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Sono undici a oggi le piattaforme di crowdfunding italiane che hanno ottenuto l’autorizzazione a operare in Europa, in base al nuovo Regolamento Europeo in materia di crowdfunding (si veda altro articolo di BeBeez), che è entrato in vigore venerdì 10 novembre.
Venerdì 10 novembre in serata, infatti, sono poi state pubblicate le delibere di autorizzazione Consob anche per BacktoWork, CrowdFundMe e Rendimento Etico.
A fine ottobre avevano ricevuto il via libera a operare Build Bull, Concrete Investing e Fundera (si veda altro articolo di BeBeez); giovedì 9 novembre è stata la volta di Ener2Crowd e Mamacrowd (si veda altro articolo di BeBeez); nella mattinata di venerdì 10 novembre sono poi state pubblicate le delibere di autorizzazione Consob anche per Doorway, Yeldo Crowd e Walliance. In particolare, quest’ultima, piattaforma leader nel real estate, nel frattempo si è anche trasformata in sim (si veda altro articolo di BeBeez).
BacktoWork, fondata nel 2012 come veicolo specializzato nel far incontrare le imprese alla ricerca di capitali con manager-investitori, era passata poi sotto il controllo del gruppo Il Sole 24 Ore, che successivamente aveva rivenduto tutte le sue quote ai fondatori, cioé alla famiglia Bassi (tramite IPB Holding), che aveva rilevato dal 24 Ore il 90% del capitale che ancora non possedeva (si veda altro articolo di BeBeez). Nell’agosto 2018 i fondatori BacktoWork hanno deciso di fondere la piattaforma con Equinvest srl, la società che gestiva l’omonima piattaforma di equity crowdfunding, fondata da Fabio Bancalà con altri quattro soci (si veda altro articolo di BeBeez). Nel dettaglio BackToWork24 era stata oggetto di un reverse merger: la società era stata infatti acquisita da Equivest srl che era stata poi ribattezzata BackToWork24. La nuova BacktoWork24 era quindi controllata con il 30% ciascuno da Alberto Bassi e da Fabio Bancalà, mentre il resto del capitale era distribuito per il 15% tra i manager di Equinvest e BackToWork24 e per il resto tra gli altri azionisti-investitori di Equinvest. Nel giugno 2019, poi, Neva Finventures, che allora era la società di corporate venture capital di Intesa Sanpaolo (prima che venisse trasformata in Neva sgr), aveva investito 4 milioni di euro in aumento di capitale per una quota di minoranza di BacktoWork (si veda altro articolo di BeBeez) e poco più di un anno dopo, nel settembre 2020, la banca aveva rilevato direttamente la quota di BacktoWork, considerandola una partecipazione di tipo industriale e quindi ritenendo più opportuno portarla nel perimetro della capogruppo anziché mantenerla in Neva (si veda altro articolo di BeBeez). Il legame stretto con il gruppo Intesa Sanpaolo si vede riflesso nei numeri della raccolta. Dal 2016 a oggi BacktoWork ha infatti raccolto 38,4 milioni di euro in 139 campagne di equity crowdfunding, ponendosi al quarto posto dietro Mamacrowd, Crowdfundme e Opstart, secondo i dati di CrowdfundingBuzz. Ma di quella cifra, un terzo è rappresentato dalle due singole campagne a cui hanno partecipato i clienti di Intesa Sanpaolo Sanpaolo Private Banking, cioè quella per WeRoad, società che organizza viaggi di gruppo online, che nell’ottobre del 2021 ha raccolto 4 milioni di euro in piattaforma, come parte di un più ampio round da 13,5 milioni (si veda altro articolo di BeBeez) e quella per Fin-Novia, veicolo di investimento costituito appositamente per sottoscrivere parte dell’emissione obbigazionaria di e-Novia, fabbrica di startup innovative. Fin-Novia raccolse quasi 7,7 milioni in una campagna conclusa nel marzo del 2020 (si veda articolo di BeBeez). Alberto Bassi, co-fondatore e ceo di BacktoWork, in un’intervista a BeBeez Magazine n. 9 del 24 giugno 2023, ha anticipato che l’idea è riprendere su base continuativa la stessa esperienza: “Abbiamo intenzione di lanciare tre o quattro di queste operazioni ogni anno, anche se l’abbassamento da 8 a 5 milioni del limite di raccolta per le operazioni di equity crowdfunding, previsto dalla nuova legislazione europea, non ci favorisce”. Nel processo autorizzativo presso Banca d’italia e Consob la società è stata afffiancata da Avvocati.net.
