La Galleria di Forte dei Marmi ha inaugurato la sede fiorentina in una chiesa sconsacrata accanto alla chiesa del Carmine, sposando la filosofia della città sempre più attenta al dialogo tra arte contemporanea e luoghi della storia. Il debutto è stato con la personale Attraverso dell’artista Antonio Signorini – artista che abbiamo già intervistato su queste pagine la scorsa estate quando lo abbiamo incontrato nella sede di Forte dei Marmi – dove si presenta un nucleo importante di opere da collezione tra numerose sculture di medie e grandi dimensioni e un corpus significativo di opere su tela, a cura di Luca Beatrice, in programma fino al 31 gennaio 2023. Recupero e allestimento molto suggestivi e di grande impatto, centro di un percorso che si snoda nella città con una serie di sculture monumentali disseminate e lo spazio così modulato ha tutte le caratteristiche per diventare un centro di incontro, un laboratorio nuovo nella concezione dell’arte contemporanea e non solo una vetrina. Soprattutto è importante il progetto che c’è dietro per e con la città, oggi che Firenze è sempre più uno dei cuori del contemporaneo.
La rassegna su Signorini si unisce idealmente alla grande mostra che vede le sculture monumentali di Signorini in tre piazze del centro storico di Firenze, piazza del Carmine, piazza San Firenze e piazza del Grano, una mostra pubblica organizzata da Oblong
Contemporary Art Gallery in co-produzione con il Comune di Firenze. In particolare, proprio nella piazza dove è situata la nuova sede di Oblong Contemporary Art Gallery di Firenze, piazza del Carmine, è possibile ammirare Arcturus e Sun, i due cavalli volanti monumentali in bronzo che raggiungono, ciascuno, i 10 metri di lunghezza.
Antonio Signorini, scultore di origine toscana che da lungo tempo vive e lavora tra Dubai, Londra e Firenze, è noto per le sue opere scultoree: figure sottili, ieratiche e solenni che si proiettano nell’oggi da un tempo passato mentre corrono verso il futuro ed espone Guerrieri, Danzatrici, Cavalli volanti e un’inedita maschera ancestrale. Attraverso le sue opere racconta gli stilemi di antiche civiltà: danzatrici, guardiani, cavalli che prendono forma nello spazio dove si intersecano con raffinata armonia ed eleganza. Sono sculture dove la seducente unicità delle forme è caratterizzata dall’estetica millenaria che ricorda le grandi scoperte archeologiche e, al contempo, si illuminano di tratti e forme che sembrano provenire dal domani.
Fortemente voluta dalla gallerista Paola Marucci, che nella crescita del marchio Oblong sta profondendo notevoli energie, l’apertura di Firenze va nella direzione di espansione del marchio che vuole consolidarsi e posizionarsi in Europa e in Medio Oriente, e con proposte che vedono la promozione di scultori e artisti scelti per il mercato collezionistico
internazionale. “La nuova sede di Firenze, ha dichiarato la Marucci, nasce grazie all’impegno di tre imprenditori fiorentini, Patrizio Lari, Jacopo Ciglia e Claudio Lari, che da sempre si occupano di produrre e promuovere arte e bellezza. Sono particolarmente felice di aver trovato in loro tre partner mossi da grande entusiasmo per lo sviluppo della sede di Firenze e, in particolar modo, per aver creduto fin da subito alle potenzialità del progetto Oblong Contemporary Art Gallery, già consolidato nelle sedi di Dubai e Forte dei Marmi con grandi mostre anche in spazi pubblici e con le Istituzioni e con la fiducia di raffinati collezionisti italiani e internazionali”.
