di Giuliano Castagneto
Neva sgr, la ex Neva Finventures, cioè il corporate venture capital di Intesa Sanpaolo, facente capo all’Intesa Sanpaolo Innovation Center, lo scorso giugno ha finalizzato tramite il proprio fondo Neva First, specializzato nell’ICT con particolare riguardo al fintech, due investimenti in altrettante società israeliane innovative, Cyberint e Coro, , entrambe operative nella Cybersecurity. (si veda qui il comunicato stampa)
Cyberint sviluppa soluzioni per la ptoezione dal rischio digitale, analisi delle minacce e attack surface monitoring che proteggono le aziende dalle minacce informatiche grazie a un controllo ad ampio spettro sull’esposizione ai rischi esterni. Secondo quanto risulta a BeBeez, Neva First, guidata dall’ad Mario Costantini, ha agito in qualità di lead investor in un round di serie B da 40 milioni di dollari, in cui la sgr di Intesa Sanpaolo è stata affiancata dai venture capital israeliani Viola Growth e StageOne Ventures.
Coro ha realizzato una piattaforma all-in-one basata su un proprio motore di Intelligenza Artificiale che rileva i principali attacchi informatici come malware,ransomware, phishing e bot ed è in grado di fornire una mitigazione automatica delle minacce senza interazione umana. Secondo quanto risulta a BeBeez Neva First ha partecipato al round di Serie C da 80 milioni di dollari chiuso lo scorso aprile e guidato dal venture capital britannico Balderton Capital e dall’omologo israeliano Jerusalem Venture Partners.
Da gennaio 2022, Neva SGR ha investito in Israele oltre 20 milioni di euro in cinque start-up in settori diversi: oltre alla cybersecurity con le summenzionate Coro e Cyberint , nell’IT con vFunction (che ha creato la prima e unica soluzione che trasforma automaticamente e rapidamente applicazioni monolitiche in microservizi su larga scala); nel quantum computing con Classiq (che tramite un proprio algoritmo è in grado di agevolare la scrittura e ottimizzare quantum circuits anche molto complessi indipendentemente dal tipo di hardware utilizzato); infine nell’agri-foodtech con Seed-X (che ha realizzato una tecnologia basata sull’intelligenza artificiale che combina computervision e deep learning al fine di migliorare sicurezza e sostenibilità delle colture di graminacee).
Intesa Sanpaolo ha focalizzato da molti anni la propria attenzione sull’ecosistema dell’innovazione israeliano e tramite l’Innovation Center e Neva partecipa con continuità alle principali iniziative dedicate alle nuove tecnologie realizzate nel Paese. Le relazioni instaurate consentono alla Banca di cogliere le migliori opportunità per potenziare i servizi alla clientela e, al contempo, di essere un riferimento per le aziende italiane che vogliono entrare in contatto con alcune delle start-uppiù innovative a livello mondiale.
Di conseguenza Israele è centrale nello sviluppo della strategia d’investimento di Neva, che collabora con i principali fondi di venture capital del Paese per investire nelle start-up locali che possono avere un impatto positivo sull’economia italiana e importanti ritorni d’investimento per gli investitori dei fondi gestiti.
“Neva sgr unisce la forza, la reputazione e la stabilità del gruppo Intesa Sanpaolo con le best practice delle società di Venture Capital internazionali e ambisce a essere il market maker del Venture Capital in Italia”– spiega il presidente Luca Remmert, che continua: “Diamo impulso all’economia italiana attraverso l’introduzione di nuove soluzioni tecnologiche e favoriamo il business development sia delle start-up estere sia di quelle italiane,in particolare negli ambiti incentivati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Dal 2020, Neva sgr ha allocato un capitale di circa 110 milioni di euro tramite Neva First, che conta una dotazione di 250 milioni di euro. Dopo i recenti investimenti in Israele, ci apprestiamo a concludere nuove operazioni in importanti realtà italiane ed estere operanti nell’intermediazione immobiliare, nell’agri-tech e nella life science“. In generale, Neva sgr iontende investire il 70% della dotazione di Neva First in start up estere (si veda altro articolo di BeBeez).
Della dotazione citata da Remmert, prima di Coro e Cyberint il fondo Neva First ha investito in tutto circa 67 milioni di euro. Prima del 2022 Neva First ha investito inTernary, società Usa che ha sviluppato una piattaforma SaaS per analizzare, comprendere e ottimizzare i costi derivanti dall’utilizzo del Cloud.
Ricordiamo che Neva sgr ha potuto accelerare la raccolta di Neva First, chiusa a fine 2021, anche grazie all’accordo stipulato nell’agosto 2021 con Intesa Sanpaolo Private Banking, grazie al quale una clientela privata qualificata ha potuto sottoscrivere quote del fondo (si veda altro articolo di BeBeez).
Il fondo era stato lanciato nell’agosto 2020 e ha annunciato il closing parziale della raccolta a 150 milioni di euro nel giugno 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). Dei 250 milioni raccolti, 50 sono stati sottoscritti da quattro fondazioni bancarie (Compagnia di San Paolo, Cariparo, Carifirenze, Carilucca) e altri 100 milioni sono stati messi a disposizione dalla stessa Intesa Sanpaolo.