Il Tribunale di Milano ha accolto la domanda dei commissari di Tirrenia, in amministrazione straordinaria, e ha disposto il sequestro dei beni di Onorato Armatori, la holding che controlla Moby e CIN (ex Tirrenia) e che a sua volta fa capo all’armatore Vincenzo Onorato, per un importo di 20 milioni di euro (si veda qui l’ANSA).
Nella realtà i commissari avevano chiesto di disporre in via cautelare il sequestro conservativo di 180 milioni di euro nei confronti di Onorato Armatori (si veda altro articolo di BeBeez), a seguito di quanto accaduto lo scorso giugno, quando i commissari avevano deciso di citare in giudizio il gruppo dell’armatore ritenendolo responsabile del dissesto CIN-Tirrenia (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo infattiche con Tirrenia in AS Moby deve infatti sistemare la questione del debito residuo a saldo dell’acquisizione del 60% di Tirrenia-Cin che nel 2012 ancora non era di Moby e che Moby deve ancora a Tirrenia. Quest’ultima era stata valutata 376,9 milioni di euro di cui 135 milioni erano stati pagati al closing dell’operazione nel luglio 2012 e altri restanti 62 milioni pagati nel febbraio 2016 in occasione del rifinanziamento del debito (si veda altro articolo di BeBeez). I restanti 180 milioni dovevano essere pagati in tre rate: la prima rata da 55 milioni andava pagata nell’aprile 2016, la seconda da 60 milioni entro l’aprile 2019 e la terza da 65 milioni nell’aprile 2021. Ma tutte le tre rate non sono ancora state pagate.
I giudici nel dettaglio hanno riconosciuto “la responsabilità della holding” degli Onorato, “per aver drenato risorse di CIN per oltre 210 milioni così da impedire a quest’ultima di ripagare all’amministrazione straordinaria il prezzo di 180 milioni per la cessione della flotta”.
Il fatto però che la somma oggetto di sequestro venga limitata a 20 milioni fa immaginare che i giudici ritengano plausibile la possibilità per CIN di ripagare parzialmente il debito nei confronti di Tirrenia in AS nell’ambito del piano di concordato attualmente in corso di approvazione presso il Tribunale di Milano. L’ultima versione del piano, infatti, sarebbe ampiamente migliorativa in tema di condizioni di rimborso dei creditori, con la percentuale di soddisfacimento dei creditori chirografari, tra cui Tirrenia AS, che viene elevata all’80%, il che significa che Tirrenia in AS riceverebbe 144 milioni del totale di 180 milioni dovuti (si veda altro articolo di BeBeez).
CIN nel giugno scorso aveva depositato infatti al Tribunale fallimentare di Milano la proposta definitiva di concordato preventivo (si veda altro articolo di BeBeez). Si trattava di un aggiornamento di un’analoga domanda presentata lo scorso maggio per evitare il fallimento, dopo che erano finite in un nulla di fatto le trattative con Tirrenia in AS per un accordo di ristrutturazione del debito ex art. 182-bis della Legge Fallimentare (si veda altro articolo di BeBeez).
Ma a inizio novembre il Tribunale di Milano ha disposto lo slittamento delle adunanze dei creditori sul piano concordatario di Moby e della controllata CIN, prima fissate rispettivamente per il 13 e per il 20 dicembre prossimi, e ora spostate, rispettivamente al 6 e al 12 aprile 2022 (si veda altro articolo di BeBeez).A fine settembre Moby aveva infatti siglato un accordo con un terzo degli obbligazionisti in possesso del bond da 300 milioni di euro e cedola 7,75% a scadenza 2023 quotato alla Borsa del Lussemburgo (si veda altro articolo di BeBeez), tra i quali i fondi Soundpoint Capital, Cheyenne Capital, BlueBay, Aptior Capital e York Capital. Obiettivo dell’accordo era ovviamente trovare un’intesa sulla ristrutturazione del debito, prima dell’adunanza dei creditori per il voto sul piano concordatario. E infatti, la decisione del Tribunale di rimandare le adunanze dei creditori segue la comunicazione inoltrata dai commissari giudiziali di Moby e di Cin di voler apportare significative modifiche ai rispettivi piani concordatari, migliorative per i creditori.
Tornando alla sentenza che dispone il sequestro di 20 milioni per Onorato Armatori, in una nota diffusa ieri dal gruppo si legge che l’azione “intentata da Tirrenia in Amministrazione Straordinaria nei confronti di Onorato Armatori” è “interamente fondata su una relazione resa da Stefania Chiaruttini, in posizione di evidentissimo conflitto d’interessi, per essere contestualmente consulente sia di Tirrenia in AS che dell’Attestatore del piano di ristrutturazione del Gruppo e già ampiamente confutata da numerosi pareri pro – veritate formulati da primari professionisti indipendenti”. Sempre nella nota il gruppo Onorato sottolinea che questa azione “si inserisce in un contesto in cui il Gruppo Onorato, che sta ricevendo il sostegno delle banche e della maggioranza dei bond holders, ha più volte presentato a Tirrenia una proposta di ristrutturazione con dei ritorni che rappresentano un unicum in un simile scenario. Il provvedimento di sequestro sarà oggetto di reclamo innanzi al Tribunale di Milano, nel cui operato il gruppo Onorato ripone piena fiducia”.