Nello specifico la rassegna presenta sette opere monumentali, alcune inedite, realizzate con la fusione in bronzo. Di queste fanno parte i due cavalli volanti monumentali citati e i cui nomi emblematici fanno riferimento alle storie della mitologia greca e alle costellazioni. Arcturus, in particolare, prende il nome dalla stella Arturo, messa in cielo da Zeus per proteggere la vicina costellazione Callisto (Orsa Maggiore) dalla gelosia della dea Era. Antonio Signorini trae continua ispirazione dalla storia antica e dal mito, come nel caso delle sculture monumentali delle danzatrici Idra 3 Merope, alte quattro metri e cinquanta. Il nome della prima si riferisce all’Idra che è la più estesa delle ottantotto moderne costellazioni e una delle quarantotto più antiche elencate da Tolomeo; rappresenterebbe l’ancestrale serpente o mostro marino che ritroviamo in molti miti del passato, tra i quali la leggenda dell’Idra di Lerna fronteggiata da Ercole nelle sue fatiche. Merope è invece una delle stelle della costellazione delle Pleiadi e, secondo il mito greco, una delle sette sorelle che accompagnano Artemide durante la caccia. Nella Piazza San Firenze, le due danzatrici affiancano
il Guardiano del cielo e della fede. Si tratta di due figure ieratiche catturate in pose dinamiche e nell’atto di combattere. Luce è una scultura inedita che rappresenta una maschera ancestrale, installata in Piazza del Grano, avvicina lo spettatore alla forma che caratterizza il volto delle opere di Signorini: una forma che attraversa spazio e tempo, che unisce passato e futuro. Il pensiero artistico di Antonio Signorini guarda ad un mondo lontano: ai disegni rupestri nelle varie zone del mondo dove gli antichi uomini sentirono la necessità di scrivere, di raccontare la propria esperienza. Le immagini rupestri dei graffiti dei deserti nordafricani e mediorientali si affacciano nel dinamismo delle figure rivisitate da Signorini che le evoca e le sublima. Le danzatrici, come si legge nel testo curatoriale, poi raccontano il viaggio di ciascuna donna, ma non ne vogliono evidenziare il peso, sottolineano la riuscita non le difficoltà. L’artista rappresenta una danza simbolica, un passo, il passo del tempo. Mentre danzano, queste guerriere ci ricordano le loro infinite battaglie, i silenzi, le clausure, le notti solitarie, le violenze, le privazioni. Non hanno sguardo, ma scrutano la nostra anima, non hanno voce, ma cantano la loro storia. I guerrieri sono forti, moderni ed essenziali. Le loro linee pulite creano equilibrio e movimento e sono tutti ideati in pose dinamiche, con corpi che sembrano quelli di un atleta. Il tema che attraversa le opere dell’artista è la fede come tensione verso un avvenire che è sconosciuto.
Interessante è il dialogo con il territorio che intreccia arte, patrimonio, artigianalità e imprese.
Patrizio Lari, AD della storica azienda d’illuminazione Badari, è riuscito, grazie anche alla collaborazione del fratello Claudio, a rendere l’attività di famiglia l’unica realtà Fiorentina a produrre oggetti di lusso in bronzo e pietre dure. La Badari, che nel passato si è sempre distinta nel mondo per i propri elementi d’illuminazione in stile classico, negli ultimi anni è riuscita ancor di più a trasmettere ai propri clienti il valore dell’alto artigianato Made in Florence. Grazie alle numerose esperienze all’estero e alle competenze in ambito commerciale, Patrizio Lari ha reso Badari un’azienda di arredamento di lusso emblema del Made in Italy.
Iacopo Ciglia, nato a Firenze nel 1975 ha svolto i propri studi artistici presso l’istituto statale d’arte di porta romana. Nel 1991 ha iniziato la sua carriera lavorativa presso la fonderia artistica di famiglia ricoprendo vari ruoli. Dal 2005 ad oggi gli è stata affidata la direzione della fonderia artistica, e con l’occasione ha potuto affinare le sue conoscenze e le sue potenzialità grazie alla stretta collaborazione con grandi maestri e artisti di fama internazionale, con i quali ha realizzato opere monumentali private e pubbliche. Con grande piacere e orgoglio porta avanti la tradizione di famiglia.
Claudio Lari è nato a Firenze nel 1983, cresce occupandosi dei vari aspetti operativi e strategici di Badari, azienda a gestione familiare fondata da Marcello Badari, poi guidata da Roberto Eliana e Patrizio Lari dal 1956. Negli anni ricopre vari ruoli, oggi è a capo della produzione e del dipartimento di marketing, impegnato a tempo pieno nella realizzazione della collezione Badari. Si occupa di gestione patrimoniale e analisi delle strategie e si dedica con particolare impegno alle sue passioni: la musica e le arti visive.
a cura di Ilaria Guidantoni