Supply@ME Capital plc (o SYME), l’innovativa piattaforma fintech italiana quotata al London Stock Exchange e fondata da Alessandro Zamboni , specializzata nella smobilizzazione delle scorte di magazzino di aziende manifatturiere e commerciali, ha completato la prima operazione ufficiale di Inventory Monetisation. Al momento non è ancora possibile sapere il nome della società coinvolta(si veda qui il comunicato stampa).
Quello che si sa è che l’operazione, del valore complessivo di circa 1,6 milioni di euro, ha avuto come oggetto una società italiana attiva nella progettazione e realizzazione di veicoli industriali e speciali, sistemi elettronici, cablaggi elettrici e componentistica per vari settori. L’azienda cliente è attiva in Europa (in particolare in Italia), Africa e Stati Uniti.
Questa prima operazione di Inventory Monetisation arriva a seguito dell’alleanza strategica firmata lo scorso giugno con VeChain Foundation, primario fornitore di servizi legati alla supply chain e alla sostenibilità basati su blockchain (si veda altro articolo BeBeez). L’accordo ha consentito che rendesso il via la prima cartolarizzazione delle eccedenze stoccate in magazzino e che è finalizzato al lancio di uno stream Web3 con l’intenzione di finanziare fino a 10 milioni di dollari di transazioni di Inventory Monetisation, basate su token non fungibili (NFT) sottoscritti direttamente da VeChain.
L’accordo, nel dettaglio, prevede due fasi. Nella prima, che è quella appena conclusa, consiste in una prima transazione reale che ha coinvolto appunto una società italiana selezionata da Supply@ME all’interno del suo portafoglio clienti, con VeChain che funge anche da investitore. Dei 10 milioni di dollari iniziali resi disponibili dall’accordo, come accennato sopra, ò’equivalente di 1,6 milioni di euro è stato immediatamente destinato a finanziare il magazzino del primo cliente italiano selezionato, mentre la restante somma di capitale sarà impiegato durante la seconda fase, per ulteriori società clienti, includendo anche l’attuale portafoglio del Regno Unito.
La seconda fase di lavori avrà nel dettaglio l’obiettivo di realizzare una vera e propria Piattaforma di Inventory Monetisation 3.0, che prevederà l’emissione di NFT per lo sviluppo di innovativi marketplace focalizzati sulla vendita B2B delle scorte, l’esplorazione della finanza decentralizzata con partnership ad hoc e, in generale, un dedicato protocollo di governance. Per questa fase, si prevede che le operazioni di inventory monetisation siano finanziate anche da ulteriori fornitori di liquidità (gestori di criptovalute e investitori diretti attraverso partnership in pool di liquidità).
L’operazione di Inventory Monetisation ha previsto il coinvolgimento di una delle società dedicate al trading degli inventory appartenenti al Global Inventory Monetisation Fund lanciato da Supply@ME nell’agosto 2021, insieme a Emerging Asset Management Ltd, parte di Apex Group, cui è formalmente delegata la gestione amministrativa (si veda qui il comunicato stampa di allora). Il fondo, che era stato lanciato a valle dell’acquisizione di TradeFlow Capital Management, asset manager basato a Singapore (si veda altro articolo di BeBeez), si compone nel dettaglio di quattro comparti. Due di questi sono rappresentati dai due fondi già gestiti in precedenza da TradeFlow, focalizzati sulla monetizzazione del magazzino in transito (inventory in-transit) e quindi su transazioni import/export (il CEMP USD Trade Flow Fund e il CEMP Eero Trade Flow Fund). Gli altri due comparti del nuovo fondo sono invece focalizzati sulla monetizzazione dei beni stoccati in magazzino (warehoused goods monetisation), di cui uno con target aziende italiane e l’altro su aziende residenti in Regno Unito e in Paesi operanti in regime di Common law, come gli Emirati Arabi.
