Braccio di ferro sul prezzo di ITA Airways, ma l’accordo tra il ministero dell’Economia e la compagnia aerea tedesca Lufthansa questa volta dovrebbe finalmente arrivare in porto per essere firmato con ogni probabilità subito dopo Pasqua, prima del termine delle trattative in esclusiva, fissato al 24 aprile. Il prezzo finale dovrebbe oscillare intorno ai 200 milioni di euro, una cifra più bassa rispetto a quanto ipotizzato all’inizio di febbraio, quando si era parlato di 200-250 milioni di euro per il 40% della compagnia italiana da corrispondere attraverso un aumento di capitale riservato e ancora meno rispetto ai 250-300 milioni previsti a inizio anno (si veda altro articolo di BeBeez).
Ma i numeri del 2022 di Ita Airways sono in contrazione, con una perdita netta quantificata in circa 486 milioni di euro, su cui ha pesato la congiuntura negativa per oltre 280 milioni di euro con maggiori costi del carburante (si veda qui il comunicato stampa). Per questo motivo l’amministratore delegato di Lufthansa Carsten Spohr ha lasciato intendere che “nel 2022 Ita ha perso molti soldi e questo deve riflettersi anche nella valutazione del vettore italiano”.
A fronte di un minor prezzo il ministero dell’Economia, proprietario del 100% della compagnia italiana (che avrebbe chiesto non meno di 300 milioni), avrebbe proposto una partecipazione iniziale inferiore al 40%, dal momento che nella lettera d’intenti firmata alla fine di gennaio tra il Tesoro e Lufthansa la quota di Ita Airways in vendita è indicata in una forchetta tra il 20 e il 40%. Facendo leva anche sul fatto che uno degli asset più importanti di ITA è lo storico marchio Alitalia che il gruppo tedesco potrebbe sfruttare in futuro.
Così la settimana scorsa il consiglio di amministrazione ha approvato il piano industriale già condiviso con Lufthansa (si veda qui il comunicato stampa) in occasione dell’incontro a Roma tra il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, Spohr e il presidente di Ita Airways Antonino Turicchi. Il dicastero di Via Venti Settembre si è limitato a dire che “nel corso del positivo colloquio è stato illustrato il piano industriale condiviso che determinerà in termini di flotta, network e obiettivi strategici lo sviluppo di Ita Airways. Con l’incontro, nel solco del Dpcm”, pubblicato nella prima Gazzetta Ufficiale del 2023 e che regola la cessione della compagnia aerea di Stato (si veda altro articolo di BeBeez), “si compie un ulteriore progresso nella direzione della partnership industriale tra i due vettori” (si veda qui il comunicato stampa).
Tra i punti salienti del piano industriale di ITA Airways 2023-2027, che dovrebbe essere presentato ufficialmente il giorno della firma dell’accordo vincolante, ci sarebbero una serie di misure pensate per migliorare la redditività. Per esempio, verranno valorizzate le tratte a lungo raggio e sarà anche potenziata la flotta da 67 a circa 100 velivoli, di cui il 25% a lungo raggio, con il necessario rafforzamento dell’organico. Previsto il raggiungimento del break-even entro il 2025, con il 2026 contrassegnato come primo anno in utile, con Lufthansa che avrà facoltà di esercitare l’opzione call per rilevare il controllo fino al 100% della compagnia aerea.
Il closing dell’operazione è previsto in estate dopo il via libera dell’Antitrust Ue, che non dovrebbe però porre ostacoli, dal momento che la vendita di Ita Airways è stata fortemente richiesta dalla Commissione europea all’Italia.
Un anno fa, quando c’era il governo Draghi, la compagnia valeva 950 milioni di euro ed è andata avanti finora con i soldi pubblici. Sempre la settimana scorsa la Commissione europea ha annunciato che il prestito ponte da 400 milioni di euro concesso ad Alitalia nel 2019 rappresenta un aiuto di Stato illegale ai sensi delle norme comunitarie e, pertanto, Italia ora deve quindi recuperare dalla compagnia l’aiuto di Stato illegittimo maggiorato degli interessi.
Tornando a ITA Airways, la compagnia ha chiuso il 2022 con 1,576 miliardi di euro, di cui 1,272 miliardi derivanti dal business del traffico passeggeri, un ebitda negativo per 338 milioni, una cassa pari a 418 milioni e un patrimonio netto di 524 milioni. La compagnia ha operato l’anno scorso circa 97mila voli di linea e trasportato circa 10,1 milioni di passeggeri (1,3 milioni nel 2021), riuscendo a intercettare la ripresa del traffico aereo che si è manifestata a partire dal secondo semestre aumentando la propria quota di mercato.
“Il risultato dell’esercizio risulta coerente con la fase di start-up della società (operativa e membro di SkyTeam dall’ottobre 2021, ndr) in un contesto di mercato ancora debole nei primi mesi dell’esercizio per effetto del perdurare della pandemia Covid. Inoltre, i risultati dell’esercizio 2022 sono stati significativamente impattati dall’aggravio del costo del carburante successivo allo scoppio del conflitto russo-ucraino, unitamente al rilevante deterioramento del tasso di cambio euro-dollaro, i cui impatti sono stati solo parzialmente tradotti in aumento dei ricavi e mitigati da un’attenta e oculata gestione operativa, nonché da un’estrema attenzione al controllo dei costi. Al netto dei suddetti fattori esogeni, la performance operativa della società è risultata migliorativa rispetto alle previsioni del piano industriale e del budget aziendale”, si legge nella nota della società.
“Le attese per il 2023 sono di un’ulteriore consistente crescita del volume dei ricavi trainati dall’espansione del network delle destinazioni servite garantita dall’incremento della flotta, da cui consegue un significativo miglioramento del risultato operativo atteso. I risultati dell’anno sono la conseguenza del notevole impegno profuso dalle risorse della società che hanno contribuito in maniera decisiva nella fase di start up e di consolidamento delle attività operative della società in un contesto di mercato ancora complesso”, si legge ancora nella nota.