Signa Prime Selection AG, una delle due società che si occupano di real estate che fanno capo alla holding austriaca Signa, insolvente, ha concluso un accordo con il gruppo svizzero tedesco Schoeller (imballaggi e dei servizi per catene di approvvigionamento) per vendergli tre proprietà\progetti italiani fra il Veneto e il Trentino Alto-Adige. Si tratta dell’iconico Hotel Bauer a Venezia e, a Bolzano, del Waltherpark, ancora in costruzione, e di Viva Virgolo progetto di valorizzazione della montagna locale.
Lo ha rivelato venerdì il quotidiano austriaco DER Standard, citando una nota emanata da Norbert Abel, amministratore della ristrutturazione del gruppo Signa, che è stata diffusa venerdì mattina, secondo la quale l’operazione ha avuto il via libera del comitato dei creditori e ora attende il semaforo verde delle banche creditrici e delle Autorità Antitrust. Il valore della transazione non è stato comunicato così come da accordi fra le parti coinvolte.
La tesi circolata sulla stampa anche altoatesina è che Schoeller si sia aggiudicato gli asset presentando l’offerta migliore. La notizia smentisce quindi alcune voci circolate sulla stampa locale veneta alcuni giorni fa secondo le quali ad acquisire l’albergo che si trova sul Canal Grande sarebbe stato il fondo statunitense King Street Capital Management (si veda altro articolo di BeBeez).
Secondo quanto riportato da Salto, i negoziati sarebbero andati avanti per alcuni mesi fino alla svolta che si è registrata la settimana scorsa, quando si è recato a Vienna per definire gli ultimi dettagli del contratto firmato il 25 aprile Heinz Peter Hager, già responsabile degli affari italiani di Signa per conto di Renè Benko, fondatore del conglomerato austriaco che, a fine novembre 2023, ha chiesto di accedere alla procedura di insolvenza a Vienna a causa di un debito bancario di circa 5 miliardi di euro (si veda qui Reuters), ma con un passivo che nel frattempo è quasi raddoppiato: a fine gennaio scorso, infatti, il responsabile della procedura, Christof Stapf, aveva annunciato un passivo di ben 8,6 miliardi di euro (si veda qui Reuters). Secondo JP Morgan l’esposizione delle varie holding e sub holding che sono parte della struttura del gruppo, molto complessa, potrebbe arrivare a 13 miliardi.
C’è da dire che i rapporti fra i due gruppi erano stretti e datavano già alcuni mesi prima dell’inizio di queste ultime trattative. Schoeller, infatti, aveva già presentato delle offerte per altri asset detenuti da Prime Asset GmbH, che Abel aveva messo in vendita come pacchetto, ha scritto Der Standard spiegando che si trattava dell’edificio in cui hanno sede la Corte Costituzionale (VfGH) di Vienna e il Bank Austria Kunstforum, il Goldenes Quartier e i grandi magazzini Tyrol di Innsbruck. Tuttavia, l’accordo non ha funzionato perché i creditori si sono rifiutati di dare il loro consenso. Fonti citate da Reuters, invece, sostengono che le trattative siano state solamente prolungate il che vorrebbe dire che, se andassero a buon fine, il gruppo Schoeller acquisirebbe altri asset di Signa cui, alcuni mesi prima del suo tracollo finanziario, aveva erogato un prestito di 200 milioni di euro che includeva garanzie sostenute da beni.
Il bene fulcro dell’accordo fra i due gruppi di lingua tedesca è certamente l’Hotel Bauer, che Signa aveva acquisito nel 2020 dal fondo Elliott (si veda altro articolo di BeBeez), un anno dopo la sua acquisizione dell’intero capitale del gruppo Bauer insieme a Blue Skye (si veda altro articolo di BeBeez).
