacità della cucina peruviana con l’eleganza e il rigore di quella giapponese, con il pesce a fare da trait d’union. Almaki è l’unione di tre termini: Alma, in spagnolo anima, parola che descrive il popolo peruviano; Ki, termine giapponese utilizzato per indicare l’energia interna del corpo umano, e Maki, l’elemento principale del menu.
“E’ la partenza di un importante piano di crescita, che vedrà nuove aperture all’interno dei principali centri commerciali italiani. Proprio gli shopping mall rappresentano per noi un canale privilegiato, almeno inizialmente, per cui abbiamo scelto Mapic Italy (edizione italiana della famosa fiera francese del settore immobiliare ndr) quale palcoscenico ideale per presentarlo agli operatori del retail real estate. L’assenza di canna fumaria, la qualità del prodotto, il punto vendita snello e la logistica del pesce in comune con I Love Poke, sono il valore aggiunto di Almaki in un’ottica di veloce replicabilità e sviluppo del format, sia direttamente che in franchising” ha commentato Lewis. Sviluppo che prevede, al momento, una ventina di aperture tra gestione diretta e affiliazione. Il format del ristorante si articola su metrature comprese tra i 40 e i 70 mq e si caratterizza, al pari di I Love Poke, per l’assenza di una canna fumaria. L’attività operativa si limita, infatti, alla lavorazione di frutta e verdura, alla preparazione di salse e uramaki, e alla trasformazione di semilavorati. Per questo motivo il personale è previsto in sole tre unità in cucina e due al bancone.
Per l’elaborazione del menu è stato coinvolto Rafael Rodriguez, premiato dalla Guida Michelin quale miglior chef di Alta Cucina peruviana e forte di una lunga esperienza come Executive Chef in tutta Italia. In particolare, la sua nota conoscenza delle salse ha esaltato i piatti donando loro gusto e colore.
Parallelamente alla prima apertura, sarà attivato il servizio delivery sulle principali piattaforme nazionali tra cui Deliveroo e Glovo. Il target di clientela, estremamente eterogeneo, è compreso tra i 15 e 50 anni, in virtù di uno scontrino medio caratterizzato dall’ottimo rapporto qualità prezzo.
Intanto si può ben dire che il Pokè fa gola, e non solo in termini gastronomici. Il primo scorcio del 2022 ha infatti visto un fioccare di operazioni sui ristoranti dedicati al piatto hawaiano. A inizio anno la holding di partecipazioni Innovative-Rfk ha rilevato il 10% del distributore di Pokè bowl Poke Scuse, con opzione per salire al 18% entro l’anno prossimo (si veda altro articolo di BeBeez). Negli stessi giorni Pokè House, altra azienda emergente del comparto, che aveva raccolto 20 milioni nell’aprile 2021 da F2G e la Milano Investment Partners di Angelo Moratti (si veda altro articolo di BeBeez), ha rilevato l’americana Sweetfin, precursore del poke e leader delle bowl plant-based negli Stati Uniti (si veda altro articolo di BeBeez) e sta pensando alla quotazione. Poche settimane dopo, a inizio marzo, Ami Poké, prima catena di poké di Roma e tra le prime in Italia, ha incassato poco meno di 1,3 milioni di euro in una campagna di equity crowdfunding condotta sulla piattaforma Mamacrowd, sulla base di una valutazione pre-money di 10 milioni di euro e ottenendo quindi una post-money valuation di oltre 11 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).