Se in media nel primo semestre 2016 venivano scambiati ogni giorno sull’Aim Italia circa 16.700 contratti per titolo, nei sei mesi del 2017 quella cifra è salita a 97 mila contratti; allo stesso modo, se nel primo semestre 2016 il controvalore medio degli scambi giornalieri per ciascun titolo era di 15 mila euro, ora invece si è saliti a 61.600 euro, importo che cela picchi come quello di Bio-on (613 mila euro), Orsero (505 mila), Finlogic (290 mila), Digital360 (287 mila) o Safe Bag (279 mila). Lo ha calcolato KT& Partners, elaborando dati FacSet, nel suo ultimo studio sull’Aim, anticipato da MF Milano Finanza in edicola da sabato 22 luglio.
Nel complesso si parla addirittura di 852 milioni di euro di titoli passati di mano contro i 138 milioni del primo semestre 2016, cioé di un balzo del 517% nel semestre per l’Aim a contro un aumento della liquidità dello Star di solo, si fa per dire, il 69,8% a 10,65 miliardi di euro da 6,27 miliardi. Un’accelerazione che si è riflessa nelle performance: +23,7% per l’Aim da inizio anno contro il +7% del Ftse Mib e il +24,28% dello Star.
Una situazione dovuta all’ingresso di nuovi player tra gli investitori. Ha sottolineato infatti a MF Milano Finanza Kevin Tempestini, fondatore di KT&Partners: “Oggi tra i principali investitori sullo Star e sull’Aim Italia ci sono soggetti che solo fino a sei mesi prima non esistevano o avevano posizioni irrisorie su quei titoli”.
Certo, la stragrande maggioranza degli investitori sull’Aim resta ancora italiana, a differenza di quanto accade per lo Star, ma secondo Tempestini «questa situazione è destinata a cambiare presto, perché ormai sull’Aim ci sono parecchie società che capitalizzano quanto loro colleghe quotate allo Star e che hanno fondamentali altrettanto buoni, caratteristiche quindi che potranno attrarre anche gli investitori esteri”.
KT&Partners, che nel corso del semestre ha portato in quotazione due matricole (Finlogic e Tps ) e che in precedenza aveva affiancato Giglio Group e Bomi , ha calcolato per un campione di 32 società quotate all’Aim che a fine anno è prevista una crescita media dei ricavi del 31,5% rispetto a quelli del 2016 e che a fine 2018 ci sarà un’ulteriore crescita del 9,8% dal 2017. Per le 32 società del campione esistono previsioni degli analisti sull’andamento futuro del business. L’insieme rappresenta una capitalizzazione di circa 1,8 miliardi di euro, cioé il 43,5% della capitalizzazione complessiva dell’Aim.