L’arte del Canto Lirico italiano è diventata Patrimonio Unesco. Ad annunciarlo il 6 dicembre è stato il Segretario della 18esima sessione dell’Intergovernmental Committee for the Safeguarding of the Intangible Cultural Heritage of UNESCO, che si è tenuto in Botswana fino all’8 dicembre. Si veda qui ArtTribune. La forte appartenenza all’identità nazionale, lo scambio di emozioni tra artista e pubblico, e la capacità di promuovere la conoscenza dell’italiano in tutto il mondo sono state le caratteristiche vincenti di questo canto, che è essenzialmente un’emissione di suono unita alla declamazione di un testo. Il Canto Lirico, ufficialmente diventato un Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, va ad aggiungersi così alle altre “tradizioni vive” (16 in Italia) come il Teatro dei Pupi, i Tenores sardi e la liuteria di Cremona.
“Questo importantissimo riconoscimento internazionale non sarebbe stato possibile senza l’entusiasmo di una comunità composita, viva, attiva, che condividendo sforzi e obiettivi ha saputo armonizzarsi in modo corale”, ha dichiarato Federico Domenico Eraldo Sacchi, cantante e presidente di conservatorio che ha presieduto il Comitato per la Salvaguardia dell’Arte del Canto Lirico Italiano per tutti i dieci anni di iter di candidatura, condiviso con il Ministero della Cultura. E che da anni lavora alla sua mappatura, pianificando strategie concrete a favore della sua diffusione, valorizzazione e salvaguardia. “Con l’iscrizione nella Lista dei beni immateriali dell’Umanità”, puntualizza Sacchi, “viene riconosciuto a questo bene il ruolo di catalizzatore di tradizioni, abilità, arti, ovvero patrimoni materiali e immateriali d’importanza fondamentale per il nostro Paese, e la capacità di rappresentare l’identità culturale italiana in tutta la sua ricchezza e bellezza”.
Il Comitato per la Salvaguardia dell’Arte del Canto Lirico Italiano riunisce nel suo organico le massime realtà istituzionali della lirica italiana, come la Fondazione Teatro alla Scala, l’Accademia di Santa Cecilia, Assolirica, la Fondazione Rossini di Pesaro, l’Istituto di Studi Verdiani, il Centro Studi Pucciniani, la Fondazione Cini, l’Archivio Ricordi, così come insigni esperti rappresentativi della comunità dell’arte del Canto Lirico in Italia (come Marco Tutino, compositore tra i capifila del Comitato). Tra questi vi è anche l’ANFOLS-Associazione Nazionale Fondazioni Lirico-Sinfoniche, al quale appartiene la Fondazione Arena di Verona, la cui Sovrintendente Cecilia Gasdia ha sottolineato: “Questo riconoscimento è il culmine di un lungo percorso che ha come obiettivo la salvaguardia e la diffusione dell’arte del Canto Lirico, un patrimonio immateriale che nasce con il Recitar cantando più di 400 anni fa e che si è evoluto fino a oggi grazie a grandi compositori, librettisti, artisti, cantanti, musicisti e insegnanti che hanno creato, creano e continueranno a creare capolavori”.