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Quanto a CrowdFundMe, è l’unica piattaforma di crowdfunding quotata a Piazza Affari. E’ sbarcata nel 2019 sull’Euronext Growth Milan (si veda altro articolo di BeBeez), dopo aver raccolto 2,8 milioni di euro a 9 euro per azione dagli investitori per una capitalizzazione iniziale di circa 13,3 milioni e un flottante del 30,05% (si veda qui il comunicato stampa). A oggi il controllo è in mano al ceo e co-founder Tommaso Baldissera Pacchetti (33,97%), al coo e co-founder Benedetto Pirro (11,96%) e a Digitechsrl (5,74%), società del ceo di Trusters srl, Andrea Maffi, mentre il resto è flottante (si veda qui l’azionariato). Trusters srl, portale italiano di real estate lending crowdfunding, è infatti passato sotto il controllo di CrowdFundMe a inizio novembre 2022, quando la società quotata aveva acquisito i 51% del portale (si veda altro articolo di BeBeez). Quella operazione era stata condotta carta contro carta per un importo di 3,47 milioni di euro, che riconosceva quindi a Trusters un equity value di 6,8 milioni di euro. Nel dettaglio, la quota di maggioranza di Trusters era stata ceduta da Laura Maffi, Digitech srl e altri soci minori a integrale sottoscrizione di un aumento di capitale di CrowdFundMe. Dopodiché alla fine dello stesso novembre 2022 CrowdFundMe aveva acquisito un’ulteriore quota del 7,3% di Trusters l 7,3%, in virtù dell’esercizio da parte di alcuni soci di Trusters dei diritti previsti (si veda altro articolo di BeBeez). Oggi CrowdFundMe capitalizza circa 3,3 milioni di euro, con un titolo che viaggia attorno agli 1,95 euro per azione. La società ha chiuso il primo semestre 2023 con ricavi consolidati per 717 mila euro, a fronte di una raccolta consolidata 15,7 milioni, un ebitda negativo per 80 mila euro e una perdita netta di 449 mila euro, a fronte di un debito finanziario netto di 213 mila euro e di un patrimonio netto di oltre 3,3 milioni (si veda qui il comunicato stampa). La società aveva chiuso il 2022 con ricavi consolidati per circa un milione di euro, a fronte di una raccolta consolidata di 39 milioni, con un ebitda negativo per 121 mila euro e una perdita netta di 399 mila euro, a fronte di un debito finanziario netto di 435 mila euro e di un patrimonio netto di 3,8 milioni (si veda qui il comunicato stampa). La piattaforma è al secondo posto per capitali raccolti dal 2015 a oggi, secondo i dati di CrowdfundingBuzz, con 79,1 milioni di euro distribuiti in 174 campagne per startup e pmi.
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Infine Rendimento Etico è la prima piattaforma italiana di lending crowdfunding immobiliare che investe in crediti deteriorati. Secondo i dati di CrowdfundingBuzz, è la seconda piattaforma italiana di lending crowdfunding immobiliare per capitali raccolti, con 83,5 milioni di euro e 273 progetti dal 2019 a oggi. La piattaforma è nata nel febbraio 2019 (si veda altro articolo di BeBeez) e i proponenti membri del network si occupano di rilevare immobili che altrimenti finirebbero all’asta, estinguendo integralmente i debiti degli ex proprietari di questi beni, grazie a raccolte fondi e alla negoziazione di un accordo con i creditori e poi rimettendo gli immobili, rinnovati e ristrutturati, sul mercato. La piattaforma si avvale delle risorse e proposte dalla controllante Case Italia srl, società che tramite una rete di consulenti in tutta Italia offre un servizio di consulenza per azzerare il debito in essere, con strumenti tra cui il saldo e stralcio o l’acquisto del titolo di credito dall’istituto. I membri del network di Case Italia, dunque, saldano il mutuo in sofferenza e acquistano l’immobile. Alcune di queste operazioni, vengono riproposte sulla piattaforma Rendimento Etico, sollecitando il crowd a finanziarle attraverso un prestito che viene remunerato con un tasso d’interesse. Inoltre, Rendimento Etico devolve una percentuale dei guadagni di ogni operazione a favore di un fondo dedicato ad aiutare persone in gravi difficoltà finanziarie. Dal punto di vista societario, Rendimento Etico è posseduta al 100% da Case Italia srl, a sua volta controllata da International Marketing Consulting D.o.o, società croata di Lucijana Lozancic, amministratore unico di Case Italia e amministratore delegato di Rendimento Etico, oltre che compagna di Andrea Maurizio Gilardoni, business angel e fondatore della piattaforma.