di Paola Stringa
Picosats, spin-off dell’Università degli Studi di Trieste insediata presso AREA Science Park, fondata da Anna Gregorio nel 2014 per rendere più rapido ed economico l’accesso allo spazio, ha raccolto 1 milione di euro dal Progress Tech Transfer, gestito da MITO Technology, e da LIFTT, holding di Venture Capital guidata dall’imprenditore scienziato Stefano Buono (si veda qui il comunicato stampa).
L’obiettivo della raccolta è portare ai test in orbita RADIOSAT, il ricetrasmettitore satellitare ad alta frequenza sviluppato dai ricercatori di Picosats, per poi lanciare il prodotto a livello internazionale.
Ha spiegato Gregorio: “L’accesso alle infrastrutture a banda larga e alle tecnologie terrestri è limitato o inesistente in molte parti del mondo. I sistemi satellitari sono la soluzione. Picosats sviluppa prodotti ad alte prestazioni per la nuova frontiera spaziale: i piccoli satelliti, sistemi rapidi ed economici che stanno cambiando l’economia spaziale. Radiosat rappresenta il primo elemento di una serie di prodotti che Picosats vuole sviluppare per servizi di tlc satellitari”.
Francesco De Michelis, partner di Progress Tech Transfer, ha aggiunto “Abbiamo subito colto il potenziale della tecnologia di Picosats, che è in linea con la nostra missione di investitori early-stage in tecnologie per la sostenibilità. Picosats con grande vantaggio sugli altri ha compreso l’importanza di rendere l’esplorazione spaziale sostenibile sia sul piano economico che su quello ambientale”.
Giovanni Tesoriere, ceo di LIFTT, ha concluso: “Crediamo nel progetto Picosats perché il valore della sua tecnologia è confermato, oltre che dalla valutazione del nostro team di analisti, anche dalle credenziali di cui gode nel suo settore. L’azienda infatti è da tempo nel radar della Fondazione Amaldi, che la considera un best new coming nel settore della new space economy. Inoltre ì Picosats è un unicum nel mondo aereospace perché ha al suo attivo un portfolio di clienti privati provenienti da Paesi come Canada, UK e Israele. A confermarci la bontà dell’investimento è stata proprio la dichiarazione della società canadese che li sta accompagnando nel processo di validazione dei test con il lancio nello spazio: “erano anni che cercavamo una tecnologia con caratteristiche uniche al mondo nel suo genere”.
Ricordiamo che Progress Tech Transfer, fondo italiano di venture capital di cui è advisor MITO Technology, è interamente dedicato alle tecnologie per la sostenibilità provenienti dal mondo della ricerca pubblica italiana. Il veicolo ha a disposizione oltre 40 milioni di euro, sottoscritti da Fondo Europeo degli Investimenti e Cassa Depositi e Prestiti all’interno della piattaforma strategica nazionale ITAtech, si veda altro articolo di BeBeez). Il modello di investimento su cui si basa il fondo è quello della proof-of-concept ossia la selezione di iniziative di ricerca su tecnologie a basso livello di maturazione che possano essere portate alla fase di sfruttamento commerciale grazie a risorse finanziarie, competenze e relazioni.
Per il fondo, Picosats è stato il 14° investimento. Il precedente è stato la partecipazione al round seed da 750 mila euro di Specto Photonics, la startup che, in collaborazione con il Politecnico di Milano, ha sviluppato una tecnologia in grado di rivoluzionare la diagnostica medica (si veda altro articolo BeBeez).
Anche in questo caso Progress Tech Transfer ha investito in tandem con LIFTT, la holding di venture capital guidata dall’imprenditore scienziato Stefano Buono, che solo due mesi fa è diventata il primo investitore internazionale di Habacus, la startup, partecipata da H Farm che punta a rendere scalabile l’ecosistema che connette l’istruzione, le startup innovative e le imprese (si veda altro articolo BeBeez).
LIFTT in meno di 24 mesi di vita è diventato uno degli operatori più attivi in Italia, con quasi 1500 progetti esaminati e 24 investimenti attualmente in portafoglio. Il venture capital è nato a inizio 2020 dal volere di Fondazione Compagnia di San Paolo e del Politecnico di Torino, il cui rettore, l’ex presidente del Cnr Francesco Profumo, ha designato Buono alla guida del progetto.