
La fintech italiana pioniera nello scambio di crediti commerciali Workinvoice e il fondo londinese RiverRock hanno stretto un accordo per investire nell’economia italiana i capitali raccolti attraverso la RiverRock Accounts Receivable Finance Strategy (si veda qui il comunicato stampa). Nel dettaglio, il fondo britannico acquisterà portafogli di crediti commerciali attraverso la piattaforma di Workinvoice, favorendo così una migliore gestione del capitale circolante delle pmi. RiverRock, che ha già raccolto i primi 200 milioni di euro, si affianca ai 16 fondi internazionali che hanno aderito alla piattaforma di Workinvoice negli ultimi 24 mesi.
Fondata nel 2009 dal super consulente Roland Berger, la società di asset management investe esclusivamente in Europa ed è supportata da una base di investitori diversificata, che comprende istituzioni pubbliche, fondi pensione, compagnie assicurative e family office.
RiverRock ha lanciato il suo primo fondo di credito dedicato all’Italia nel 2016, battezzato Italian Hybrid Capital Fund, grazie agli impegni degli anchor investor Fondo Italiano d’Investimento e Fondo Europeo di Investimento (si veda altro articolo di BeBeez). Il fondo aveva target 150 milioni. Tra le ultime operazioni del fondo, ricordiamo quella del novembre scorso a supporto dell’acquisizione da parte di Digital Platforms della quota di maggioranza di System Management spa, società napoletana focalizzata sulla ricerca che sviluppa software, sistemi integrati, applicazioni e piattaforme IoT (si veda altro articolo di BeBeez). Sempre lo scorso novembre, lo stesso fondo di RiverRock ha sottoscritto un minibond da 8,2 milioni di euro a scadenza dicembre 2025 emesso da Saie, società italiana che fornisce servizi cimiteriali (si veda altro articolo di BeBeez).
Intanto è stato lanciato anche il RiverRock Minibond Fund, che nel marzo scorso ha sottoscritto un prestito obbligazionario non convertibile emesso da Gequity (ex Investimenti e Sviluppo), holding di partecipazioni quotata sul MTA di Borsa Italiana, del valore di 1,4 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Tornando all’accordo con Workinvoice, Michel Peretiè, ceo di RiverRock, ha spiegato: “Questa partnership ci consente di effettuare investimenti istituzionali nelle pmi italiane in un momento in cui l’accesso al credito è limitato e si prevede che i tassi di insolvenza aumenteranno.”
Michael Lamont, condirettore degli investimenti di RiverRock, ha aggiunto: “L’integrazione con la piattaforma di Workinvoice rappresenta un’importante pietra miliare nella strategia di accounts receivable di RiverRock. Il loro approccio collaudato è pienamente in linea con la nostra etica nel fornire credito alternativo, in quanto entrambi cerchiamo di promuovere stabilità, crescita e ripresa.”
Matteo Tarroni, ceo e cofondatore di Workinvoice, ha commentato: “Crediamo molto in questa collaborazione e nella necessità di portare liquidità alle imprese in una fase così delicata della nostra economia: non è un caso se nel 2020 in Italia il fintech ha erogato il 450% di risorse in più alle imprese rispetto all’anno precedente. Le imprese devono dunque guardare oltre e per farlo devono possedere gli strumenti che saranno indispensabili nel prossimo futuro: primo tra tutti, il credito alternativo a quello bancario. E molte aziende lo hanno già capito, tanto che quello dei crediti commerciali è un mercato in continua espansione: basti pensare che solo attraverso la nostra piattaforma abbiamo già intermediato fatture per circa 500 milioni di euro.”
Quella con RiverRock costituisce la terza partnership stretta quest’anno da Workinvoice. Quest’ultima lo scorso aprile ha chiuso un accordo con Banca Sella per offrire alle pmi servizi finanziari innovativi (si veda altro articolo di BeBeez). Inoltre, Workinvoice a inizio 2021 ha siglato un accordo con la scaleup britannica Ebury, grazie al quale le pmi italiane potranno proteggersi dal rischio di cambio sull’attività di import/export e finanziare le fatture in valuta estera attraverso semplici procedure digitali online (si veda altro articolo di BeBeez). Già nel gennaio 2019 Workinvoice aveva stretto una importante alleanza commerciale, quella con Confindustria Vicenza, in forza della quale la società offre i propri servizi di anticipo fatture digitale alle imprese associate con condizioni economiche esclusive e dedicate (si veda altro articolo di BeBeez).
Fondata a fine 2013 da Tarroni, Ettore Decio e Fabio Bolognini e attiva dal 2015, Workinvoice è stata la prima piattaforma a diventare operativa nell’invoice financing in Italia. Questa attività consente alle aziende di cedere i crediti commerciali non scaduti a investitori istituzionali qualificati: le imprese caricano le loro fatture da incassare sul marketplace, dove gli investitori valutano quali crediti rilevare. Per cedere un credito è richiesta una commissione variabile in base alla scadenza del titolo commerciale. A chi acquista il titolo invece viene attribuito un tasso di sconto, una remunerazione di mercato in percentuale sul credito, definita in fase d’asta a partire dal tasso massimo indicato dal cliente.
Dalla fondazione, Workinvoice ha conosciuto una costante evoluzione tecnologica. Nel settembre 2018 il Gruppo Crif ha comprato il 10% di Workinvoice e contestualmente ha lanciato CribisCash, primo esempio di evoluzione del fintech verso le partnership con player industriali che dispongono delle risorse necessarie per sfruttare al meglio le idee, i servizi e anche i modelli di business inventati dalle startup, permettendo alle imprese di accedere ai dati di incassi e pagamenti di 1,7 milioni di aziende (si veda altro articolo di BeBeez). Nel marzo 2019 Workinvoice ha raggiunto il punto di pareggio (si veda altro articolo di BeBeez). Nel settembre 2020 Workinvoice e Crif, con il supporto di PwC in veste di advisor strategico e tecnico, hanno lanciato il primo mercato digitale su cui scambiare i crediti fiscali del super ecobonus, battezzato Ecobonus 110% (si veda altro articolo di BeBeez). Nell’ottobre 2020 Workinvoice ha lanciato il servizio di anticipo fatture digitale AnticipaMI assieme al service provider per le pmi DocuMI (si veda altro articolo di BeBeez) e l’anticipo fatture integrato nel software gestionale, in collaborazione con la software house Passepartout (si veda altro articolo di BeBeez).
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