Secondo quanto risulta a BeBeez, questo fondo si aggiunge al progetto insieme a REYL-Intesa Sanpaolo del lancio di una piattaforma di inventory monetization shariah compliant, annunciato lo scorso novembre 2021 agli addetti ai lavori (si veda qui il comunicato stampa), ma sinora nella pratica mai comunicato al pubblico in Italia. Nel dettaglio, come si legge nella nota di Supply@ME, l’accordo è stato siglato con Intesa Sanpaolo Private Bank (Suisse) Morval sa, oggi appunto REYL-Intesa Sanpaolo. Ricordiamo, infatti, che Fideuram-Intesa Sanpaolo aveva annunciato l’acquisito del 69% di REYL nell’ottobre 2020 e il contestuale conferimento della controllata svizzera Intesa Sanpaolo Private Bank (Suisse) Morval (ISPBM) a REYL Il passaggio di controllo è stato finalizzato nel maggio 2021 (si veda qui il comunicato stampa), mentre la fusione tra ISPBM e REYL è avvenuta lo scorso febbraio (si veda qui il comunicato stampa), dando origine a un gruppo bancario privato internazionale di considerevoli dimensioni, con sede a Ginevra, circa 400 collaboratori, masse amministrate superiori a 18 miliardi di franchi e un patrimonio netto regolamentare di circa 250 milioni. Oltre che in Svizzera, la banca è presente anche nell’Unione Europea, in America Latina e appunto anche in Medio Oriente e in Estremo Oriente (si veda altro articolo di BeBeez).
Secondo le informazioni raccolte da BeBeez, i due nuovi comparti del fondo Global Inventory Monetisation Fund permettono a Supply@ME di effettuare operazioni in autonomia oppure insieme a debt provider (cioè banche o Investitori in cartolarizzazioni). Supply@ME, con il supporto di importanti placing agent, ha infatti attivato da qualche mese la campagna di raccolta di capitali su questi nuovi veicoli, cercando di stimolare/ promuovere opportunità di investimento presso potenziali player (tipicamente fondi istituzionali, fondazioni) che hanno interesse a investire in una struttura nuova, garantita da asset reali (le scorte) e che concretamente sostiene l’economia reale (a maggior ragione in questo periodo).
Inoltre, l’operazione di Inventory Monetisation ha previsto il coinvolgimento delle società operative italiane controllate da Supply@ME, ovvero Supply@ME srl, in qualità di originator del magazzino e fornitore del servizio; Supply@ME Technologies srl, in qualità di Platform provider. Operativamente, la piattaforma sarà utilizzata dalla società cliente per caricare il magazzino da monetizzare (e, di conseguenza, “coniare” l’NFT), integrare e trasferire i dati di Enterprise-Resource-Planning per consentire le necessarie attività di monitoraggio e ispezione degli inventory;
Parallelamente, Supply@ME sta lavorando ad altre operazioni di Inventory Monetisation con operatori istituzionali appartenenti alla finanza tradizionale nonché sta studiando forme di cooperazione con specifici intermediari finanziari in modo da permettere ai medesimi di utilizzare la Piattaforma Supply@ME per specifiche iniziative commerciali.
Alessandro Zamboni, ceo di Supply@ME, ha detto: “Siamo entusiasti di aver effettuato la prima Inventory Monetisation. La tecnicità e l’innovazione apportate dal nostro servizio sono davvero uniche sul mercato e siamo lieti di sostenere l’azienda nostra cliente in questa nuova modalità di gestione del magazzino. Siamo consapevoli che la complessità del modello ha richiesto più tempo di quanto previsto, ma penso che questa prima operazione aiuterà la nostra platea di investitori, tipicamente parte della finanza tradizionale, a comprendere, nel dettaglio, le caratteristiche del servizio e a riconoscerne, definitivamente, la sua fattibilità. Grazie a questa prima operazione, ci aspettiamo l’ulteriore opportunità di co-progettare nuove soluzioni inventory-based, insieme a specifici partner dell’industria finanziaria. Infine, siamo certi che VeChain, un’organizzazione unica nel settore della sostenibilità e del supporto alle supply chain, aumenterà la fiducia nell’utilizzo della blockchain su casi aziendali reali e creerà le basi per iniziare a utilizzare i protocolli di Decentralised Finance*, combinati con il nostro servizio di Inventory Monetisation, per supportare le supply chain globali e, più in generale, l’economia reale”.
