newcleo, la scaleup italo-britannica fondata nel 2021 e guidata dallo scienziato Stefano Buono, che sviluppa innovativi reattori nucleari di IV generazione, utilizzando le scorie nucleari come combustibile, ha annunciato ieri l’acquisizione del 100% di SRS Servizi Ricerche e Sviluppo srl e di Fucina Italia srl (Gruppo SRS-Fucina), leader mondiale nella progettazione e costruzione di sistemi nucleari che utilizzano la tecnologia del piombo liquido (si veda qui il comunicato stampa).
Le due aziende, entrambe con sede in Italia, operano congiuntamente nel settore dell’ingegneria energetica e nucleare. SRS si concentra sulla progettazione e l’ingegnerizzazione di sistemi nucleari e Fucina sulla produzione di tali sistemi, con SRS che detiene una partecipazione del 30% in Fucina. L’operazione si dovrebbe concludere entro il prossimo luglio e il corrispettivo, di cui non è stato reso noto l’importo, potrà essere pagato ai soci di Gruppo Fucina in azioni newcleo. Tra i soci figurano tra gli altri Ulisse Pasquali, ceo di SRS e Antonio Dimatteo, direttore generale di Fucina.
Le aziende sono leader mondiali nella progettazione e costruzione di sistemi nucleari che utilizzano la tecnologia del piombo liquido, il cuore dell’innovazione di newcleo. Più nel dettaglio, SRS ha capacità di smantellamento di centrali elettriche, gestione delle scorie nucleari, attività di sviluppo di reattori a fusione, reattori di IV generazione e sistemi di ciclo del combustibile nucleare, mentre Fucina è un’azienda leader nel settore dello smantellamento nucleare, della gestione dei rifiuti nucleari e dei sistemi a piombo liquido. L’acquisizione aggiungerà più di 110 dipendenti qualificati all’attuale team di newcleo, composto da 230 persone, rafforzando ulteriormente le forti capacità di ingegneria nucleare di newcleo.
Ulisse Pasquali, ceo di SRS, ha commentato: “Il settore nucleare sta vivendo un’importante rinascita e per stare al passo con la significativa crescita prevista e consolidare una posizione di leadership, abbiamo deciso di entrare a far parte del leader europeo dello sviluppo di LFR SMR (Small Modular Reactor)”. E Antonio Dimatteo, direttore generale di Fucina, ha aggiunto: “Fucina è posizionata in modo ideale in una regione con elevate competenze produttive; la nostra azienda ha avuto un ambizioso piano di espansione per rafforzare la sua posizione di leadership nel campo dei progetti nucleari innovativi, compresi quelli che coinvolgono i reattori a piombo liquido. newcleo si è impegnata a investire in modo significativo nella nostra capacità produttiva, offrendo l’opportunità di accelerare la nostra espansione e di aumentare ulteriormente la qualità e la quantità dei nostri prodotti”.
Stefano Buono, presidente e amministratore delegato di newcleo, ha concluso: “Siamo concentrati sull’accelerazione della realizzazione dei nostri ambiziosi progetti, con il nostro primo reattore nucleare operativo nel 2030 in Francia. Questa acquisizione è una pietra miliare significativa e fa parte della nostra strategia globale che mira a creare la nostra capacità produttiva globale attraverso un mix di fornitori europei, partnership chiave e acquisizioni”.
Ricordiamo che newcleo da qui ai prossimi 7-8 anni ha infatti intenzione di sviluppare due reattori in Francia e Regno Unito, un prototipo non nucleare in fase di studio in Italia e una fabbrica di combustibile nucleare composto da ossidi misti di plutonio e uranio (Mixed Plutonium-Uranium Oxides o MOX), quest’ultima pensata dopo la guerra in Ucraina vista la richiesta di combustibile radioattivo che non sia l’uranio proveniente dalla Russia, uno dei maggiori produttori al mondo. Per fare tutto questo, ha spiegato a BeBeez Magazine dello scorso 15 aprile, Elisabeth Rizzotti, chief operating officer e co-founder di newcleo, la società avrà bisogno di un totale “nel range di 3-4 miliardi di euro”.
Non a caso, infatti, la scaleup è attualmente in raccolta per il suo prossimo maxi-round da un miliardo di euro annunciato lo scorso marzo (si veda qui altro articolo di BeBeez). Ma, visti gli obiettivi, si tratta solo del primo di una serie di grandi round di finanziamento. Rizzotti ha spiegato anche che, per raggiungerei suoi obiettivi, la società non prevede l’accesso dei mercati del debito e apre invece appunto da un lato a nuovi round e dall’altro “alla generazione di ricavi derivanti dal modello di business, e quindi dalla vendita della licenza d’uso in esclusiva ad altri Paesi”. E poi “potrebbero esserci anche nuovi finanziamenti anche da parte dei governi”, visto che in Francia newcleo ha presentato richieste di finanziamento pubblico, mentre in Regno Unito sono stati compiuti i primi passi verso le approvazioni regolamentari, tra cui la richiesta di ammissione alla fase GDA (Generic Design Assessment). E infine: “Quotazione? Forse”, aveva ammesso Rizzotti, precisando però che “al momento non è all’ordine del giorno”.
Tornando al round di raccolta attuale, dopo una prima fase pensata per gli investitori storici che hanno partecipato ai primi due aumenti di capitale, si aprirà la finestra dedicata agli istituzionali, e quindi a nuovi azionisti che entreranno nel capitale aiutando la società a raggiungere il target di raccolta. Sinora il mercato ha assicurato alla scale up un totale 400 milioni di euro, con l’ultimo round che risale al giugno 2022, quando sono stati raccolti 300 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).provenienti per i due terzi dagli investitori del precedente round da 118 milioni di dollari chiuso nel settembre 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). Al round del 2021 avevano partecipato la rete italiana di business angel Club degli Investitori (con 2,3 milioni di euro); LIFTT, veicolo di investimento in startup nato dall’alleanza pubblico-privata tra Politecnico di Torino e Compagnia di San Paolo, attraverso la Fondazione Links(LIFTT è presieduta dallo stesso Stefano Buono); ed Exor Seeds, il braccio di venture capital di Exor, holding quotata della famiglia Agnelli. Ricordiamo che contestualmente a quel round, era stata annunciata anche l’acquisizione della statunitense Hydromine Nuclear Energy sarl (HNE) da Hydromine Global Holdings sarl, società interamente controllata da Hydromine Inc, gruppo Usa specializzato nella produzione di energia in modo sostenibile.
Nel capitale di newcleo compaiono ora anche la famiglia Drago (De Agostini), il banchiere Claudio Costamagna, l’ex ceo di UBI, Victor Massiah, e Azimut. A loro si sono uniti poi diversi fondi di venture capital internazionali e altri protagonisti della finanza italiana come la famiglia Rovati, Davide e Vittorio Malacalza, la Novacapital di Paolo Merloni e la dinastia svedese Lundin. Tra i finanziatori c’è anche MITO Technology con il fondo Progress Tech Transfer, che ha investito 3 milioni.