Sono Build Bull, Concrete Investing e Fundera le prime tre piattaforme di crowdfunding italiane ad aver ottenuto l’autorizzazione a operare in Europa, in base al nuovo Regolamento Europeo in materia di crowdfunding (si veda altro articolo di BeBeez), che entrerà in vigore il prossimo 10 novembre. Lo hanno comunicato venerdì le tre piattaforme.
Nel dettaglio, Bull Build (si veda qui la delibera di autorizzazione Consob), sviluppata da FolkFunding srl Benefit Company, è una piattaforma di equity crowdfunding real estate nuova di zecca, non è ancora pienamente operativa, e, dunque, l’ottenimento dell’autorizzazione in anticipo rispetto alla maggior parte di quelle già attive da tempo sul mercato ha colto di sorpresa gli operatori del settore. Secondo quanto riferito da CrowdfundingBuzz, la società, che ha sede a Roma, è stata assistita dallo studio legale interno e da Deloitte per quanto riguarda la compliance. In ogni caso FolkFunding ha una esperienza decennale in tema di crowdfunding, anche se non equity o lending, dato che, nata nel 2013, ha ideato e sviluppato e gestisce Produzioni dal Basso, una delle principali piattaforme di donation crowdfunding in Italia.
Quanto a Concrete (si veda qui la delibera Consob), fondata da Lorenzo Pedotti e già autorizzata da Consob nel 2018, è attiva sul mercato del crowdfunding immobiliare e nel corso della sua attività ha già raccolto circa 60 milioni di euro a favore di 29 operazioni di sviluppo, principalmente a Milano, 11 delle quali hanno già liquidato gli investitori per un importo superiore a 20 milioni di euro, con un rendimento medio annuale di circa il 10%. Tra le operazioni finanziate: Torre Milano, nuovo edificio di 25 piani completato a fine 2022; Washington Building, nato sull’area della ex-fabbrica Borletti; Park Towers, complesso costituito da due torri residenziali progettate da Asti Architetti; Gate Central, il nuovo edificio fronte Colonne di San Lorenzo e firmato dallo studio ACPV – Antonio Citterio Patricia Viel; Anfiteatro 7, operazione di smart living promossa da Impresa Rusconi nel quartiere di Brera e attualmente in fase di edificazione. Il valore complessivo previsto dei progetti finanziati è superiore a 750 milioni di euro.
Fundera (si veda qui la delibera Consob) è invece stato il primo portale di crowdfunding autorizzato dalla Consob nel 2020 a collocare minibond online sul mercato primario e da quella data ha collocato più di 100 emissioni. Il portale è di proprietà di Frigiolini & Partners Merchant, advisor finanziario e global coordinator fondato da Leonardo Frigiolini, specializzato in emissioni di minibond di pmi, costantemente ai vertici della classifica degli arranger non bancari di minibond stilata dalla School of Management del Politecnico di Milano: nel 2022 ha strutturato nel ruolo di arranger 34 emissioni per un valore complessivo di 36,65 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Di queste emissioni, minibond per un totale di 33,7 milioni sono stati collocati attraverso Fundera (si veda qui il Report di BeBeez Piattaforme Fintech 2022, disponibile agli abbonati a BeBeez News Premium e BeBeez Private Data), che ha collocato poi minibond per altri 3 milioni nel primo semestre 2023 (si veda qui il Report di BeBeez Piattaforme Fintech 6 mesi 2023), riflettendo la netta contrazione del segmento dei minibond all’interno del mercato del private debt italiano che invece sta crescendo (si veda qui il Report Private Debt di BeBeez 8 mesi 2023).
Ricordiamo che in Italia sinora nessuna piattaforma era già in regola con le nuove norme UE, mentre erano state autorizzate altre 74 piattaforme in tutta Europa, ciascuna con il via libera della Autorità competente del proprio paese. Il dato emerge dall’elenco tenuto dall’ESMA (European Securities and Markets Authority) aggiornato al 25 ottobre.
Clicca qui per scaricare la tabella completa
delle piattaforme UE autorizzate a oggi
A metà settembre le piattaforme autorizzate erano invece 58 (si veda altro articolo di BeBeez). La maggior parte delle piattaforme autorizzate oggi ha sede in Francia (22), seguono Olanda (12), Spagna (8) e Lituania (6). L’Italia, quindi, con le sue tre piattaforme autorizzate si colloca ora sotto Austria, Belgio e Svezia, con 4 piattaforme ciascuno, al livello della Romania (3); prima di Estonia, Germania e Slovacchia, con 2 piattaforme ciascuno; e prima di Bulgaria, Danimarca, Finlandia e Lituania, con una ciascno.
Ricordiamo infatti che la Commissione Ue nel luglio 2022 aveva esteso di un anno, rispetto alla data iniziale fissata per il 10 novembre 2022, il periodo transitorio del nuovo Regolamento Europeo in materia di crowdfunding per i fornitori di servizi già attivi che operano secondo le regole nazionali e quindi per tutte le piattaforme fintech di equity e di lending (si veda qui il testo della Comunicazione della Commissione Ue).
Allora l’Italia non aveva ancora deciso quale Authority sarebbe stata quella a cui doveva essere assegnato il compito di dare le autorizzazioni, il che aveva creato una situazione pericolosa. Infatti per questo motivo i gestori dei portali non potevano depositare la richiesta e far partire il processo autorizzativo (si veda altro articolo di BeBeez). La conseguenza sarebbe stata lo stallo del mercato oppure la corsa delle piattaforme italiane a trasferire la sede legale in un altro paese europeo
Il decreto attuativo in questione è arrivato però soltanto a fine marzo scorso con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto legislativo 10 marzo 2023, n. 30. A quel punto Consob si è data subito da fare, ma è riuscita a rilasciare l’aggiornamento del Regolamento italiano sul crowdfunding soltanto lo scorso 1° giugno. Di fatto, le piattaforme italiane hanno potuto procedere a presentare le prime domande di autorizzazione soltanto nella seconda metà di giugno.
Lo scorso 20 Luglio, in occasione della presentazione dell’ottavo Report italiano sul Crowdinvesting realizzato dall’Osservatorio omonimo della School of Management del Politecnico di Milano, Emma Iannaccone di Consob aveva riferito che a quella data, le domande depositate erano 25 (si vedano qui l’articolo di CrowdfundingBuzz e qui quello di BeBeez).