di Paola Stringa
Endura spa, azienda bolognese che fa capo alla famiglia Tozzi e che da 50 anni sviluppa principi attivi per insetticidi di uso domestico e pubblico, ha appena ottenuto da Intesa San Paolo due prestiti per complessivi 12,45 milioni di euro, con garazia green di SACE, a valere sul plafond che il Gruppo bancario riserva a progetti che rispondono a precisi criteri di rispetto dell’ambiente e riduzione dei consumi, nell’ambito del sostegno degli investimenti legati al PNRR. (si veda qui il comunicato stampa).
Nel dettaglio, l’operazione a supporto della strategia industriale del Gruppo Endura si compone di un finanziamento di 6,25 milioni di euro, della durata di 8 anni, a valere sul plafond S-Loan, (2 miliardi di euro) a cui si affianca un secondo prestito di 6,2 milioni di euro, della durata di 10 anni, a valere sul plafond Circular Economy (6 miliardi). Entrambi gli interventi sono assistiti dalla garanzia di SACE.
Le risorse finanzieranno investimenti in ricerca e sviluppo e consentiranno, grazie all’utilizzo di tecnologie innovative, una maggiore integrazione nei processi produttivi chiave, in modo da garantire la sostenibilità della filiera dei prodotti e consolidare la leadership italiana ed europea in questo settore. L’operazione nasce infatti dalla volontà dell’azienda, eccellenza internazionale nel proprio settore, di dotarsi di nuove linee di produzione, di perseguire un costante innalzamento delle capacità e delle performance produttive ed un conseguente miglioramento strategico della sostenibilità ambientale ed energetica dei processi produttivi.
Quella di Endura è una storia di innovazione costante. Già alla fine degli anni Novanta si era distinyta per la messa a punto di un processo innovativo, poi brevettato, per la produzione del PBO, abbandonando l’uso dell’olio di sassafrasso, la cui produzione implica il taglio di alberi di alto fusto. A ciò ha fatto seguito lo sviluppo di un nuovo processo di micro-incapsulazione di principi attivi naturali in matrici plastic-free attraverso l’uso dei liposomi per migliorare le performance in termini di durata e efficacia d’azione dei principi attivi stessi. Con sede a Bologna e attività di ricerca e sviluppo a Ravenna, l’azienda conta su stabilimenti produttivi tra Italia e India che danno lavoro a 140 dipendenti. La società ha chiuso il 2020 con un fatturato di poco inferiore a 50 milioni di euro (60 milioni nel 2021), un ebitda di 5,8 milioni a fronte di una liquidità netta di 11,6 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus, una volta registrati gratuitamente).
I due nuovi prestiti prevedono il raggiungimento di ulteriori obiettivi in funzione della progressiva transizione dell’azienda verso un modello produttivo circolare.
Marianna Vollaro, ceo e azionista di Endura, ha commentato: “Fare impresa oggi in Italia è una sfida sempre più complessa, per questo diventa fondamentale trovare i giusti partner al fine di perseguire una concreta crescita sostenibile. Endura, da sempre, ha dimostrato come essere un’azienda chimica significhi volgere ancora più attenzione e profondere il massimo impegno per la tutela della salute pubblica e dell’ambiente. Il 10% del fatturato annuo è investito in ricerca e sviluppo perché supporti l’innovazione di processi e progetti atti a sviluppare un’economia circolare, massimizzando le rese e riducendo significativamente ogni impatto ambientale. Vorrei ringraziare a nome del Gruppo Endura sia il Gruppo Intesa Sanpaolo che SACE per essere partner strategici in questa nuova sfida volta al futuro”.
“Le operazioni con il Gruppo Endura confermano l’impegno di Intesa Sanpaolo a sostegno delle strategie d’impresa in chiave innovativa e sostenibile, assicurando il supporto finanziario agli investimenti a forte vocazione Esg” ha aggiunto Alessandra Florio, direttrice regionale Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo, che aggiunge “Per favorire questo percorso, il Gruppo ha messo a disposizione delle imprese un plafond di 2 miliardi di euro per gli S-Loan e un plafond Circular Economy di 6 miliardi”.
In questo programma rientrano finanziamenti come quello accordato pochi giorni fa alla Società Chimica Assemini (si veda articolo di BeBeez) da 1,5 milioni di euro per la realizzazione di un nuovo impianto di elettrolisi per la produzione e lo stoccaggio di idrogeno.
Tra gli ultimi prestiti green di Intesa si annoverano inoltre, a fine maggio, i 4 milioni di euro erogati a favore di GAP spa (si veda altro articolo di BeBeez), azienda bergamasca specializzata nella movimentazione di materiali e scarti di lavorazione nelle aziende siderurgiche nazionali ed estere. Il finanziamento consentirà la sostituzione di caricatori industriali con macchinari dotati di nuovi propulsori a emissioni zero. Per Intesa Sanpaolo era il secondo prestito green in ambito siderurgico, a pochi giorni dal miliardo di euro erogato al Gruppo Marcegaglia in consorzio con un nutrito gruppo di banche italiane ed estere (si veda altro articolo di BeBeez).
In precedenza, Intesa aveva concesso un prestito da 15 milioni di euro a 5 anni a Came Group, azienda trevigiana specializzata nell’automazione per la sicurezza e il controllo degli ambienti, finalizzato al raggiungimento di specifici target legati alla sostenibilità con focus particolare sulla sensibile riduzione dei consumi energetici e delle emissioni inquinanti (si veda altro articolo BeBeez). A fine aprile Intesa aveva erogato un prestito di 10 milioni di euro con garanzia SACE a favore di Comat Servizi Energetici, società torinese partecipata dal Fondo Italiano per l’Efficienza Energetica Sgr e da Comat Spa. Il finanziamento è finalizzato a portare avanti i progetti di riqualificazione energetica degli edifici gestiti con l’installazione di cappotti termici e pompe di calore. Più nello specifico, il Sustainability Loan di intesa Sanpaolo prevede uno sconto sul tasso praticato via via che l’azienda realizza una serie di obiettivi ESG (si veda altro articolo BeBeez). Sempre ad aprile, Intesa ha destinato un altro prestito ESG alla compagnia di autonoleggio Sicily by Car, questa volta da 15 milioni di euro, sempre con garanzia green di SACE (si veda altro articolo BeBeez). In precedenza, a metà marzo, la banca aveva concesso insieme ad altri istituti di credito un prestito da 46 milioni di euro a UBS Asset Management per il rifinanziamento di un portafoglio di impianti italiani impegnati nella la generazione di energia pulita. Il portafoglio rientra nel comparto Infrastructure Equity Strategy di UBS AM (si veda altro articolo BeBeez). Il rifinanziamento ha inoltre consentito di ottenere fondi per rifinanziare un portafoglio misto composto da 13 impianti fotovoltaici, per un totale di 14MW, e 4 impianti di biogas da 4MW. A gennaio, il primo gruppo bancario italiano aveva sostenuto invece Lucart, società a capo dell’omonimo gruppo lucchese che detiene i marchi di carta igienica Tenderly e di carta per la casa Tutto, con un finanziamento da 10 milioni di euro assistito da Garanzia Green di SACE a sostegno del piano di crescita e di sviluppo del gruppo in ottica ESG e di economia circolare (si veda altro articolo BeBeez).