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“Da inizio operatività abbiamo intermediato 330-340 milioni di euro con i nostri vari veicoli di cartolarizzazione e in questi numeri la sinergia con Teamsystem non si è ancora manifestata. Cominceremo a salire di quota in maniera significative nel secondo semestre“. Lo ha detto in riferimento alle operazioni di finanziamento di pmi italiane condotte attraverso l’acquisto di fatture su piattaforme fintech, Riccardo Carradori, ceo di TeamSystem Financial Value Chain e managing director di TeamSystem Capital@Work sgr, mercoledì 12 maggio in occasione del suo intervento al Caffé di BeBeez in aroma web offerto da Banca Finint (si veda qui il programma e qui il video del Caffé).
Parlando delle sinergie con Teamsystem, Carradori si riferisce al fatto che nel 2019 Fintech Holding, da lui controllata insieme a Isidoro Lucciola, ha ceduto l’intero capitale di Factor@Work, asset manager specializzato in cartolarizzazioni di crediti commerciali, e il capitale della piattaforma fintech White-e alla newco TeamSystem Financial Value Chain, controllata da Teamystem, leader italiano nel mercato delle soluzioni digitali per la gestione del business di imprese e delle associazioni, a sua volta controllato dal fondo Hellman&Friedman e partecipato da Hg Capital. Contestualmente Fintech Holding aveva però reinvestito in TFVC per il 49% del capitale, sul quale erano stati poi presi accordi di put e call, mentre Teamsystem spa aveva l’altro 51% (si veda altro articolo di BeBeez). Nel corso dell’ultimo anno, poi, Fintech Holding si è ulteriormente diluita nel capitale di TFVC sia a favore di Teamsystem sia a favore del nuovo socio strategico Banco Bpm, che oggi possiede il 10% di TFVC. Oggi Fintech Holding è al 29% di TFVC, così come si è diluita al 29% di TeamSystem AM Holding srl (TS Am HoldCo), la società che controlla al 100% TeamSystem Capital at Work sgr (si veda altro articolo di BeBeez).
Quest’ultima è l’evoluzione più recente dell’attività iniziata anni fa con i veicoli di cartolarizzazione di Factor@Work che hanno finanziato con l’emissione di note asset-backed l’acquisizione di fatture commerciali su varie piattaforme fintech di terzi e successivamente sulla piattaforma captive Whit-e, ha spiegato Carradori, ricordando che le abs venivano sottoscritte da investitori istituzionali. Tutte le abs erano e sono coperte da polizze assicurative del credito standard a cui si associano appendici specifiche per determinate attività, per esempio l’export e che vengono personalizzate anche in relazione al supporto documentale, che passa tutto per la piattaforma tecnologica.
Polizze che si sono rivelate particolarmente utili nel momento in cui i crediti acquisiti fossero relativi ad aziende considerate “special situation”, che rappresentano circa il 30% dei volumi dei crediti acquisiti. “Di norma cerchiamo di acquisire questi crediti soltanto nel quadro di un accordo di risanamento ex art 67 o di un accordo di ristrutturazione del debito ex art 182-bis della Legge Fallimentare per evitare qualunque rischio di revocatoria”, ha precisato Carradori.
Ora, però, si diceva, si è deciso di passare a un altro livello e operare attraverso una sgr. “Si tratta di una sgr sottosoglia, dotata di un capitale che invece è quello che sarebbe necessario per le sopra soglia (si veda la direttiva europea AIFM, ndr). Abbiamo deciso per una sgr sottosoglia perché è più flessibile: per esempio per lanciare nuovi fondi basta una delibera del consiglio di amministrazione e non si deve chiedere ogni volta il via libera di Banca d’Italia”, ha detto Carradori, aggiungendo che “con un sgr possiamo essere attivi sul fronte della raccolta e possiamo diventare una fabbrica di prodotti di investimento“.
Il ceo di Teamsystem Capital@Work sgr ha spiegato: “Il nostro primo fondo, per esempio, potrà investire in fatture commerciali, ma farà anche direct lending e investirà anche in crediti verso la pubblica amministrazione e in crediti fiscali. Continueremo a dotarci di assicurazioni del credito, ma avremo anche accesso a tutte le varie forme di garanzia relative ai prestiti e quindi al Fondo di Garanzia pmi e ai Confidi. Inoltre c’è la possibilità di strutturare veicoli ad hoc per le banche, aiutandole a limitare l’assorbimento di capitale di vigilanza, anche utilizzando polizze capital relief. E poi ci sono tante sgr e sim che fanno attività tradizionali e che non hanno competenze su questo settore né le capacità tecnologiche per cui la nostra sgr potrebbe agire con mandato di gestione. Insomma le possibilità di sviluppo del business sono davvero tante”
E sul fronte Utp come funzioneranno i fondi dell’sgr? Risponde Carradori: “Quando una banca decidesse di dismettere una linea verso questo tipo di aziende, che comunque sono per definizione ancora in bonis, perché non sono ancora Npl, potrà decidere semplicemente di passarci la gestione, se noi abbiamo la capacità di un plafond equivalente o leggermente inferiore o superiore, oppure potrà decidere anche di investire nel nostro fondo. In questo settore quello che paga è la flessibilità”. Il primo fondo dell’sgr ha raggiunto il target minimo di raccolta e punta a raggiungere i 50 milioni di euro del target massimo tra 6-9 mesi (si veda altro articolo di BeBeez).
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