
di Giuliano Castagneto
Non capita tutti i giorni di entrare in una serra (sì, ristrutturata) e trovarsi di fronte, anzi ai piedi visto che è alta poco più di 50 cm, uno degli unici due esemplari presenti in Europa di Lotus 23B, un prototipo concepito dal fondatore Colin Chapman per competere nelle gare di durata, e che nelle mani di Jim Clark pur con soli 100 cavalli di potenza faceva vedere i sorci verdi a Porsche e Ferrari mosse da motori quattro volte più potenti. E poco più indietro, un rarissimo esemplare di Porsche 911 Coupé del 1972, la cui particolarità è la presenza del tappo dell’olio sulla carrozzeria, per di più sul lato destro, cosa che all’epoca indusse in errore molti benzinai che vi versarono il carburante, con le conseguenze facilmente immaginabili. E’ il motivo per cui la produzione si arrestò dopo poco più di 600 esemplari.
Sono solo due delle chicche presenti alla prima asta di auto storiche, in programma oggi alle 17 e 30 presso lo spazio The Box in Via Bergamo a Origgio, organizzata da Art-Rite, la casa d’aste ceduta lo scorso ottobre dal fondatore (e attuale ad) Attilio Meoli a Banca Sistema (si veda altro articolo di BeBeez), che l’ha acquisita tramite Kruso Kapital, nuova denominazione sociale di ProntoPegno, erogatrice di crediti su pegno ed ex ramo d’azienda di Intesa Sanpaolo, che Ca’ de Sass aveva ceduto a Banca Sistema nel 2019 per 34 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
L’asta, in programma comprende altre 18 rarità (qui il catalogo), che vanno da vari modelli di Alfa Romeo – “uno dei marchi più forti nel panorama delle auto storiche” afferma il curatore della mostra, Edoardo Baj Macario, dallo scorso gennaio responsabile della appena nata divisione auto storiche di Art-Rite (si veda altro articolo di BeBeez) – alle Porsche, compresa una 356 super 90, nonché una ancora più rara Singer del 1934, spider tipicamente British che tra l’altro ha corso negli anni 30 a Le Mans. I prezzi base vanno da 200 a 215.000 euro.
“E’ un mercato sempre più ricco. Il nostro progetto, partito a dicembre, intende fare uno scouting soprattutto di vetture italiane da proporre, tramite le aste, a una platea di acquirenti anche internazionale” spiega Baj Macario, che ha già in programma per ottobre la prossima asta, dove saranno vendute una trentina di vetture. “Ci manterremo su quel numero, per non ingolfare le singole sedute” precisa il curatore.
“Il progetto” aggiunge Meoli “si inserisce nel quadro della nostra iniziativa Art Credit, ovvero la concessione di prestiti alla clientela garantiti da beni da collezione, che a scelta del debitore possono essere riscattati saldando il debito oppure ceduti a saldo del debito stesso”. Uno schema attualmente non applicabile alle auto in quanto beni mobili registrati e per questo soggetti a ipoteca. “Ma stiamo studiando soluzioni in grado di superare l’ostacolo” anticipa l’ad di Art-Rite. In ogni caso, Art Rite e Banca Sistema vedono nelle auto storiche anche un modo per entrare i contatto con nuovi clienti
Sulle auto storiche l’interesse degli investitori è in forte crescita. Si stima che dai 30,9 miliardi di dollari del 2020 crescerà a circa 43 miliardi di dollari nel 2024 con performance significativamente superiori rispetto agli altri oggetti da collezione come orologi, arredi antichi e opere d’arte. Stando al gestore zurighese di asset alternativi Hetica, negli ultimi cinque anni la rivalutazione è stata del 91% contro il 58% del vino e il 50% della numismatica. E in Italia, dove sono censite più di 375 mila vetture storiche, nel 2022 l’auto vintage ha generato un volume di transazioni di 2,3 miliardi di euro. Per questo la stessa Hetica aveva lanciato nel 2021 un fondo, Klassic Fund, da 50 milioni di euro le cui quote sono tra l’altro quotate alla borsa di Vienna, proprio da investire in ruote classiche. E che l’auto da collezione stia diventando una vera e propria asset class lo dimostra il lancio a fine dello scorso marzo ma appena annunciato in Italia (si veda altro articolo di BeBeez) del fondo Automobile Heritage Enhancement di Azimut, un veicolo evergreen, cioè di durata illimitata a e senza limiti di raccolta, che investirà in vetture del valore da 1 milione di euro in su. “Per noi possono essere interlocutori di riferimento, sia in acquisto che in vendita” confida Meoli. La soglia minima di investimento è di 125 mila euro, identica a quella del fondo Klassic di Hetica. Sono quindi prodotti riservati a investitori facoltosi. Il che rende le aste di Art-Rite una opportunità per chi ha tasche meno profonde.