Quanto al progetto di acquistare una banca (si veda altro articolo di BeBeez) secondo quanto raccolto da BeBeez sembra che il progetto “captive bank” (che è seguito direttamente da the AvantGarde Group, attuale socio principale di Supply@ME) sia ancora in corso. Anche alla luce dell’operazione di lancio dei fondi di investimento (e di alcuni potenziali accordi con global asset manager) la società avrebbe in fase di valutazione il ruolo di una potenziale banca (che potrebbe ricoprire diversi ruoli: custodian, sosttoscrittore delle abs senior, gestore dei conti commerciali con le aziende, intermediario assicurativo delle polizze corporate).
A ottobre 2020 si era appunto detto che Supply@ME Capital avrebbe avuto presto un nuovo canale di funding, che si sarebbe affiancato a quello delle cartolarizzazioni sottoscritte da investitori istituzionali terzi e dalle banche originator dei clienti (si veda altro articolo di BeBeez). Supply@MeCapital aveva infatti annunciato che i suoi soci di controllo in coinvestimento con un fondo alternativo avevano l’intenzione di acquistare una banca in Europa, che quindi avrebbe potuto fungere da investitore in tutte le cartolarizzazioni che via via Supply@Me avrebbe portato sul mercato (si veda qui il comunicato stampa). In particolare, la banca si sarebbe impegnata a erogare sino a 8 miliardi di euro in 5 anni per supportare tutte le iniziative internazionali di Supply@Me, che sta ampliando l’attività dall’Italia al Regno Unito e al Medio Oriente, per arrivare poi anche negli Usa. A questo fine il fondo si è impegnato a ricapitalizzare la banca, una volta ottenuta l’autorizzazione all’acquisto da parte delle Autorità di vigilanza.
Ricordiamo che Supply@Me Capital vede come primo azionista al 23,8% The Avantgarde Group, società italiana di consulenza in materia di digital transformation delle aziende interamente controllata dal ceo Alessandro Zamboni, attraverso il veicolo controllato al 100% 1AF2 Ltd. Quest’ultimo nel settembre 2021 aveva emesso un prestito obbligazionario del valore di 61 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa di allora) finalizzato a rafforzare la presa sull’azienda tramite acquisti di azioni sul mercato (il float attualmente è il 59%). Anchor investor nel bond è stato il secondo azionista di Supply@Me, la società di investimenti Eight Capital Partners (si veda altro articolo di BeBeez).
Contestualmente nel settembre 2021 Supply@Me aveva siglato un accordo con Mercator CapitalManagement in base al quale il fondo aveva messo a disposizione una linea di credito sino a 7 milioni di sterline, che poteva essere via via trasformata in un bond convertibile, nel caso in cui Supply@Me avesse deciso di non pagare gli interessi via via dovuti, bensì di capitalizzarli appunto nella forma del bond, la cui size complessiva, comprensiva di interessi, sarebbe stata di 7,7 milioni di sterline (si veda qui il comunicato stampa). La nuova finanza messa a disposizione da Mercator Capital era andata a sostituire quella messa a disposizione in precedenza da Negma Capital nel giugno 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). Negma si era impegnato a sottoscrivere sino a un totale di 56 milioni di sterline di bond convertibili che dovevano emessi in 10 tranche dalla fintech. La società aveva contestualmente allora richiesto a Negma la sottoscrizione della prima tranche da 5,6 milioni di sterline di valore nominale del prestito, da sottoscriversi al prezzo di 5 milioni.
Quest’anno poi Supply@Me ha sostituito nuovamente il suo finanziatore, siglando un accordo con Venus Capital, che si è impegnato a investire sino a 7,5 milioni di sterline nel capitale della fintech in più tranche entro il 31 luglio 2023 (si veda qui il comunicato stampa).