Save spa, la holding controllata dai fondi DWS, gestiti da Deutsche Asset Management, e da InfraVia Capital, e partecipata al 12% dalla Finint di Enrico Marchi, ha presentato alla Fondazione Cariverona una proposta di acquisto della sua partecipazione (3,01%) nell’Aeroporto Valerio Catullo di Verona Villafranca spa del valore di 2,8 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa).
Save è già il socio di riferimento della società che gestisce sia l’aeroporto scaligero sia quello di Brescia, di cui possiede attualmente il 43,457% del capitale, ed è a capo del gruppo che gestisce il polo aeroportuale del Nord Est formato dagli scali di Venezia, Treviso, Verona e Brescia. Save, costituita nel 1987 e quotata a Piazza Affari dal 2005 al 2017, detiene anche il 48,32% dell’aeroporto belga di Charleroi ed è l’unica società di gestione italiana che partecipa alla gestione di uno scalo estero.
La quota azionaria dell’Aeroporto Catullo era stata messa in vendita dalla Fondazione Cariverona lo scorso giugno con delibera del consiglio d’amministrazione presieduto da Alessandro Mazzucco, che ha fatto sapere di aver già accolto la proposta di Save.
La decisione è stata comunicata lunedì scorso a tutti gli altri soci dell’Aeroporto di Verona, che potranno eventualmente esercitare il diritto di prelazione sulla quota nei modi e nei termini (entro sessanta giorni lavorativi) previsti dallo statuto sociale. Al punto 25.4.3 dello statuto è scritto che “nel caso in cui più soci abbiano esercitato il diritto di prelazione, tale diritto spetterà a ciascun socio in proporzione alla rispettiva partecipazione al capitale della società, restando inteso che, ove taluno dei soci rinunciasse o non esercitasse il diritto di prelazione, detto diritto si accrescerà, proporzionalmente, a favore del socio o dei soci che intendano esercitarlo”.
Save ha, dunque, il chiaro intento di voler raggiungere la maggioranza del capitale dell’Aeroporto di Verona entro fine anno. L’obiettivo è ora alla portata della holding di Marchi, grazie al fatto che la società scaligera ha deliberato lo scorso 21 settembre un aumento del capitale sociale di 30 milioni di euro (dopo quello di 35 milioni del maggio del 2021), a causa dell’impennata degli oneri del “Progetto Romeo” di ampliamento del terminal e degli investimenti per lo sviluppo dello scalo, determinati da una parte dal “Decreto aiuti” del Governo che ha imposto di adeguare i prezzari delle commesse e, dall’altra, dai maggiori costi dell’energia.
I soci devono pertanto decidere di esercitare o meno il proprio diritto di opzione entro novembre (45 giorni a partire dal 21 settembre). L’eventuale inoptato potrà essere sottoscritto dagli altri soci a un prezzo che parte da 23,7 euro per azione, come stabilito dall’advisor Intermonte.
I soci principali di Aeroporto Valerio Catullo di Verona Villafranca spa sono, nell’ordine, Save (43,457%), Camera di commercio di Verona (18,819%), Provincia autonoma di Trento (14,238%), Provincia di Verona (9,919%), Comune di Verona (4,679%), Fondazione Cariverona (3,009%), Provincia autonoma di Bolzano (2,172%) e Provincia di Brescia (2,153%) e altri enti con l’1,554% complessivo, tra cui il Comune di Villafranca di Verona. Il Comune di Verona, alle prese con problemi di bilancio, potrebbe anch’esso voler decidere di cedere la sua quota, favorendo eventualmente la scalata di Save.
La Provincia autonoma di Trento ha invece già comunicato che aderirà all’aumento di capitale della società veronese sottoscrivendo il suo impegno di 4,3 milioni di euro per il diritto di opzione di competenza, a cui potranno aggiungersi ulteriori 419 mila euro per l’esercizio della prelazione su circa 17mila azioni di spettanza eventualmente inoptate.
L’Aeroporto Valerio Catullo di Verona Villafranca spa ha registrato nel 2022 ricavi pari a 40,7 milioni di euro, in crescita del 54,5%, un ebitda di circa 870mila euro e debiti finanziari netti pari a quasi 1,8 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Ricordiamo che il prossimo 15 dicembre il Tar del Lazio deciderà in merito al ricorso presentato da Save contro il parere dell’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione secondo cui è stato “non conforme” l’ingresso della holding di Marchi nell’Aeroporto Valerio Catullo di Verona Villafranca spa il 27 marzo 2014 mediante acquisto a contrattazione diretta del 2% del capitale dal Comune di Villafranca di Verona, sul cui suolo insiste l’aeroporto scaligero.
L’holding è interamente controllata da Milione spa, che a sua volta, a seguito dell’opa che l’ha delistata, da fine 2017 fa capo, come ricordato sopra, ai fondi infrastrutturali DWS, gestiti da Deutsche Asset Management, e InfraVia Capital, ciascuno con il 44%, mentre il 12% è posseduto da Marchi tramite Finanziaria Internazionale Holding spa (da lui interamente controllata attraverso le holding Giovanni Marchi & C spa e Aprile spa) (si veda altro articolo di BeBeez). Milione a fine 2018 ha poi rifinanziato il debito emettendo un bond da 300 milioni di euro con scadenza 2028 (si veda altro articolo di BeBeez).
Milione, e quindi il gruppo Save, ha chiuso il bilancio consolidato 2022 in netto miglioramento rispetto al 2021 con 255,5 milioni di ricavi (da 86,4 milioni), 148,6 milioni di ebitda (da 14,6 milioni) e un utile netto di 45,9 milioni (da una perdita netta di 75,5 milioni), a fronte di un debito finanziario netto di 913,7 milioni (da 1,04 miliardi). Il tutto grazie all’aumento del traffico aereo e del numero dei passeggeri per il sistema Venezia-Treviso, con una crescita del 157% rispetto al 2021, anche se ancora all’80,7% dei volumi del 2019.
Marchi punta a far confluire Save nel primo fondo di Finint Infrastrutture sgr dedicato agli investimenti in infrastrutture in Italia e in Europa, la cui raccolta con target di 1 miliardo di euro è partita nelle scorse settimane (si veda altro articolo di BeBeez). Finint Infrastrutture sgr è una società di gestione costituita quasi un anno fa, interamente controllata da Finanziaria Internazionale Holding spa, presieduta da Franco Bernabé e guidata dall’amministratore delegato Monica Scarpa, che è anche il ceo di Save.