Nell’occasione, Signa aveva ottenuto un prestito di 135 milioni di euro dalla Raiffeisenlandesbank Niederoesterreich-Wien per finanziarne la ristrutturazione. L’anno scorso, però, i lavori di costruzione sono stati interrotti a causa di arretrati finanziari, ritardando l’apertura definitiva sotto la gestione di Rosewood Hotels. II progetto prevede l’ampliamento della struttura e il rinnovamento per creare 90 suite di lusso.
Il Waltherpark si trova nel centro storico di Bolzano fra la stazione ferrioviaria e piazza Walther, la più importante della città, spiega il sito del progetto di riqualificazione dell’intero quartiere. Il piano è stato fino ad ora gestito dalla società Waltherpark AG, parte della galassia Signa mediante un altro veicolo societario (Immobilienprojekte Bozen Gmbh), con dei numeri e uno stato di avanzamento dei lavori che aveva destato molte preoccupazioni in merito all’effettiva realizzazione del progetto, prima che si concludesse l’accordo con gli Schoeller.
Nel 2022 la società Waltherpark AG aveva registrato un ebitda negativo di 12,8 milioni, con una perdita pari a circa 20,5 milioni, a fronte di 117mila euro di ricavi e 132 milioni di debiti netti, con un patrimonio netto di 42 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
“Il gruppo Schoeller è gestito da “una famiglia imprenditoriale molto solida che rappresenta un partner professionale, economicamente solido per i nostri progetti ed affine dal punto di vista culturale”, ha dichiarato Hager, come riportato dall’Ansa di Bolzano). ”Questo garantisce non solo il completamento di WaltherPark ma ci permetterà anche di perseguire con ancora più successo i nostri piani originari per Bolzano a livello di commercializzazione e di progettazione” ha commentato il commercialista che rimarrà alla guida di questo progetto, secondo quanto riportato dagli organi di stampa di lingua tedesca.
Dal canto suo Christoph Schoeller ha detto: “siamo lieti di rilevare questo iconico complesso nel cuore di Bolzano e di garantire al WaltherPark un futuro affidabile e orientato al lungo termine. Insieme ai partner esistenti, ai dipendenti, ai clienti, alle imprese di costruzione, ai finanziatori, alle autorità e a tutte le altre parti interessate, garantiremo un completamento senza intoppi come originariamente previsto”.
Viva Virgolo, invece, è un progetto orientato al futuro, al 2026, quando una nuova funivia che si aprirà allora consentirà ai cittadini ed ai visitatori di ritornare a vivere il monte omonimo, inaccessibile da quasi 50 anni, quando fu chiusa la funicolare cittadina. L’obiettivo è di creare un polo culturale e di intrattenimento, a 450 metri sul livello del mare, con un ristorante, negozi, caffè, due sale concerto ed un museo.
Una prima versione del progetto, del valore di 170 milioni di euro, era stata bocciata dalla conferenza dei servizi locale e dalla giunta provincie a maggio del 2022 (fonte: RAI News).
Chi sono gli acquirenti?
Sotto l’egida del Schoeller Group si trovano una serie di imprese collegate alle holding Schoeller di Monaco e Zurigo che operano nei settori degli imballaggi e dei servizi per catene di approvvigionamento (supply chain), con aree di attività che spaziano dai sistemi d’imballaggio riutilizzabili al riciclaggio, dalle energie rinnovabili alla consulenza logistica, fino alla gestione della proprietà intellettuale.
Il gruppo si è sviluppato a partire dalle Gebrüder Schoeller a Düren (fondata nel 1799) e Alexander Schoeller & Co (fondata nel 1880) ed è ora controllato da Martin e Christoph Schoeller e dalle loro famiglie alla settima generazione, spiega Salto. Il fatturato complessivo supera il miliardo di euro, con oltre 4mila dipendenti in tutto il mondo ed una strutturato che si articola in diverse entità operative sotto quattro holding familiari: Alexander Schoeller & Co, Gebrüder Schoeller, Schoeller Logistics Systems e Schoeller Group.