CellPly, startup bolognese specializzata in soluzioni pionieristiche nel campo della bio ingegneria medicale, ha chiuso un round da 2 milioni di euro sottoscritto dai nuovi investitori LIFTT (per 800 mila euro) e Recomec, holding controllata dalla famiglia Zanelli (ex proprietaria di Comecer) e dagli investitori già presenti nel capitale, cioé i soci di Italian Angels for Growth (700 mila euro), Indaco Ventures, META Zernike Ventures e l’incubatore californiano Rearden (si veda qui il comunicato stampa).
CellPly è stata fondata nel 2013 da Massimo Bocchi (ceo) e Roberto Guerrieri, founder di Silicon Biosystem, ceduta a Menarini, e inventore della tecnologia fingerprint acquisita da Apple. La startup aveva raccolto un round seed da 2 milioni di euro nel marzo 2014, appunto sottoscritto da soci di IAG, Zernike Meta Ventures (oggi appuntoMETA Zernike Ventures, tramite il Fondo Ingenium Emilia Romagna II) e il fondo Atlante Seed (oggi appunto gestito da Indaco Ventures) (si veda altro articolo di BeBeez). Successivamente, tra il 2016 e il 2018, la società si è assicurata vari grant per un totale di 2,65 milioni di euro (si veda qui Crunchbase).
L’azienda, inizialmente focalizzata sul business diagnostico, si è recentemente specializzata nel segmento delle terapie cellulari. Il target è rappresentato dalle aziende farmaceutiche e dalle cliniche che stanno sviluppando nuove terapie o cell factory nel settore delle terapie cellulari e dell’immuno-oncologia.
L’obiettivo del team di investitori è il completamento dello sviluppo delle prime unità del prodotto per arrivare alla sua commercializzazione entro 12-18 mesi. Una soluzione “state of the art” per l’analisi di singole cellule immunitarie contenute all’interno dei lotti di terapie cellulari prodotti da aziende biotech e istituti oncologici.
Le attuali terapie cellulari immuno-oncologiche, infatti, hanno un limite: le cellule prelevate e re-iniettate ai pazienti dopo la modifica genetica non sempre sono efficaci e presentano una eterogeneità non solo tra diversi pazienti, ma anche tra diverse cellule dello stesso campione. Inoltre, un ulteriore ostacolo è rappresentato dal loro alto costo dovuto ai lunghi tempi richiesti per la ricerca e sviluppo visti il complesso meccanismo di azione di queste terapie e ai costi rilevanti per la produzione d il controllo di qualità. Un quadro che rallenta lo sviluppo di una tecnica terapeutica che dispone, al contrario, dell’enorme potenzialità di poter curare, non solamente trattare, pazienti oncologici.
Cellply si propone come game-changer, superando questi gap grazie alla capacità di misurare la funzionalità di singole cellule immunitarie all’interno di un lotto di terapia cellulare, offrendo uno strumento in grado di accelerare la ricerca e sviluppo e di garantire un controllo di qualità più approfondito e più rappresentativo dalla effettiva efficacia del prodotto
Il ceo di CellPly, Massimo Bocchi, ha commentato: “Vogliamo offrire ad aziende biotech e pharma e a cliniche che sviluppano nuove terapie cellulari uno strumento in grado di ridurre tempi, costi e rischi di sviluppo. Abbiamo sviluppato uno strumento analitico complesso e automatizzato, con un cuore tecnologico rappresentato da un dispositivo microfluidico in cui singole cellule immunitarie vive possono interagire con cellule tumorali in migliaia di microstrutture, permettendoci di osservarne la funzione e il comportamento in un contesto biologicamente rilevante. Questo permette di analizzare nel dettaglio ciascun lotto di terapia cellulare osservando le sottopopolazioni di cellule immunitarie, identificando i campioni contenenti un maggior numero di cellule attive ed efficaci e velocizzando quindi i processi di scoperta e sviluppo di nuove terapie cellulari. L’obiettivo è creare un ‘Cell Pass’, uno strumento che consenta di monitorare le caratteristiche funzionali, la cosiddetta potency, del prodotto durante lo sviluppo, la produzione e a seguito della somministrazione ai pazienti. È un tema di alta rilevanza nel settore della cell therapy con un potenziale impatto enorme sullo sviluppo dell’immuno-oncologia.”
Guido Panizza, Head of Project Management di LIFTT, ha aggiunto: “La soluzione che con CellPly vogliamo portare sul mercato è potenzialmente in grado di sbloccare le potenzialità positive che le terapie cellulari sono in grado di offrire nella lotta ai tumori. Queste terapie hanno mostrato la capacità di curare il cancro, ma occorre rendere questi trattamenti sostenibili e quindi accessibili a tutti i malati che necessitano di tali cure. Ad oggi, infatti, esistono diverse tecniche di terapia cellulare, ma comportano tempi lunghi, una bassa riproducibilità e un numero elevato di tecnici specializzati per la produzione ed il controllo di qualità. Tutto questo si traduce anche in un alto rischio di fallimento che non è accettabile né per il paziente, perché molto spesso si parla di gravi malattie e non c’è margine per provare una seconda terapia, né per le aziende farmaceutiche che producono la terapia.”
Giovanni Tesoriere, ceo di LIFTT che vanta una competenza specifica sul tema in virtù del suo passato con il fondatore di LIFTT, Stefano Buono, nello sviluppo di un farmaco oncologico nella AAA, poi venduta a Novartis, ha concluso: “In linea con la propria visione LIFTT investe in progetti che determinano importanti esternalità positive, e mai come in questo caso abbiamo rilevato come le solide prospettive di business di CellPly siano interconnesse con un beneficio collettivo evidente. L’intervento di LIFTT è importante perché è importante il progetto CellPly, che può aprire una prospettiva determinante nella lotta ai tumori: una piattaforma che in poche ore è in grado di dare informazioni precise sulle caratteristiche ed il grado di efficacia delle immunoterapie è un grande aiuto non solo per le aziende biotech e farmaceutiche ma anche per il sistema sanitario, i medici e i pazienti.”
LIFTT è stata fondata da Politecnico di Torino e Fondazione Compagnia San Paolo ed è presieduta dall’imprenditore-scienziato Stefano Buono, ex fondatore di Advanced Accelerator Applications, gruppo farmaceutico specializzato nel campo della medicina nucleare quotato al Nasdaq e venduto a Novartis nel 2018. LIFTT promuove un modello di business etico inspirato dagli ESG e vanta a oggi 115 investitori privati ed istituzionali, tra cui Fondazione LINKS, Compagnia di San Paolo e CRT, nel processo di capitalizzazione di almeno 90 milioni entro il 2024. LIFTT ha raccolto a oggi 28 milioni e ha completato 18 investimenti in startup e pmi innovative, partendo da una pipeline di oltre 1.000 società, attive in tutti i settori economici.
Tra i suoi ultimi investimenti, ricordiamo quello dello scorso novembre in Random Power, startup italiana attiva nel settore della crittografia, di cui LIFTT ha sottoscritto un round da 200 mila euro (si veda altro articolo di BeBeez).