Tutto il mondo dell’agricoltura e del cibo declinato in chiave di difesa del pianeta grazie alla tecnologia e al senso di responsabilità sociale e aziendale. È questo il terreno in cui si muovono le sette startup italiane, che sono state selezionate per la prima edizione dell’acceleratore FoodSeed, il programma incentrato su tecnologie innovative per l’alimentazione, parte della rete nazionale CDP Venture Capital sgr (si veda qui il qui il comunicato stampa).
Ricordiamo che Foodseed, lanciato lo scorso marzo (si veda altro articolo di BeBeez), conta su una dotazione di oltre oltre 15 milioni di euro, di cui 12 milioni stanziati da CDP Venture Capital e dai coi-investitori Fondazione Cariverona e UniCredit e altri 3,24 milioni stanziati da Eatable Adventures, che ne gestisce operativamente il programma, che ha l’obiettivo di promuovere l’eccellenza e l’innovazione nell’industria agroalimentare italiana. L’acceleratore conta inoltre sul contributo dei corporate partner Amadori, Cattolica Business Unit di Generali Italia, Axxelera e Veronafiere e del partner scientifico Università degli Studi di Verona.
Foodseed selezionerà ogni anno per tre anni di fila, fino a 10 startup in grado di costruire ecosistemi e sinergie di valore che portino innovazione in tutto il comparto per un’Italia sempre più sostenibile. La call per le startup che parteciperanno alla 2a edizione di FoodSeed si aprirà a febbraio 2024.
Le startup selezionate per questa prima call, dopo uno screening su oltre 250 candidature, sono sette e sono tutte italiane, sebbene il 5% delle candidature ricevute si arrivato da Spagna, Francia, Germania, Gran Bretagna e Svizzera. Il programma di accelerazione ha avuto infatti forte risonanza anche nel resto d’Europa, soprattutto in quei Paesi in cui il comparto alimentare già collabora sinergicamente con l’innovazione di settore.
Le startup hanno ricevuto ciascuna un investimento iniziale di 170 mila euro, con possibilità di incremento fino a ulteriori 500 mila euro per le più performanti, e hanno ottenuto un percorso di accelerazione di 6 mesi per consolidare la propria proposta imprenditoriale. Qui di seguito l’elenco delle startup.
Foreverland. Nata dall’intuizione di quattro giovani ragazzi, la startup porta sul mercato Freecacao, il cioccolato senza cacao. Il prodotto utilizza infatti la carruba, un legume tipico dell’area mediterranea di cui l’Italia è tra le maggior produttrici al mondo. Si tratta di una produzione che, a differenza di quella del cacao, ha un basso impatto ambientale e sociale e aiuta inoltre l’ecosistema di imprese locali del settore. Grazie a sistemi di reverse engineering, trattamenti enzimatici e tecniche di fermentazione e tostatura, Freecao riduce dell’80% le emissioni di CO2 e del 90% il consumo di acqua rispetto alla produzione di cacao. Privo dei 9 principali allergeni, tra cui latte e frutta a guscio, non contiene glutine, caffeina né ingredienti artificiali, oltre a contare il 50% in meno di zuccheri rispetto al cioccolato al latte tradizionale; è quindi più sano per le persone.
Regrowth. La startup con sede a Teramo ha sviluppato uno strumento di PLF (Precision Livestock Farming) per le aziende di produzione estensiva che consente ai contadini di monitorare da remoto la propria fattoria. Regrowth propone un sistema in grado di ridurre di circa il 60% le perdite di animali grazie a un’identificazione precoce delle malattie. Inoltre, grazie a specifici protocolli, Regrowth è in grado di rilevare precocemente anche il sovra pascolamento causato da una cattiva gestione del gregge e dei pascoli. Non solo, i lprotocolli mirano a stimolare l’aumento della biodiversità del suolo, il sequestro di CO2, il ritegno idrico e molto altro. Infine, per facilitare la comunicazione sulla gestione del proprio allevamento, Regrowth rende i dati delle aziende agricole trasparenti e protetti da protocolli antimanomissione.
Soonapse. La startup romana ha sviluppato il primo Decision Support System (DSS) progettato specificamente per l’IoT. Un sistema AI Dual in grado di interpretare il cambiamento climatico e fornire previsioni con un’accuratezza del 99% consentendo agli agricoltori di ottimizzare l’utilizzo dell’acqua e non solo. Coniugando le informazioni di contesto, con gli eventi (ovvero i dati raccolti da sensori, droni e satelliti) e le previsioni, è possibile ad esempio prevedere lo stato dell’acqua in qualsiasi suolo/coltura per i 5 giorni successivi. Si parla di Smart o Precision Irrigation e si tratta di un modello predittivo che considera tutte le coltivazioni agricole, in grado di dare consigli anche sulla migliore coltivazione in base alla stagionalità. Ad oggi non esiste una tecnologia che garantisca questo livello di precisione.
Agreen Biosolutions. La startup di Udine propone una soluzione per aiutare la transizione verso un’agricoltura più sostenibile: si tratta di un olio ozonizzato a concentrazione variabile di ozono, da applicare nei campi agricoli, in grado di garantire un effetto preventivo e/o curativo. Questo olio, certificato come “corroborante” e dall’effetto biostimolante e fitosanitario, consente di eliminare l’utilizzo di pesticidi chimici oltre che garantire un notevole risparmio economico agli agricoltori. Un prodotto dal valore unico in grado di stimolare il raccolto e proteggerlo.
