Titolo singolare per la formulazione, quel ‘nelle’ indica proprio entrare idealmente dentro l’essere lupo e quella parte dell’essenza del lupo che appartiene all’umanità; non è essere semplicemente sulle sue tracce. È l’ultimo lavoro, un EP, uscito a dicembre scorso, scritto, arrangiato, registrato, mixato, masterizzato e prodotto da Francesco Garolfi presso La Gare Studio di Milano. Un lavoro denso e concentrato – solo quattro brani – che esce prima di molti pezzi nel cassetto. Francesco è un poeta della musica e della vita, schivo, uscito molto provato dalla pandemia in termini strettamente personali e per quello sguardo sociale profondo sempre più raro nel mondo contemporaneo. Il dolore e lo sconforto generale gli hanno letteralmente impedito di scrivere e cantare come se non avesse osato provare questo piacere, il senso di fierezza, l’ebbrezza generale che ha contaminato la musica e lo spettacolo in un mondo affranto. Sono stati nondimeno due anni intensi nei quali ha studiato e affinato la produzione musicale, realizzando il suo lavoro per proprio conto dalla A alla Z come dimostra questo EP, lontano dal mood di quell’adagio stridente “Andrà tutto bene”.
Idealmente questo lavoro è la seconda tappa del viaggio iniziato con Wild ispirato a Jack London, album tematico ed è nato a seguito di una richiesta di Davide Sapienza, scrittore, traduttore che stava lavorando al primo podcast italiano dedicato al lupo insieme a Lorenzo

Pavolini: un invito alla conversazione tra il selvatico e l’umano, prodotto per Rai Play Sound. Nelle Tracce Del Lupo racconta la nostra attitudine culturale verso la natura muovendosi “nelle” tracce di questo animale elusivo, per quanto studiato e conosciuto. Il viaggio attraversa sia le aree alpine dell’Italia, che negli ultimi dieci anni si sono confrontate con la presenza di questo predatore, sia il cuore dell’Appennino che ci ha sempre convissuto, anche quando nel resto d’Europa era praticamente estinto. In Lupi e uomini, Barry Lopez scrive: «essere rigorosi in tema di lupi equivale a pretendere certezze dalle nuvole». Seguire la sua inafferrabile traccia significa metterci in relazione con un contesto biologico e geografico, culturale e filosofico; significa sentirci esploratori curiosi di imparare i meccanismi della natura. Significa percepirne la presenza fisica. Per questo gli autori del podcast hanno ascoltato biologi, esploratori, storici, guardiacaccia, addetti forestali, naturalisti, scrittori, pastori. Di recente il percorso che ha portato il lupo a ripopolare i boschi italiani, dopo essersi rintanato nel Parco Nazionale d’Abruzzo per un secolo, è stato fotografato dal primo censimento realizzato tra il 2018 e il 2021 su scala nazionale, coinvolgendo migliaia di addetti e centinaia di associazioni, grazie al coordinamento di ISPRA. Così hanno camminato nelle sue tracce, anche in compagnia di chi ha partecipato a questa mappatura, provando a capirne la prospettiva, annusando i segni del suo passaggio per stabilire una relazione più genuina con il nostro senso di appartenenza al mondo selvatico. I cinque episodi del podcast descrivono come il lupo sia un fondamentale regolatore di biodiversità, un marker vivente dell’ecosistema, che arricchisce la rete di relazioni nella quale siamo immersi. Il risultato è un testo con voce narrante di Davide Sapienza; con registrazioni e montaggio di Lorenzo Pavolini che ha contribuito anche al testo; mentre le musiche sono di Francesco Garolfi appunto. Queste sono una colonna sonora perché l’idea del musicista è proprio una composizione musicale che diventi un racconto. Musicalmente ha lavorato quindi con un approccio alla chitarra che non sia tanto uno strumento votato all’ego di chi lo suona, ad esempio mettendo l’accento sul virtuosismo. Il punto di partenza dell’ispirazione di Garolfi sono gli Anni ’70, in particolare il rock progressivo che in quest’ultimo progetto trova una ricerca sperimentale e una spinta in avanti forte, originale, dando forma a quello che sente nel profondo. I 4 brani del nuovo EP approfondendo la ricerca avviata con Wild, attingono alle stesse radici. I titoli non sono connotati in maniera definitiva come Il ritorno, brano di grande intensità, dalle tinte scure e per certi aspetti struggente, con alcuni suoni puri che lo rendono fortemente contemporaneo, che intende costruire un’immagine aperta. Ogni ascoltatore potrà sentire il proprio ritorno e il senso dell’emozione è quello che Francesco cerca in maniera prioritaria. L’EP mostra quanto nel tempo si sia ampliata la gamma di colori della ricerca musicale di Garolfi: Il Ritorno, singolo estratto dall’EP e di cui a breve verrà pubblicato il videoclip, ha venature di rock psichedelico, affidate al dialogo tra la pedal steel guitar, usata come sempre da Garolfi in modo non convenzionale, e un’elettrica dal sapore floydiano. Foresta Nera è un’immersione sinestesica nel silenzio degli alberi, uno squarcio di luce nel fitto tappeto di sintetizzatori analogici diretti da Garolfi. Infinito è un’istantanea chitarristica, che si sviluppa sul ticchettio senza soluzione di continuità del tempo che passa. Il Richiamo 3 è una melodia di solo basso, manipolato in studio con effetti digitali, a dimostrazione di una sperimentazione sempre più accentuata e di una ricerca, come sempre, senza barriere o etichette. Il viaggio continuerà nella sua esplorazione dei suoni anche se con il suo tipo riserbo Francesco prima produce poi, semmai, comunica.
Chi è Francesco Garolfi
È un artista poliedrico, che sfugge alle categorizzazioni.
Chitarrista, compositore, arrangiatore, produttore, session man, sound designer, interprete: un’unica etichetta non basta a definirlo.
“Garolfi è un elegante esploratore dei suoni”, secondo lo scrittore e geopoeta Davide Sapienza o, semplicemente, “uno dei migliori musicisti con cui abbia lavorato”, come lo ha definito Peter Walsh (produttore di Peter Gabriel, Scott Walker, Simple Minds, Miguel Bosé).
Laureato con Lode in Lettere e Filosofia, con una Tesi in Psicologia Sociale dedicata alla musica, ha intrapreso un percorso artistico indipendente, senza barriere, spaziando dal blues al rock, dal jazz al pop, dalla musica d’autore alla classica contemporanea, dal progressive rock all’ambient. La musica è il suo linguaggio e Garolfi lo usa per esprimere i molteplici mondi che il suo spirito riesce a immaginare.
a cura di Ilaria Guidantoni