Nuova puntata della telenovela Sampdoria, con il patron Massimo Ferrero che stavolta è entrato a gamba tesa rilevando dalla figlia Vanessa, come riportato da Il Secolo XIX, il 55% delle quote di Holding Max, di fatto aumentando la presa sul club di calcio ligure, sebbene formalmente questo sia controllato da un trust.
Ricordiamo infatti che, sebbene continui a essere l’eminenza grigia dietro la squadra, Ferrero da fine 2020 non ricopre più alcun ruolo nel club e nelle sue società, dopo le tensioni giudiziarie che lo hanno interessato (si veda altro articolo di BeBeez). Per salvare le sue Eleven Finance e Farvem Real Estate, entrambe entrate in concordato, Ferrero aveva infatti messo in vendita la società sportiva già nel gennaio 2020 (si veda altro articolo di BeBeez), costituendo Rosan Trust, un trust regolato dalla legge di Jersey, Isole del Canale della Manica, e trasferendo al trustee Trust Services di Venezia, rappresentato da Gianluca Vidal, il 100% di Spettacolo Holding, che detiene fra l’altro appunto il 99,96% della Sampdoria ed è controllata al 100% da Holding Max srl, che a sua volta sinora era appunto detenuta da Vanessa Ferrero (figlia di Massimo) all’80%, da Giorgio Ferrero (nipote di Massimo) al 15,24% e da Unione Fiduciaria per il restante 4,76%.
Da parte sua, ricordiamo che lo scorso febbraio la UC Sampdoria ha chiesto e ottenuto di accedere alla procedura di composizione negoziata della crisi affidata all’avvocato Ernesto Bissocoli, nel ruolo di esperto, che affianca il consiglio di amministrazione nella ricerca di nuovi mezzi finanziari. Il legale dovrà definire con il Tribunale di Genova le misure utili a evitare eventuali istanze di fallimento entro il prossimo 27 giugno, data ultima per l’iscrizione del club (che rischia fortemente di finire in serie B) al prossimo campionato (si veda altro articolo di BeBeez).
Ma i colpi di scena non finiscono qui. Dopo l’operazione, secondo quanto si apprende da La Repubblica, Ferrero sarebbe andato all’attacco indirizzando ad alcuni consiglieri una lettera di diffida dal compiere azioni che esulino dall’ordinaria amministrazione nella gestione del club calcistico. La mossa di Ferrero arriva pochi giorni dopo l’approvazione di la modifica allo statuto dell’assemblea dei soci (si veda altro articolo di BeBeez), con cui di fatto si era reso impossibile far decadere l’intero consiglio di amministrazione della Sampdoria in caso di dimissione di uno dei membri. Il consiglio di amministrazione è formato da Marco Lanna (presidente), Antonio Romei (vicepresidente), Alberto Bosco e Gianni Panconi. Romei, dopo le minacce pervenute dalla tifoseria a lui e a Ferrero, voleva dimettersi, accelerando il cammino del club verso il fallimento.
La modifica in questione, quindi, permette al board di poter votare il destino del club blucerchiato a maggioranza e non più all’unanimità, visto che l’eventuale addio di un consigliere porterebbe solamente alla sua immediata sostituzione invece che al venir meno dell’intero cda, come sarebbe accaduto in precedenza. Il mandato del cda inoltre non è legato alla composizione negoziata e si concluderà con l’approvazione del bilancio 2022, in occasione quindi dell’assemblea che si terrà a fine maggio.
Resta quindi aperta la strada al salvataggio della squadra, con un bond convertendo da 30-35 milioni di euro che è da mesi allo studio degli istituti finanziatori Banca Sistema e Macquaire (si veda altro articolo di BeBeez). Importo che potrebbe salire a 40 milioni per scongiurare il fallimento della società calcistica, con la proprietà che, a fronte del prestito, darebbe in pegno le azioni nel caso in cui non restituisse i soldi in trenta mesi.
Interessati a sottoscrivere il bond (si veda altro articolo di BeBeez) si dice potrebbero essere l’imprenditore veneto del caffè Segafredo Massimo Zanetti e altri investitori, tra i quali Edoardo Garrone, presidente di ERG, che nelle scorse settimane ha tuonato contro l’attuale proprietà e il consiglio di amministrazione della Sampdoria (si veda altro articolo di BeBeez), colpevoli a suo dire di aver condannato la società al fallimento per non aver accettato le condizioni del fondo Merlyn, confermando peraltro di essere stato coinvolto nell’offerta del fondo britannico. Secondo quanto risulta a BeBeez, invece, nel frattempo ha abbandonato il dossier WRM Group di Raffaele Mincione, che lo stava studiando dalla scorsa estate, con un interesse soprattutto per il lato immobiliare. A Eleven Finance, in particolare, fa capo un gruppo di cinema romani, ai quali sarà cambiata la destinazione d’uso qualora venga scongiurato il fallimento (l’adunanza dei creditori è prevista il prossimo 5 maggio).
Nelle scorse settimane si è parlato inizialmente dell’ipotesi di scorporo del ramo sportivo dell’azienda, che alleggerirebbe la situazione debitoria di circa 90 milioni di euro e rimetterebbe eventualmente in pista Alessandro Barnaba di Merlyn (ma graverebbe su Banca Sistema, che avrebbe chiesto spiegazioni al Cda), e poi dell’intervento dello sceicco Khalid Faleh Al Thani, membro della famiglia sovrana del Qatar, per acquistare la società blucerchiata, intervento finora smentito da Vidal.