Trusty. La startup di Pescara propone servizi di tracciabilità industriale in ambito ambientale, sociale e di corporate governance. La startup di Pescara ha sviluppato una piattaforma basata su blockchain, con una dashboard personalizzabile per ogni industria. Il sistema può essere utilizzato anche per integrare le informazioni provenienti dalle autorità ed emettere certificazioni di tracciabilità. Trusty segue l’intero ciclo di vita dei prodotti alimentari, from Farm to Fork, fornendo agli stakeholder della filiera informazioni affidabili e accurate sull’origine, la qualità e la sicurezza dei prodotti.
AgreeNET. La startup propone un materiale innovativo a base biologica e biodegradabile per l’imballaggio alimentare.Si tratta di un POD da inserire all’interno del packaging dei prodotti: grazie alle sostanze naturali che emette, componenti funzionali normalmente prodotte dalle piante per proteggersi da microrganismi patogeni, il POD è in grado di allungare la shelf life dei prodotti anche di 20 giorni aiutando così i produttori alimentari a risolvere o a limitare il problema dello spreco alimentare.
Hypesound. La startup di Perugia ha sviluppato So’Sweep, un dispositivo che riproduce onde sonore per la fermentazione avanzata, in grado di accelerare la crescita dei microrganismi, aumentandone la produzione fino al 300%, riducendo tempi e costi. Al momento, Hypesound si sta concentrando nell’ottimizzazione della produzione di alghe, in particolare in Spirulina e Chlorella, ma le applicazioni della tecnologia coinvolgono l’intero settore delle biotecnologie.
Stefano Molino, Senior Partner e Responsabile fondo Acceleratori di CDP Venture Capital sr, ha commentato: “L’impatto delle nuove tecnologie nella filiera dell’agroalimentare può veramente cambiare questo mercato, portando innovazione in numerosi aspetti, dalla sostenibilità nei processi di produzione, alla gestione della catena del cibo fino agli aspetti legati alle patologie legate all’alimentazione. La qualità delle nuove imprese selezionate per la prima edizione dell’Acceleratore FoodSeed, uno fra i 18 programmi operativi della Rete Nazionale Acceleratori di CDP Venture Capital, ci mostra come in Italia il potenziale di questo mercato sia enorme e insieme ai co-investitori e ai partner dell’Acceleratore continueremo a seguire la crescita di queste realtà”. Ricordiamo che l’ultimo acceleratore lanciato da CDP Ventures Capital lo scorso dicembre è stato Argo, in collaborazione con il Ministero del Turismo, dedicato alle startup e pmi che sviluppano soluzioni o servizi per il turismo e l’ospitalità, con una dotazione di 4,5 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Filippo Manfredi, direttore generale di Fondazione Cariverona, ha continuato: “Siamo convinti che sostenere l’innovazione sia l’unica strada da percorrere per rispondere a sfide globali che hanno ricadute molto concrete sui nostri territori, dalla crisi climatica all’insicurezza alimentare. Le startup contribuiranno a elaborare soluzioni in grado di garantire un futuro al nostro pianeta. Il programma dà inoltre l’opportunità ai giovani di giocare un ruolo da protagonisti, aiutandoli a trasformare i loro progetti in prodotti e servizi, con benefici per tutta la comunità. Come Fondazione, vogliamo creare le condizioni giuste perché le nuove idee possano trovare spazio e realizzarsi, non solo erogando risorse economiche, ma anche costruendo alleanze strategiche, favorendo lo sviluppo di nuove competenze, stimolando la condivisione di buone pratiche”. Sul fronte dell’innovazione, ricordiamo che Fondazione Cariverona, assieme a Fondazione Marche e Università Politecnica delle Marche ha già dato avvio a un altro acceleratore, AC75 Startup Accelerator, che, insieme a CDP Ventures Capital ha promosso il primo programma di accelerazione in Europa per le startup della silver economy, Next Age (si veda altro articolo di BeBeez).
Francesco Iannella, regional manager Nord Est di UniCredit, ha aggiunto: “La proposta di FoodSeed ha avuto
un riscontro ampiamente positivo, come testimoniano l’alto numero di candidature ricevute. Crediamo che
questa iniziativa, da noi fortemente voluta e supportata insieme ai nostri partner, sia l’ennesima concreta
dimostrazione dell’attenzione di UniCredit verso le comunità in cui opera e della volontà di fornire loro,
attraverso la valorizzazione delle specificità, tutte le leve necessarie per innescare cicli virtuosi con ricadute
positive per tutto il territorio”. Ricordiamo che sul fronte dell’innovazione Unicredit opera da dieci anni con il suo UniCredit StartLab, con cui ha già accompagnato oltre 550 startup (si veda altro articolo di BeBeez) e che la banca lo scorso anno ha siglato un accordo con G-Factor, incubatore e acceleratore fondato nel 2018 dalla Fondazione Golinelli, dedicato specialmente all’ambito delle life science (si veda altro articolo di BeBeez).
E Alberto Barbari, Program Director di Eatable Adventures per FoodSeed., ha concluso: “Siamo orgogliosi di poter affiancare queste e le prossime realtà, portando il know-how di Eatable Adventures in Italia a supporto del tessuto imprenditoriale nazionale. Open Innovation, sinergia tra tradizione e innovazione, eticità tecnologica e ovviamente, amore per il buon cibo: sono questi gli elementi chiave che daranno vita a nuovi modelli di business virtuosi, pronti a dare un effettivo slancio al comparto e a tutta l’economia italiana di domani. Il tutto, a favore di una cultura dello sviluppo legata ad un uso attento, sostenibile e democratico delle nuove tecnologie”.