Al via una mostra-racconto alla Tornabuoni Arte di Milano, in occasione dell’autobiografia di Salman Ali.
E’ una mostra che riunisce le opere della collezione di Salman Ali, afgano vissuto in Italia, a Roma, dal 1973, frutto di regali da parte dell’amico fraterno Alighiero Boetti, di cui è stato insostituibile assistente e compagno di viaggio, anzi parte della famiglia, come ci ha raccontato la figlia, Agata Boetti.
Le opere esposte per la prima volta sono raccolte in una vera chicca per gli appassionati dell’artista, e non sono in vendita, ma danno vita a un progetto narrativo di una storia di amicizia per rendere omaggio all’artista che ha cambiato la vita di un uomo. Questa l’idea che ha sposato la Galleria che ha un rapporto consolidato con l’arte di Boetti e sul quale ha promosso diverse opere.
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a Michele Casamonti di Tornabuoni Arte a Milano
Agata Boetti, che cura l’archivio di Roma con un progetto di tutela e promozione dell’opera del padre, ci ha raccontato che Salman Ali, come si legge nell’autobiografia Salman AliGhiero Boetti,edita da Forma Edizioni, Firenze, stampata nel novembre 2020, ha sempre detto di essere nato quando ha incontrato Alighiero che per dargli dei documenti ufficiali ha fissato la sua data di nascita che era incerta. “Così tre anni fa, quando secondo questo personale calendario, Salma Ali ha compiuto i 70 anni, lo abbiamo festeggiato e ho realizzato un libro in copia unica che gli ho regalato con tutte le sue foto, adora essere fotografato, scattate da amici di mio padre e con mio padre. In quel momento la sua vita, soprattutto precedente all’incontro con Boetti, che era rimasta segreta anche per i suoi figli diventa un racconto, la sua autobiografia. Oggi ha ancora lo stesso ruolo che aveva accanto a mio padre in archivio. C’è sempre e la sua narrazione ha mostrato un altro lato di mio padre, l’uomo oltre l’artista.”
In mostra, oltre una grande mappa, ci sono stampe, alcune foto storiche e i cosiddetti ‘ricami’ che si leggono dall’alto in basso da sinistra a destra come “Salman Roma Italia Con Boetti”, uno di quelli ai quali Salman è più affezionato.
Le parole in libera associazione rispecchiano l’idea dell’arte concettuale di Boetti secondo il quale la realtà si conosce per suggestione.
Salman Ali, nato in Afghanistan, conosce appunto Alighiero Boetti nel 1971 a Kabul, dove lavora al famoso One Hotel, diventando ben presto suo fidato collaboratore, affiancandolo in tutti i suoi viaggi e progetti, fino a ritirare al posto di Boetti il Premio alla Biennale di Venezia del 1990 consegnatogli da Andreotti.
Il mondo Boetti invece sarà raccolto nel catalogo completo il cui ultimo tomo della seconda parte dovrebbe uscire a fine anno con Electa, per poi a seguire pubblicare un aggiornamento.
a cura di Ilaria Guidantoni