Il Tribunale di Bari ha omologato il concordato preventivo di Mediterranea, proprietaria della Gazzetta del Mezzogiorno. Lo ha reso noto venerdì scorso il comitato di redazione del giornale pugliese con una nota, che spiega: “Il provvedimento spazza via ogni incertezza e qualsiasi polemica, ora siamo pronti a lavorare con il nuovo editore per riportare in edicola il nostro giornale”. Lo riferisce il sito del TGR Puglia della Rai.
Nel dettaglio, il Tribunale ha omologato il piano concordatario presentato dalla società Ecologica spa del Gruppo Miccolis, che si è impegnata a prendere in carico tutti i lavoratori e che aveva ottenuto il via libera dei creditori.
All’udienza del tribunale fallimentare, oltre agli avvocati di Ecologica e quelli di Ledi, società dei fratelli Sebastiano e Vito Ladisa, imprenditori baresi del settore della ristorazione, che hanno presentato un’offerta concorrente, ha partecipato la Procura di Bari, che nel maggio 2020 aveva chiesto il fallimento della società editrice e proprietaria della Gazzetta del Mezzogiorno (si veda altro articolo di BeBeez). La Procura ha anche depositato un’informativa della Guardia di Finanza alla quale i pm, nell’ambito dell’inchiesta penale sul fallimento della testata barese, avevano delegato accertamenti bancari sui fondi accantonati da Ecologica a garanzia della proposta di concordato. Da queste verifiche era emerso che quattro degli otto assegni depositati da Ecologica sono riconducibili a un’altra società, la Cisa spa dell’imprenditore tarantino Antonio Albanese, che si occupa di trattamento rifiuti (si veda La Repubblica Bari). Il Tribunale di Bari, rigettate le istanze di rinvio dell’udienza presentate dai legali di entrambe le società, ha deciso venerdì di tirare dritto e di omologare il concordato di Mediterranea. La concorrente Ledi, che la scorsa settimana aveva registrato la testata La Nuova Gazzetta di Puglia e Basilicata (si veda La Repubblica Bari), si è opposta all’omologa. La società dei Ladisa ha ora 30 giorni per impugnare il provvedimento e fare reclamo.
Ricordiamo che Ledi nel novembre 2020 si era aggiudicata il bando per l’affitto del ramo d’azienda di Edisud, la casa editrice della Gazzetta del Mezzogiorno (si veda altro articolo di BeBeez). Quella di Ledi era stata l’unica offerta pervenuta al tribunale di Bari per Edisud, dichiarata fallita nel giugno 2020 insieme a Mediterraneo, proprietaria della testata barese (si veda altro articolo di BeBeez). Il tribunale aveva così accolto la richiesta di fallimento di Edisud e di concessione dell’esercizio provvisorio avanzata dalla Procura della Repubblica di Bari nel maggio 2020 (si veda altro articolo di BeBeez), a seguito della rinuncia al concordato in bianco presentato a luglio 2019 dalla società su avallo del socio di minoranza, l’editore Valter Mainetti, che aveva fatto successivamente un passo indietro.
La Edisud era finita sotto gestione commissariale il 24 settembre del 2018 dopo un provvedimento del tribunale di Catania, che aveva disposto il sequestro di beni per 150 milioni di euro dell’editore Mario Ciancio Sanfilippo, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Nel marzo 2019 la Corte di Appello aveva restituito i beni all’editore, ritenendo la non sussistenza di alcun legame con la mafia. A fine aprile 2019, dopo il rigetto di una istanza della Procura di Catania per il congelamento del dissequestro in attesa del ricorso in Cassazione, La Gazzetta del Mezzogiorno, insieme ad altri beni, era tornata definitivamente nella disponibilità dell’editore.
Edisud nel febbraio 2020 aveva rinunciato al concordato in bianco e ritirato il relativo piano concordatario, mentre sul tavolo c’erano ben due nuove ipotesi di salvataggio da parte di due editori: Valter Mainetti (socio di controllo del gruppo immobiliare Sorgente nonché editore de Il Foglio) e Gianpaolo Angelucci (editore de Il Tempo, Libero, e dei 5 Corrieri di Umbria, si veda altro articolo di BeBeez).
Angelucci aveva presentato nel gennaio 2019 una offerta di acquisto di ramo di azienda: si proponeva per rilevare la testata in cambio di 12 milioni di euro e dell’assorbimento di quasi tutta la forza lavoro del giornale. La sua offerta, alla quale il Tribunale di Catania non diede seguito, è stata ripresentata il 17 febbraio 2020, ma con condizioni peggiorative: con 5 milioni di euro proponeva di acquistare la testata, il sito internet e l’archivio storico per editare il quotidiano con 30 giornalisti (a fronte degli attuali 74 in due regioni) e 4 poligrafici. Il quotidiano meridionale aveva chiesto a metà luglio 2019 l’ammissione al concordato preventivo al Tribunale di Bari, dopo aver ottenuto l’ok del Tribunale di Catania, a capo della gestione commissariale (si veda altro articolo di BeBeez).
La Gazzetta del Mezzogiorno è stata fondata nel novembre 1887 come Corriere delle Puglie da Martino Cassano. Nel 1922 a esso si è affiancata a essa La Gazzetta di Puglia. Nel 1923 Il Corriere delle Puglie ha cessato le pubblicazioni e nel 1928 è apparsa la nuova testata definitiva della Gazzetta del Mezzogiorno. Con sede a Bari, è uno dei più importanti quotidiani dell’Italia meridionale, dove è maggiormente diffuso. Per contenere i costi, un paio di anni fa il giornale aveva chiuso le sedi di Brindisi, Matera e Barletta. Il quotidiano ha chiuso il 2018 con una perdita operativa superiore ai 7 milioni di euro, oltre a ricavi da copie vendute scesi del 40% e della pubblicità per il 60% negli ultimi 6 anni.