Ansaldo Energia, la più grande azienda in Italia e una tra le principali del mondo per fornitura, installazione e service di impianti e componenti per la generazione di energia, controllata da CDP Equity (88,3%), procede in direzione della ricapitalizzazione varata lo scorso febbraio (si veda altro articolo di BeBeez): il cda di martedì scorso, infatti, ha convocato l’assemblea dei soci per votare l’aumento di capitale contestualmente all’approvazione del bilancio 2022 (si veda qui il comunicato stampa), che si è chiuso in rosso con un risultato netto negativo per 559 milioni di euro (-583,3 milioni rispetto all’anno precedente), anche a seguito di una revisione al ribasso per 390 milioni di euro del valore degli asset intangibili detenuti (impairment loss su costi di sviluppo tecnologia GT36 e avviamento) già registrata in sede di risultati semestrali 2022.
Ricordiamo che a dare il via libera alla proposta definitiva di manovra finanziaria e di rafforzamento patrimoniale a favore dell’esecuzione del progetto era stato il cda del 31 marzo 2023, sede in cui era anche stato approvato il nuovo piano industriale 2022-2027.
Nell’intero processo, Ansaldo Energia è stata assistita da Mediobanca in qualità di advisor finanziario, da Studio Chiomenti e Studio Zoppini in qualità di advisor legali, e da EY e Studio Laghi, rispettivamente per l’analisi e l’aggiornamento del piano industriale e per gli aspetti economico-aziendalistici.
In dettaglio, il consiglio di amministrazione dell’azienda ha proprio preso atto della sottoscrizione, con gli istituti bancari finanziatori, degli accordi di estensione al 2027 dei finanziamenti a medio-lungo termine e della sottoscrizione della nuova linea di credito assistita dalla garanzia Sace Supportitalia. L’ammontare complessivo di linee per cassa a disposizione della società rimane pari a 450 milioni di euro complessivi.
Wepartner ha affiancato in qualità di advisor finanziario il pool di banche finanziatrici coinvolte nell’operazione di rifinanziamento e ricapitalizzazione. Al fianco dell’advisor Lazard, Wepartner ha ricoperto il ruolo di consulente finanziario proprio nella sottoscrizione degli accordi su citati così come della nuova linea di credito su menzionata.
Inoltre, il cda ha anche preso atto dell’estensione al 2027 della linea di credito per l’emissione di garanzie commerciali a supporto del piano industriale 2022-2027. In esecuzione degli accordi raggiunti, si legge in una nota, “il cda ha deliberato di sottoporre all’assemblea degli azionisti, in sede straordinaria, una proposta di aumento del capitale sociale a pagamento per un importo massimo complessivo di 580 milioni di euro, in forma scindibile, da offrire ai soci in opzione”.
L’aumento sarà effettuato “mediante emissione di 1,81 miliardi di azioni ordinarie prive del valore nominale aventi le medesime caratteristiche di quelle in circolazione, a un prezzo di emissione per azione di 0,31906 euro, da offrire in opzione ai soci entro il 30 aprile 2024, e di annullamento di 11.250 azioni proprie senza riduzione corrispondente del capitale sociale”.
Il cda ha convocato l’assemblea (in sede ordinaria per l’approvazione del bilancio e in sede straordinaria per l’aumento di capitale) per il 19 giugno alle 11, in prima convocazione, e per il 26 giugno, alla stessa ora, in seconda convocazione.
Il consiglio, inoltre, ha approvato il progetto di bilancio della società e il bilancio consolidato del gruppo relativi all’esercizio chiuso al 31 dicembre 2022. I conti hanno risentito “delle dinamiche di andamento dei prezzi delle materie prime e dei costi di produzione in generale, con conseguente, significativa revisione al ribasso della marginalità dei progetti new units già in portafoglio, fattori che si vanno ad aggiungere alle incertezze sul mercato di riferimento di Ansaldo, legate al conflitto russo-ucraino. Nel corso dell’anno sono stati raccolti nuovi ordini per 898,4 milioni, che hanno consentito di raggiungere i 4,1 miliardi di euro di portafoglio ordini complessivi; i ricavi si sono attestati a 1,23 miliardi, in calo di 253,9 milioni rispetto all’anno precedente”.
L’ebitda “è risultato negativo per 46,1 milioni (-206,5 milioni rispetto all’anno precedente); l’indebitamento netto, infine, è stato «pari a 1,04 miliardi, in aumento di 193,3 milioni rispetto all’anno precedente”.
Ricordiamo che dal 1° aprile Fabrizio Fabbri, cooptato dal cda, è il nuovo amministratore delegato del gruppo, in sostituzione dell’uscente Giuseppe Marino.
Ricordiamo ancora che l’aumento di capitale segue quello da 450 milioni di euro avvenuto meno di tre anni fa, assieme al rifinanziamento del debito (si veda altro articolo di BeBeez). A quell’operazione i cinesi di Shangai Electric non avevano aderito e avevano così ridotto la loro quota dal precedente 40% all’attuale 12% circa. E ora non è chiaro che cosa faranno (si veda altro articolo di BeBeez).
Infine, ricordiamo che a inizio agosto 2022, nella nota in cui riferiva i risultati del primo semestre dell’anno, che si è chiuso con un risultato economico consolidato negativo per 442 milioni di euro, il cda aveva sottolineato che sarebbe stato impossibile raggiungere gli obiettivi del piano industriale 2022 e che quindi aveva scritto un nuovo piano industriale e iniziato le trattative con gli azionisti e le banche finanziatrici per strutturare una manovra finanziaria che lo supportasse. A fine giugno l’indebitamento netto verso terzi era salito a 787 milioni di euro dai 619 milioni del dicembre 2021.