newcleo, startup con sedi in Gran Bretagna e Italia, fondata e guidata dallo scienziato Stefano Buono, che sviluppa innovativi reattori nucleari di IV generazione, utilizzando le scorie nucleari come combustibile, ha annunciato ieri l’apertura di un nuovo mega-round di venture capital con target complessivo di un miliardo di euro (si veda qui il comunicato stampa).
L’annuncio segue di pochi giorni la firma di un accordo di cooperazione con Enel per lo sviluppo proprio di progetti di tecnologia nucleare di quarta generazione (si veda altro articolo di BeBeez), in base al quale Enel fornirà competenze specialistiche attraverso la condivisione di personale qualificato, mentre Newcleo garantirà a Enel l’opzione di diventare il primo investitore nel primo impianto nucleare che la società costruirà fuori dall’Italia. L’accordo si è inserito nel quadro di una serie di iniziative di collaborazione commerciale e partnership siglate dalla scaleup negli ultimi mesi con più di 30 attori chiave dell’industria nucleare in Francia, Italia e Regno Unito. In Francia, inoltrel sono state presentate richieste di finanziamento pubblico, mentre in Regno Unito e sono stati compiuti i primi passi verso le approvazioni regolamentari, tra cui la richiesta di ammissione alla fase GDA (Generic Design Assessment).
Sinora la scaleup ha raccolto in totale 400 milioni di euro dagli investitori. L’ultimo round precedente è del giugno 2022, quando ha raccolto 300 milioni provenienti per i due terzi dagli investitori del precedente round (si veda altro articolo di BeBeez), cioé quello da 118 milioni di dollari del settembre 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). Al round del 2021 avevano partecipato la rete italiana di business angel Club degli Investitori (con 2,3 milioni di euro);LIFTT, veicolo di investimento in startup nato dall’alleanza pubblico-privata tra Politecnico di Torino e Compagnia di San Paolo, attraverso la Fondazione Links (LIFTT è presieduta dallo stessoStefano Buono); ed Exor Seeds, il braccio di venture capital di Exor, holding quotata della famiglia Agnelli. Contestualmente a quel round, era stata annunciata anche l’acquisizione della statunitense Hydromine Nuclear Energy sarl (HNE) da Hydromine Global Holdings sarl, società interamente controllata da Hydromine Inc, gruppo Usa specializzato nella produzione di energia in modo sostenibile. Nel capitale della scaleup compaiono ora anche la famiglia Drago (De Agostini), il banchiere Claudio Costamagna, l’ex ceo di UBI, Victor Massiah, e Azimut. A loro si sono uniti diversi fondi di venture capital internazionali e altri protagonisti della finanza italiana come la famiglia Rovati, Davide e Vittorio Malacalza, la Novacapital di Paolo Merloni e la dinastia svedese Lundin. Tra i finanziatori c’è anche MITO Technology con il fondo Progress Tech Transfer, che ha investito 3 milioni.
In occasione dell’apertura del round dello scorso anno, nel marzo 2022, newcleo aveva siglato un accordo con ENEA per creare fuori dall’Italia il primo prototipo di reattore di nuova generazione modulare raffreddato a piombo. I reattori veloci raffreddati al piombo (lead-cooled fast reactors, LFR) di newcleo consentono di trasformare completamente i materiali di scarto tossici prodotti dai comuni reattori nucleari in nuovo combustibile da bruciare per la produzione di energia. Il round del 2022 era stato quindi finalizzato a costruire entro sette anni il primo prototipo di reattore raffreddato al piombo di quarta generazione al mondo in un paese in cui la produzione di energia nucleare è ammessa e successivamente a commercializzarlo poi a livello internazionale per sostituire gradualmente gli attuali reattori di seconda e terza generazione. Per questo motivo, newcleo ha aperto sempre lo scorso anno una filiale in Francia e ha intrapreso una campagna di assunzioni per il suo team con sede nel Regno Unito.
Ora questo nuovo round da un miliardo di euro ha l’obiettivo di dotare la scaleup di ulteriori risorse per finanziare sia l’ulteriore sviluppo di questi reattori nucleari veloci raffreddati a piombo (LFR) sia dei suoi impianti per la produzione di combustibile per i suoi reattori di nuova generazione a partire dalle scorie esistenti prodotte dai reattori tradizionali.
Sul primo fronte è prevista la progettazione e la costruzione del Mini LFR da 30 MWe, che sarà installato per la prima volta in Francia entro il 2030, seguito rapidamente da un’unità commerciale da 200 MWe nel Regno Unito solo due anni dopo.
Sul secondo fronte è prevista la costruzione di un primo impianto di produzione di ossidi misti di plutonio e uranio (Mixed Plutonium-Uranium Oxides o MOX) in Francia, cui seguirà un altro impianto nel Regno Unito. Il MOX, un combustibile nucleare già approvato per l’uso nei reattori nucleari veloci in Francia, è composto da uranio impoverito (un sottoprodotto del processo di arricchimento dei reattori tradizionali, per il quale attualmente non c’è alcun utilizzo ma che comporta notevoli costi di smaltimento) e plutonio.
L’uso del MOX nei reattori di newcleo è un ulteriore elemento dell’approccio competitivo e completamente sostenibile dell’azienda: diminuirà il costo ambientale e finanziario dello smaltimento dei rifiuti radioattivi a lunga vita, ridurrà il rischio di proliferazione ed eviterà completamente la necessità di estrarre nuovo combustibile nucleare. La produzione su scala industriale di MOX garantirà la futura fornitura di combustibile necessaria per il funzionamento del primo reattore di newcleo da 30 MWe e per la successiva flotta commerciale che verrà impiegata.